Walter Sabatini
2 maggio 1955
di Francesco Goccia
Walter Sabatini, nato a Marsciano il 2 maggio 1955.
Ha giocato con la Roma, nella stagione 1976-1977 ed ha fatto il suo esordio il 3 ottobre, in occasione della partita Genoa-Roma 2-2.
Mister Liedholm ha schierato la seguente formazione: Quintini, Sandreani, Rocca, Boni, Santarini, Menichini, Conti, (76’ SABATINI), Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Prati.
È la partita del primo gol in serie A (anche se con la maglia sbagliata), di quello che poi negli anni, diventerà uno dei marcatori più prolifici della storia giallorossa, il “Bomber” Roberto Pruzzo.
Con la maglia giallorossa, Walter Sabatini ha realizzato una sola rete, in una partita non ufficiale. È il 12 agosto 1977 e la Roma gioca un’amichevole allo stadio comunale di Norcia contro la formazione locale.
La squadra schierata mister Liedholm è la seguente: Conti (46’ Quintini), Maggiora (46’ Sandreani), Rocca (70’ De Rossi), Boni (46’ Bacci), Santarini, Menichini, SABATINI (70’ De Tommasi), Di Bartolomei, Musiello (70’ Ugolotti), De Sisti, Prati (46’ Pellegrini).
La Roma vince 11-0 e Walter Sabatini realizza al 37’ la rete del momentaneo 3-0 (gli atri gol, li segnano al 15’ De Sisti, 33’ Musiello, 54’ Bacci, 70’ Pellegrini, 75’ autorete di Coccia, 80’ Ugolotti, 85’ Pellegrini, 87’ Pellegrini, 89’ Ugolotti).
Walter Sabatini, torna come Direttore sportivo alla Roma il 10 giugno 2011, quando firma ufficialmente il contratto con la società giallorossa.
Sono anni difficili, perché la Roma purtroppo ha una sua politica che è quella di vendere per poter poi riacquistare, e deve cercare di farlo sempre con la massima attenzione perché il margine di errore è veramente basso, si naviga a vista, sul filo del rasoio.
Proprio per questo, la società ha bisogno di una figura che conosca benissimo il suo lavoro e la scelta, ricade su Walter Sabatini, che possiamo dire senza ombra di smentita, risulterà l’acquisto migliore della gestione americana, targata Di Benedetto prima e Pallotta poi…
Il lavoro, che fa Walter Sabatini è indiscutibilmente unico e straordinario ed il perché di tale affermazione, è molto facile da capire.
Lui è uno che ama il suo lavoro, che non si mette in mano alla tecnologia come fanno tanti suoi colleghi, non bada ai numeri che escono attraverso i dati del computer, lui i calciatori li segue di persona, li vede attraverso migliaia di video, attraverso migliaia di partite allo stadio. Lui è innamorato del gioco del calcio, delle giocate, dei dribbling, dei controlli di prima, degli assist, di calciatori che danno del tu al pallone, un nome su tutti Erik Lamela.
Si fida delle persone che lavorano per lui, le guida passo dopo passo, le accompagna per mano in questo difficile mestiere, ma i risultati che ottiene, sono sotto gli occhi di tutti… o almeno, sono sotto gli occhi, di tutte le persone oneste e coerenti, che purtroppo nella nostra città in questo mondo del calcio, sono veramente poche.
Qui purtroppo, la comunicazione viene fatta a simpatia, vi ricordate la storica frase dell’indimenticato Presidente Franco Sensi? “Se la Roma avesse avuto una grande stampa romana…” parole che risuonano e riecheggiano ancora oggi come macigni perché corrispondono “purtroppo” alla verità.
Qui non sei bravo se fai bene il tuo lavoro ma sei bravo se vai a cena con questo o piuttosto con quell’altra persona; non sei bravo se porti giocatori importanti ma sei bravo se rispondi al telefono e dai notizie in esclusiva; non sei bravo se costruisci da zero una Roma vincente ma sei bravo solo e soltanto se stai al gioco delle parti.
E a questo gioco, il direttore non ci è mai stato e per questo secondo alcuni, è un personaggio scomodo, un personaggio da non cavalcare…
Per me invece, Walter Sabatini, è uomo vero, che ha dei valori indiscussi e che durante i suoi anni romani, ha dovuto subire tante chiacchiere, tante voci assurde, da parte di persone indefinibili e ignobili.
Lui ha dato la sua vita per la Roma, se qualcuno glielo avesse permesso, forse oggi non saremmo a mani vuote e in bacheca, avremmo qualche trofeo in più.
Certamente anche lui, qualche errore lo avrà fatto perchè nessuno è perfetto, ma solo chi fa’ può sbagliare…
Ho conosciuto personalmente Walter Sabatini che mi ha fatto il regalo più bello, in occasione dell’uscita del libro, scritto insieme al mister Tessari “La Grande Roma di Liedholm” venendo a presenziare alla mia presentazione. Lo ha fatto principalmente per un motivo, perché lui nell’anno in cui ha giocato alla Roma, ha sbagliato la sua valutazione nei confronti di mister Liedholm e ci ha tenuto personalmente, davanti ai microfoni, anche a distanza di tanti anni a sottolinearlo “È un atto dovuto verso Liedholm e in questo caso verso mister Tessari perché quell’anno li, sono stato una vera testa di… e ho sbagliato. Voglio chiedere scusa…”
Walter Sabatini è questo, è un uomo che ammette i propri sbagli, i propri errori, è un uomo vero, unico, straordinario, uno che può sempre camminare a testa alta. Straordinarie anche le sue parole, quando qualche mese fa ha rincontrato il Capitano, Francesco Totti.
“Totti era come la luce sui tetti al tramonto, una luce che non vuole mai morire, è vivida e arriva fino alla notte. Fino all’ultimo respiro è stato un grande calciatore e io sono stato fortunato a vederlo giocare, anche se sono stati gli ultimi anni. Ma ho un grande rammarico nella mia vita. Io gli dicevo di smettere perché avevo paura che le sue qualità declinassero, mi sarebbe dispiaciuto se avesse chiuso la sua carriera tramontando. Ho capito di aver detto una grande cazzata perché lui giocava divertendosi. La sensazione di aver fatto un grande errore con lui è aumentata. Fino all’ultimo si è divertito, quindi ti chiedo scusa Francesco. Ho fatto una cazzata, una delle tante della mia vita”
La risposta di un Totti, visibilmente commosso è stata la seguente: “Non ti preoccupare direttore, tutti facciamo le cazzate. È una frase bellissima, la terrò per sempre con me”.
Walter Sabatini, mi scuserà se dopo qualche anno dico questa cosa, perché lui non ha mai voluto mettere in risalto le bellissime cose che ha fatto con il cuore, ma è stato anche l’uomo che quando è venuto a conoscenza della situazione di Ludovica, la piccolina che aiutiamo da anni, e che combatte ogni giorno contro una malattia tremenda e bastarda che si chiama “Tay-Sachs” si è messo a nostra completa disposizione. E lo ha fatto, ci tengo a ribadirlo con il cuore in mano.
Bene queste parole, che oggi, nel giorno del suo compleanno, possono sembrare delle sviolinate, sono invece dovute, verso un uomo che ha dato veramente tanto alla nostra Roma e siamo certi che se mai un giorno, dovesse arrivare una chiamata dagli uffici giallorossi, lui alla Roma direbbe nuovamente Sì.
Tanta è la sua passione e il suo amore che non poteva che avere un figlio, tifosissimo della Roma e che in passato, da giovane lupacchiotto, siamo certi abbia anche spronato il papà su alcuni acquisti importanti.
Durante gli anni gliallorossi, qualcuno gli ha dato del Laziale, ma il sottoscritto, era presente il giorno in cui Walter Sabatini, ha annunciato in conferenza stampa il suo addio alla Roma e lo ha visto personalmente abbracciare tutti quanti e abbandonare tra le lacrime, dentro la sua Smart, quella che era diventata la sua seconda casa.
Sempre il sottoscritto era presente quando ha ricevuto il premio dal Giornale di Roma e dal Puff nella casa di Lando Fiorini (era il giorno in cui la Roma ufficializzava Monchi e di fatto dava il saluto definitivo alla Roma) e ha ringraziato commosso Roma, la Roma ma soprattutto i tifosi giallorossi.
C’è chi in città, si diverte a ricordare gli acquisti di Iturbe, Doumbia e Ibarbo, io non rispondo perché sarebbe troppo facile controbattere con i tantissimi campioni che hanno vestito, grazie a lui, la nostra maglia e che ancora oggi stanno facendo le fortune delle migliori squadre europee.
Mi piace però ricordare la Roma dei record, quella che per due anni, ha realizzato il record di punti più alti nella storia di tutti i nostri campionati; vorrei ricordare le tante Champions League giocate, il record delle 10 vittorie iniziali consecutive, i tanti secondi posti, dietro solamente alla Juventus che ha vinto tutti gli Scudetti …
Quando la Roma, ha scritto prima la storia nella “Remuntada” contro il Barcellona e successivamente le hanno scippato la finale di Champions League, nella partita contro il Liverpool, sulla carta come direttore figurava Monchi ma quella era ufficialmente la squadra, che Walter Sabatini, aveva minuziosamente costruito.
Quella straordinaria formazione, allenata da Eusebio Di Francesco, in quella notte magica era la seguente: Alisson, Manolas, Fazio, Juan Jesus; Florenzi, De Rossi, Strootman, Kolarov; Nainggolan (dal 32′ s.t. El Shaarawy); Dzeko, Schick (dal 28′ s.t. Under).
Tanti auguri Direttore, speriamo un giorno di riabbracciarti nella “nostra” Roma.