Maggio 9, 2025

di Giorgio Martino

GIUSTO COSI’ – Nel giorno della Candelora la Roma non meritava di perdere. Il Napoli non meritava di vincere (checché ne dica Conte). Ranieri ha fatto una saggia rotazione in mezzo ad Europa League e Coppa Italia anche se i deludenti intervistatori di Dazn si sono ostinati a chiedergli dei “titolari” non capendo, pur essendo quasi tutti ex calciatori, le esigenze di tre difficili partite in soli sette giorni. A gennaio il tecnico romanista è riuscito ad allargare a 18-19 la rosa di calciatori su cui può contare sempre con garanzia di rendimento. Invece non sono state efficaci le mosse di Conte che troppo presto ha cambiato i tre pericolosi attaccanti Neres, Lukaku, Politano spingendo anche psicologicamente la sua squadra ad arretrare di fronte ad una Roma sempre più arrembante.

LA QUALITA’ PAGA – I cervellotici cervelloni che parlano e scrivono della Roma, nel periodo buio del pre-Ranieri, avevano sentenziato che la cosiddetta vecchia guardia era composta da ex giocatori che erano anche indicati come quinte colonne ed esposti alla contestazione e ai fischi dei tifosi. Poi è arrivato Ranieri e si è affidato proprio a quei calciatori dotati di qualità per cercare di salvare il salvabile. E c’è riuscito. Sulla qualità di Dybala, Hummels, Paredes, Pellegrini, Mancini, El Shaarawy, ben affiancati dalla concretezza di Koné, Saelmaekers, Pisilli e il recuperato Cristante, ha costruito una squadra con una sua identità dignitosa, in grado di evitare il precipizio in cui stava sprofondando, col rientro nelle prime 10 della serie A e i play-off di Europa League.

FISCHI STUPIDI – I fischi a Cristante e Lukaku sono dimostrazione di stupidità, chiunque li abbia fatti e chiunque li abbia ispirati.

IL SORTEGGIO DI MURPHY – E’ stato il solito Murphy con la sua famigerata legge jellatissima a orientare il sorteggio dei play-off di Europa League verso il Porto invece che verso il più abbordabile Ferençvaros. Le astrusità del tabellone prevedono che la 24° e ultima, il Fenerbache di Mourinho, affronti il modesto Anderlecht e poi, eventualmente agli ottavi, una tra Olympiakos e Rangers 7° e 8°, mentre la Roma se la vedrebbe con una delle prime due, Lazio e Bilbao. A parte gli entusiasmi smodati degli imbonitori di Sky che passano più tempo a fare propaganda al prodotto, che a commentare i fatti, la nuova formula presenta delle crepe notevoli, compresa la collocazione durante il mercato di gennaio che impedisce l’impiego dei nuovi acquisti, ma impoverisce la lista di luglio per eventuali cessioni. Ancora una volta le decisioni dei dirigenti Uefa non tengono conto del fatto tecnico specifico, ma si preoccupano solo di aumentare gli introiti per le partite vendute a sponsor e a tv. 

GLI ESPERTI DI MERCATO – Per più di un mese costoro hanno elencato una cinquantina di nomi di difensori con lo stillicidio della trattativa a un passo dalla conclusione e il calciatore sempre più vicino. Poi l’ultimo giorno è arrivato Victor Nelsson di cui assolutamente nessuno aveva mai parlato.

UN DS PRESTANTE – Quando si dice che Ghisolfi è un uomo prestante non ci si riferisce all’aspetto fisico ma al modo di fare (o non fare) il suo mestiere: prestante come participio presente del verbo prestare. Nella sessione estiva aveva prestato Abraham al Milan prendendo sempre in prestito Saelmaekers, Bove alla Fiorentina, Kumbulla all’Espanyol, Darboe al Frosinone, Pagano al Catanzaro, Solbakken all’Empoli; poi a gennaio Le Fée, Hermoso, Dahl, Zalewsky e, se non li avesse stoppati Ranieri, anche Soulé e Shomurodov. La debolezza nelle trattative di Ghisolfi si evidenzia nelle cifre: per il prestito oneroso di Zalewsky la Roma ha preso 600 mila euro e l’eventuale riscatto di 6 ml. Per quello di Nelsson paga un milione ora e 12 se lo acquisterà: il danese vale il doppio del polacco?

HA BALLATO UNA SOLA ESTATE – Il titolo del famoso film del 51 che fu scandalo internazionale si adatta al mercato della Roma: Le Fée pagato 23 ml e dato via in prestito, Ryan australiano suggerito chissà da chi, Hermoso cui è stato fatto un contratto triennale senza senso a 3,5 ml l’anno e andato, ovviamente in prestito al Bayer Leverkusen, come Dahl. Degli altri acquisti estivi Abdulhamid e Sangaré non hanno giocato mai, o quasi, e lo stesso Soulé molto poco. In pratica uno dei più sconfessati mercati della storia della Roma

UNA BRUTTA TEMPISTICA – Nel primo pomeriggio di domenica proprio mentre i siti dei “mercatari” si scatenavano a parlare di un eccezionale blitz della Roma che stava sbaragliando la nutrita concorrenza per accaparrarsi il 20nne difensore georgiano dell’Empoli Saba Goglichidze, il calciatore entrava nella ripresa di Juve-Empoli, con i toscani in vantaggio 1-0 al posto dell’infortunato Ismajli che aveva fatto benissimo, e regalava subito dopo pochi secondi il pareggio a Kolo Muani che segnava ancora dopo 3 minuti ribaltando la situazione. Non poteva esserci peggior biglietto da visita. Infatti Ranieri si è affrettato in sala stampa a smentire il suo acquisto e poche ore dopo è arrivato Nelsson.

GALEOTTO FU IL GOL – Il secondo gol all’Eintracht (bella giocate di Soulé e rete di Shomurodov) ha orientato il mercato facendo restare a Roma sia l’argentino che l’uzbeko. Così Ghisolfi si è risparmiato due prestiti in uscita ed ha evitato l’incombenza di dover trovare due sostituti. E meno male perché, incuranti del senso del ridicolo, in quelle ultime ore di un mercato durato oltre un mese e cominciato all’insegna della necessità impellente di prendere un attaccante che sostituisse Shomurodov come alternativa a Dovbik, sono stati capaci di scrivere che Ghisolfi “accelera” per regalare a Ranieri un vice-Dovbik. Questa accelerazione è stata così fiacca che Ranieri (apparso molto contrariato prima di Roma-Eintracht riguardo al mercato e alle voci soprattutto di improbabili centravanti), ha fatto in tempo a cancellare tutto confermando Shomurodov. Ai meno giovani ha ricordato il Mago di Turi Oronzo Pugliese che, quando gli proponevano un acquisto tanto per comprare, rispondeva: “Peppa per Peppa, mi tengo Peppa mia”.

SCRICCHIOLII – Il viandante che dovesse capitare dalle parti del Centro Sportivo di Trigoria, sentirebbe dei sinistri e ripetuti scricchiolii: sono le sedie di alcuni dipendenti e non per colpa dei tarli. Pure la sedia di Ghisolfi scricchiola anche se negli ultimi mesi, più che il direttore sportivo ha fatto l’accompagnatore essendo rimasto l’unico dirigente su piazza. Purtroppo, per la Roma, da direttore sportivo si è dimostrato inadatto. Più di lui ha colpa chi lo ha mandato allo sbaraglio e lo ha lasciato solo ad affrontare problemi per i quali non era preparato. La cacciata della Soluloukou e l’arrivo di Ranieri sono stati i due fatti fortunati che gli hanno permesso di sopravvivere finora, ma il bilancio da d.s. è fallimentare.

SAUDADE – C’era una volta la “saudade” cioè il senso di nostalgia tipico della cultura portoghese-brasiliana espresso da poeti, musicisti, romanzieri. Anche qualche calciatore che veniva a giocare in Europa poteva andarci soggetto. Assai più rara e meno nota la nostalgia argentina che, però, esiste come insegna Paredes.

NIENTE SANREMO – Giovedì 13 febbraio niente Festival di Sanremo per i tifosi della Roma perché la terza serata è concomitante con l’andata ad Oporto. In famiglia potrebbe esserci bisogno di almeno due televisori. Per il ritorno del 20 prevista la marmellata di traffico da Prati a San Giovanni, dalla Magliana a Parioli, dal Flaminio all’Esquilino per l’inizio della partita alle 18,45.

RISOTTO (MANCATO) – Giuseppe Riso, poco più che 40nne calabrese trapiantato a Milano, uno dei più attivi procuratori di calciatori e fondatore dell’agenzia GRSports, è stato al centro di svariate ipotesi che riguardavano la Roma, dal ritorno di Frattesi all’arrivo di Lucca entrambi suoi assistiti, come lo sono              Cristante, Mancini, Baldanzi, e anche Maldini, Rovella, Tonali e il fugace allenatore giallorosso Juric. La prospettiva di un bel “risottino” con Frattesi e Lucca, o, almeno uno dei due, era allettante anche perché si trattava di due giovani già bravi e destinati a migliorare. Ma ormai l’inerzia che rende immobile la Società frena ogni velleità. A margine del mancato ritorno a Roma di Frattesi c’è da notare la violenta campagna contraria della Gazzetta dello Sport con una nutrita serie di articoli e interventi di pesante critica verso il calciatore che aveva espresso il piacere di tornare nella sua città e nella sua squadra. Bastonati pure il procuratore e l’intero entourage di Frattesi, accusati di fare il male del giocatore. Chissà perché alla Gazzetta non andava giù che Frattesi volesse andar via da Milano. Boh!!!

ZALEWSKY – Se Frattesi non è passato dall’Inter alla Roma, Zalewsky è passato dalla Rona all’Inter. Di nuovo Roma impotente in balìa dei capricci del calciatore e della prepotenza delle altre Società. Dopo che il giocatore aveva rifiutato qualsiasi cessione definitiva che avrebbe, se non altro, portato qualche soldo, la Roma ha dovuto effettuare il rinnovo per consentire il prestito all’Inter che, però, si è garantita il diritto e non l’obbligo di riscatto, per cui a giugno la Roma potrebbe ritrovarsi col cerino in mano e un calciatore immusonito in casa.

MAGARI – O anche “magara” come avrebbe detto il caro Carletto Mazzone: Artem Dovbik ha detto in una recente intervista di sentirsi un “mix tra Dzeko e Lukaku”. Sarebbe meraviglioso anche perché qualche vecchio tifoso malato di scetticismo aveva ripensato a Nicolé e Musiello, se non Muiesan e Da Silva.

L’AUMENTO DI CAPITALE – Per il 31 dicembre 2024 era previsto un aumento di capitale fino a 520 milioni per l’AS Roma, ma Friedkin l’ha rinviato all’anno prossimo. L’attuale capitale sociale risulta sottoscritto e versato per 93.942.205,19 euro ma è largamente insufficiente rispetto alle condizioni patrimoniali della società. Secondo l’ultimo bilancio al 30 giugno 2024 con una perdita operativa di 81,3 ml il patrimonio netto consolidato della As Roma era negativo di 407,7 ml. La Romulus and Remus investments controllata dalla Need dei Friedkin, negli ultimi due anni ha erogato alla società 322,5 ml di finanziamenti (235 ml nel 2022-23 e 90 nel 2023- 24) a cui si sono aggiunti fino a metà dicembre altri 10 ml ma gran parte di queste somme sono state utilizzate per il rimborso del prestito obbligazionario emesso nel 2019.                                                 Gli analisti dicono che le perdite totali ammontano a un miliardo e 14,48 ml. Finora grazie alla sospensione del codice civile dopo la pandemia del 2020, le perdite non sono state coperte se non parzialmente. Ma ora la ricapitalizzazione della società non è più rinviabile come fatto in tutti questi anni con numerosi annunci che poi però non sono stati messi in pratica. Il 2025 è un anno cruciale per l’esistenza della Roma e alcuni collegano il rinvio dell’aumento di capitale con l’intenzione di cedere la Società.                                                                       PS – A margine di questa molto preoccupante analisi finanziaria, viene da chiedersi come possa la Roma, che ha un miliardo di perdite, ipotizzare un progetto da un miliardo per la costruzione di un “suo” stadio di proprietà. Qualcuno potrà anche farlo ma non sarà mai di proprietà della AS Roma nonostante le trionfalistiche esternazioni del sindaco e del presidente della Lega Calcio davanti a Infantino.

NUMERI DA STADIO – Secondo i dati forniti da calcioefinanza.it per il girone di andata nella classifica della media spettatori nel 2024/25 in Serie A, il podio è composto da Milan, Inter e Roma. Il Milan ha avuto a San Siro 715.720 tifosi in 10 partite per una media di 71.572 a gara, mentre l’Inter ha una media di 71.378. La Roma è terza con 620.379 spettatori in 10 giornate (media 62.380) nonostante un andamento inferiore alle attese che ha interrotto la serie dei “tutto-esaurito” del periodo di Mourinho. Una Roma con una classifica migliore vale tra i 5 e i 10 mila biglietti in più a partita. Comunque anche se c’è stato questo calo in valori assoluti di biglietti venduti, la Roma conferma il suo potenziale di seguito dei tifosi, ma, tuttavia, i dati della media di riempimento del 91,82% la collocano al nono posto. La morale della favola è duplice: state attenti a non deludere la gente perché ci vuole poco a far crollare le cifre; riflettete su queste stesse cifre prima di avventurarsi in progetti improbabili. Siccome la matematica non è un’opinione il fantasticato impianto di Pietralata offrirebbe al proprietario (chiunque sia, ma è poco probabile che possa essere la Roma) una vendita massima di circa 20 mila biglietti in meno dell’attuale potenziale. Infatti bisogna considerare che la capienza non corrisponde a biglietti del botteghino perché una discreta quantità di posti è riservata a servizi, stampa, radio-tv, sponsor, omaggi, sicurezza, vie di fuga, eccetera.

PARCHEGGI – Per restare ai numeri da stadio sembra, però, che il progetto finora presentato al Comune prevede parcheggi per circa 4 mila auto e 10 mila motorini o bici, che corrispondono a circa 20 mila spettatori. Qualcosa non torna nei conti perché il protocollo prevede un posto auto ogni tre spettatori.

CIAVETE ROTTO – Non bisogna essere professori di linguistica per capire che scrivere “c’avemo”, “c’avete” è sbagliato, soprattutto per giornali e siti romani: per rendere foneticamente il suono corretto palatale della “c” si deve scrivere “ciavemo”, “ciavete” altrimenti con l’apostrofo la pronuncia diventa “cavemo” e “cavete” che farebbero girare nella tomba i grandi autori romaneschi da Belli a Trilussa. Anche in questo caso si ripetono a pappagallo le frescacce altrui senza riflettere su quello che si si scrive. E non c’è uno straccio di direttore, caporedattore, caposervizio, che se ne accorga. Forse sono troppo impegnati per perdere tempo a leggere il loro giornale.

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