La banalità del bene
Ci sono momenti, nella vita delle donne, degli uomini e della storia, in cui l’epica cede il passo alla lirica, buona, silenziosa, intimistica. Ci sono momenti in cui v’è bisogno di ritrovare il bene nel consueto, nel normale, spesso aborrito. Per questo, occorre saperlo guardare di nuovo, con occhi inediti, che ci facciano cogliere quanto la sua fuggevolezza lo renda d’oro. Se non fossimo mai in grado di farlo, soccomberemmo o, forse, soccombiamo già senza accorgercene. È così che vorremmo che Empoli Ladies-Roma, incontro di calcio che si disputerà domenica 13 marzo alle 14 e 30, valido per la semifinale d’andata della Coppa Italia femminile, mostrasse tutti i caratteri della banalità del bene, per parafrasare il titolo del famoso capolavoro di Hannah Arendt. Nessuna metafora di Lupe, di assalto al potere e di gigantomachie oggi, da parte di chi scrive. Soltanto il piacere, e chissà per quanto, di poter parlare ancora di calcio. La Roma ad Empoli si gioca tanto della sua stagione, ma non è una novità, perché è una squadra e una società che sta diventando ambiziosa. Il pareggio di Torino contro la Juve lascerà probabilmente aperta la lotta scudetto fino alla fine e, se si dovesse superare l’Empoli, si approderebbe alla seconda finale consecutiva. Per la Roma sarebbe un traguardo importantissimo, una pietra miliare su un sentiero che si vuole percorrere. A parte l’infortunio di Ciccotti, la squadra di Spugna, un ex peraltro, si presenta con tutte le effettive a disposizione, comprese Haug e Mijatovic che hanno fatto le prime apparizioni. Ci si aspetta la formazione migliore per un impegno e un avversario durissimi. L’Empoli, infatti, ha conquistato la sua prima semifinale battendo la Fiorentina e, in campionato, ha addirittura sconfitto la capolista bianconera. La classifica delle azzurre non può e non deve ingannare. Pur prive di Prugna, che ha subito un brutto infortunio, le padrone di casa potranno schierare Cinotti, Domping, Bragonzi, Mella, almeno quattro giocatrici di assoluto rilievo. Nella Roma è il momento, sì, della compattezza, dell’aggressività, ma soprattutto, delle leader: Bartoli, Linari, Andressa, Giugliano, Serturini. Saranno loro a dover prendere in mano la squadra. La capacità di giocare finalmente corte, mostrata nelle ultime partite, non può che essere apprezzata, così come la solidità difensiva acquisita. Eppure è di nuovo lì davanti che servirà far gol e tutte dovranno aiutare al tiro. L’ex Glionna è attesa ancora all’ennesima prova significativa e, se poi giocherà Haug, tutti noi vogliamo vedere quello che promette, per domenica, ma anche per le prossime stagioni. Ci auguriamo, però, innanzitutto, che sia una festa sportiva, che le ragazze tutte abbiano sui loro volti i sorrisi per la fortuna e il privilegio che per loro ancora vuol dire stare bene e poter giocare a calcio, correre, competere in una disciplina che unisce e, come un contraltare agli eventi, sempre più dovrebbe unire. Vorremmo vedere Empoli e Roma contente, se è possibile anche per poco, della banalità del bene. Un privilegio.