Novembre 24, 2024

Abel Eduardo Balbo, nato 1° giugno 1966 a Empalme, un piccolo sobborgo di Villa Constituction.

Il suo paese è a 260 km. dalla capitale Buenos Aires e considerata la grandezza dell’Argentina, non sono neanche molti. La sua carriera, inizia con i Newell’s Old boys, dal nome del creatore della squadra, un certo Isaac Newell, naturalmente inglese perché l’Argentina fu terra di “evangelizzazione calcistica” dei figli della corona britannica.

La squadra di provenienza di Balbo è certificazione di eccellenti prodotti calcistici, tra l’altro da qui provengono i nostri ex Batistuta e Heinze, poi Valdano, Gallego, Sensini e qui ha mosso i primi passi un certo Messi che andrà via giovanissimo per problemi di crescita.

L’Udinese, che porta Balbo in Italia, lo preleva dal River Plate, squadra tra le maggiori di Buenos Aires. Il suo arrivo nella città friulana, è particolare perché è la risposta della società alle minacce delle frange estreme della tifoseria, che non accetanno un giocatore ebreo, Ronny Rosenthal che va al Liverpool e vince l’ultimo titolo dei Reds nel 1990.

Abel si mette in luce con la casacca dell’Udinese, arriva così la chiamata di Franco Sensi che, nel 1993 decide di acquistarlo. È la Roma di Mazzone, chiamato a sua volta a sostituire Boskov.

Trova come capitano Giannini, da cui erediterà la fascia per poi lasciarla ad Aldair, ci sono Hassler, Carboni, Cappioli e farà un po’ da guida anche al giovanissimo Totti che si affaccia in prima squadra.

La sua prima partita in maglia giallorossa allo stadio Olimpico è da segnare col cerchietto rosso; il 5 settembre 1993 la Roma affronta allo stadio Olimpico la Juventus di Trapattoni.

La formazione schierata da Carlo Mazzone è la seguente: Lorieri, Bonacina, Lanna, Mihajlovic, Comi, Carboni, Haessler, Piacentini, BALBO, Giannini, Rizzitelli.

È una partita molto bella, equilibrata, anche se la Roma dimostra di avere una marcia in più, gioca davanti al proprio pubblico e vuole conquistare la vittoria. Al 34’ del primo tempo è proprio Abel Balbo a mettere a segno, sotto la Curva Sud il gol del vantaggio grazie ad un preciso colpo di testa. L’esultanza del bomber giallorosso è semplice ma straordinaria e ancora l’abbiamo tutti davanti agli occhi.

Nella ripresa succede l’incredibile, al 50’ il direttore di gara concede un calcio di rigore per fallo di Lorieri su Vialli. Dal dischetto va Roberto Baggio ma il pallone termina sul palo e si rimane sul risultato di 1-0 per la Roma.

Al 60’ Moeller viene agganciato in area da Mihajlovic e l’arbitro Beschin concede il secondo calcio di rigore alla Juventus. Questa volta sul dischetto va Gianluca Vialli che calcia spiazzando Lorieri ma il pallone termina fuori. Tra l’altro l’attaccante bianconero nel calciare il pallone si fa anche male ed è costretto ad uscire dal campo sostituito da Ravanelli.

Al 78’ la squadra di Trapattoni pareggia con Moeller e a questo punto, la beffa che non si era materializzata con i due rigori, sembra abbattersi sulla Roma. La squadra di Carlo Mazzone però ha qualcosa in più, non si arrende e anzi riesce meritatamente a ritornare in vantaggio, grazie a Roberto Muzzi che raccoglie una corta respinta di Peruzzi su tiro di Balbo e mette a segno il gol del definitivo 2-1. 

È l’ultimo campionato dove la vittoria vale due punti e dà inizio a tre buoni anni di Balbo con Mazzone, poi continuato con Bianchi (sostituito da Liedholm alla 27’) e Zeman.

Saranno 5 anni sempre in doppia cifra in campionato, 149 presenze e 79 gol, il settimo di sempre nella nostra storia, ancora avanti a Dzeko e subito dietro Montella. Nel totale, i suoi gol sono stati 87 per 181 presenze in tutte le competizioni, ai suoi tempi la Roma faceva poca Europa e andava maluccio in coppa Italia. Ha segnato 3 gol contro la Lazio, 2 in campionato e 1 in coppa Italia.

Giocare con Zeman non è facile, il boemo si sa, ama calciatori atletici e vuole che gli attaccanti rincorrano i difensori e quindi il matrimonio conobbe la parola separazione nel 1998. Nella stagione 2000-2001 Balbo torna a Roma, seppur a mezzo servizio, con mister Capello ma soprattutto con Batistuta, qualcuno dice che è stato proprio Gabriel a volerlo nella capitale. 

Balbo farà in tempo a vincere lo scudetto, due presenze, giocare e vincere l’anno successivo la super coppa italiana e partecipare alla prima storica partita della Roma in Champions League contro il Real Madrid (prese una traversa) nella maledetta serata dell’11 settembre 2001. 

A 36 anni, lascia Roma per giocare qualche scampolo di carriera in Argentina per poi tornare e tentare, senza molta fortuna, la carriera di allenatore nelle serie minori.

Dicono che sia bravo con la chitarra, in campo lo è stato sicuramente onorando al meglio la nostra maglia.

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