Dicembre 14, 2024

Arne Bengt Selmosson è nato in Svezia a Sil, paesotto vicino a Gotene il 29 marzo del 1922

L’ala sinistra-mezzala offensiva, alta 1,78 per 73 kg, ha iniziato la carriera calcistica nelle giovanili del Sil-Gotene, per poi trasferirsi nel Jonkoping,

società nella quale in quattro anni giocò 81 partite, segnando 33 reti. In questo lasso di tempo svolse il servizio militare nei pompieri, come in altro periodo aveva fatto Gunnar Nordahl, per questo soprannominato “Il Pompierone”.

Le sue positive prestazioni, che gli valsero la Nazionale Svedese, attirarono le attenzioni dell’Udinese, società sempre attiva nelle campagne acquisti e vendite, che su consiglio dell’allenatore Bigogno nel 1954 lo portò in Italia.

Il calciatore, con il compagno d’attacco Lorenzo Bettini, che aveva indossato con profitto la maglia della Roma nelle stagioni 1951-52 e 1953-54 (40 presenze e 18 gol), con le sue 33 presenze ed i 14 gol realizzati, trascinò le zebrette friulane ad un sorprendente secondo posto in classica, dietro al Milan e davanti alla Roma. Selmosson, nella gara del girone di ritorno, con un gol segnato al 32° minuto della ripresa, condannò la Roma ad una immeritata sconfitta. L’Udinese, al temine del campionato, con deliberazione della Lega Nazionale, venne retrocesso in serie B insieme al Catania per degli episodi di corruzione risalenti all’anno precedente. Misteriosamente le statistiche del campionato 1954-55 continuano a riportare la Roma al terzo posto in classifica e non al secondo, prima occupato dalla squadra di Udine, come detto poi retrocessa

I friulani, non potendo trattenere un giocatore di quel livello in serie B, nel 1955 cedettero lo svedese alla Lazio. Con i bianco-celesti o bianco-azzurri o bianco-blu, Selmosson giocò tre anni, collezionando 101 presenze e 31 reti.

La nuova ambiziosa dirigenza romanista, capitanata dal Presidente Anacleto Gianni e dal Vice Presidente Augusto D’Arcangeli, per il campionato 1958-58 acquistò i giocatori Fabio Cubicini, Mario David, Franco Zaglio e soprattutto il fuoriclasse Arne Bengt Selmosson, vice campione del Mondo con la Svezia nel 1958, strappato alla Lazio per 135 milioni di lire. Il clamoroso trasferimento, che suscitò un grande entusiasmo negli appassionati romanisti, fece esplodere una durissima contestazione dei tifosi laziali nei confronti dei propri dirigenti.

Per le caratteristiche del biondo calciatore riportiamo quanto scritto nell’ormai introvabile libro “AS ROMA LA GRANDE STORIA”- Newton Compton Editori 2014. Autori Fabrizio Grassetti-Massimo Izzi-Gabriele Pescatore.” Il campionato 1958-59 terminò con la Roma al sesto posto, con 35 punti, 57 reti segnate e 41 subite: un bilancio positivo, considerate le disavventure subite (incredibilmente numerose e di tutti i generi). Al buon risultato diede un apporto determinante il campione Arne Selmosson con 33 presenze e 16 gol. L’ala fu capocannoniere giallorosso seguito da Dino Da Costa quota 15. L’attaccante svedese era dotato di una classe indiscussa: era imprendibile per i difensori che superava con scatti fulminanti e imprevedibili dribbling. Tirava in porta con precisione di destro e di sinistro, spesso in corsa per cogliere in controtempo i portieri”.

Il noto giornalista e scrittore Lino Cascioli, da parte sua, nella Storia Illustrata della Roma (La casa dello Sport, Firenze 1986) scrisse che Selmosson era “una classica ala d’attacco, splendido contropiedista, amava partire da lontano, per raggiungere, palla al piede, una progressione spesso travolgente. Le sue volate non erano finalizzate tanto al cross quanto invece (e questa era la sua peculiarità) a quella conversione al centro che si completava con il tiro a rete. Non solo un’ala di assist, per intenderci, quanto un particolare animale da gol”.

Selmosson, soprannominato “Raggio di Luna per la sua ondeggiante bionda chioma, debuttò nella Roma alla seconda giornata di campionato (28.9,1958 Bari-Roma1-3).

La prima rete giallorossa la mise a segno contro la Juventus, campione d’Italia in carica il 19.10.1958 Roma-Juventus 3-0. Nel corso del campionato realizzò altri 15 gol.

Violò, dopo quella della Juventus, le porte dell’Inter, del Milan, della Lazio, dell’Udinese, del Genoa, di nuovo dell’Inter, del Napoli due volte (29.3.1959 Roma-Napoli 8-0. I giallorossi colsero anche 4 pali e l’arbitro De Marchi di Pordenone negò due rigori solari), di nuovo della Lazio e del Genoa (quattro volte!), dell’Alessandria e del Torino.

Dopo il gol segnati alla Lazio nel primo derby disputato contro la sua ex squadra ( 30.11.1958 Lazio-Roma 1-3), non esultò. L’episodio, che a quanto risulta non si era mai verificato prima, fu molto apprezzato dai tifosi di entrambe le squadre. Selmosson, professionista esemplare, anche nei successivi due derby continuò ad andare a segno.

Il fuoriclasse scandinavo, sempre corretto in campo e fuori,” punta imprendibile dallo scatto briciante”, nella successiva stagione del 1959-60 mantenne un alto rendimento. Al termine della stagione il suo score segnalò 31 presenze e 13 reti in campionato, 2 presenze in Coppa Italia, 2 con 1 gol in Mitropa Cup ((10.7.1960 Roma-Spartak Trnava 1-0) e 2 presenze con1 gol in Coppa delle Alpi (19.6.1960 Roma-Young Boys 1-0)

I gol, tutti di ottima fattura, vennero segnato alla Lazio, alla Spal, all’Inter, tra le sue vittime preferite, al Bologna, al Lanerossi Vicenza (2), al Napoli, altra vittima prediletta, al Palermo, alla Fiorentina, al Padova, ancora alla Spal ed alla Sampdoria (2),

La Roma, nell’ultima stagione di Selmosson in giallorosso, quella del 1960-61, presentava sulla carta una prima linea atomica formato da Ghiggia (Orlando), Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmosson (Menichelli), definita, per la presenza di calciati uruguayani, argentini, svedesi ed italiani, come “Attacco ONU”. Per problemi familiari “Raggio di Luna”, alle soglie del suo trentesimo compleanno, ebbe un rendimento deludente in termine di realizzazioni. Nelle 23 gare di campionato disputate mise a segno una sola rete (2.10.1960 Roma-Udinese 6-1), nelle 3 di Coppa Italia un a rete (5.4.1961 Roma-Fiorentina 4- 6) e nelle 4 di Coppa delle Fiere una rete (27.5.1961 partita di spareggio della semifinale Roma-Hibernian 6-0).

Al termine della carriera romanista, durata dal 1958 al 1961, “Raggio di Luna”, totalizzò 103 presenze e 34 reti in gare ufficiali (in Campionato 87 e 30 gol , in Coppa Italia 6 con 1 gol, in Mitropa Cup 2 con 1 gol, in Coppa delle Fiere 6 con 1 gol ed in Coppa della Alpi 2 con 1 gol. Lo svedese, con le sei presenze ed il gol messo a segno nella partita di spareggio della semifinale del 27.5.1961 contro gli scozzese dell’Hibernian,, finita 6-0 per i Lupi, diede un importate contributo alla vittoria della Roma della Coppa delle Fiere.

Il calciatore, amante del mare di Ostia, che raggiungeva spesso con la sua lussuosa Mercedes partendo dalla sua abitazione del Fleming, dopo l’ultimo anno, calato vistosamente il suo rendimento, non venne confermato dalla Roma.

Ritornò allora ad indossare la maglia dell’Udinese, rimanendo in Friuli dal 1961 al 1964 (73 presenze e 18 gol). Nel 2012 il Comune di Udine gli ha intitolato una Via della Città.

Precedentemente il connazionale Nils Liedholm aveva chiamato in suo onore Raggio di Luna unno spumante prodotta dalla sua azienda di Cuccaro.

Nel 2012 le Autorità Municipali di Gotene hanno eretto un monumento in suo onore.

Rientrato in patria, concluse la sua carriera agonistica nella squadra di calcio fondata nel 1919 del Skoevde AIK, per aprire poi un negozio di articoli sportivi.

Nel 2012 le Autorità Municipali di Gotene hanno eretto un monumento a sua gloria.

A conclusione di questi ricordo di Arne Bengt Selmosson, smentiamo che le sue gesta nelle squadre romane ed il suo esplosivo trasferimento dalla Lazio alla Roma abbiano ispirato a Garinei e Giovannini il testo e il titolo della commedia musicale “La Padrona di Raggio di Luna”, che con l’interpretazione di Delia Scala riscosse un grande successo. Il musical era stato, infatti, scritto e portato a teatro già nel 1955.

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