Gli Asterischi del 30 luglio 2025

di Giorgio Martino
L’ALBERO DEL PERO – A Roma c’è un enorme pero su cui albergano tanti giornalisti che, ogni tanto, scoprono delle cose che avrebbero dovuto sapere, si stupiscono e cadono giù. A metà luglio si sono accorti che la Roma non aveva ancora preso nessun nuovo acquisto, facendo finta di non conoscere le reali difficoltà che il buon Ranieri aveva anticipato mesi fa. Ma loro si sono trastullati con i tesoretti immaginifici, i 100 milioni messi a disposizione chissà da chi, con i 5-6 nuovi giocatori espressamente pretesi da Gasperini, eccetera, eccetera. Hanno fatto finta di non capire la tremenda necessità di vendere buona parte di una rosa senza mercato e, comunque, non aderente alle esigenze dell’allenatore. E’ una “condicio sine qua non” come diceva il mitico presidente del Bologna Dall’Ara: sine qua non, siamo qua noi.
FIAT LUX -A proposito di frasi storiche c’era pure Fiat lux, faccia lui. Invece facciamo luce col recente passato frugando nelle statistiche degli acquisti a metà luglio ricordando che a giugno del 2000 fu presentato all’Olimpico Batistuta che avrebbe dato un formidabile contributo allo scudetto. Dal 200 al 2008 negli anni di Frano Sensi erano già stati acquistati Panucci, Chivu, Guardiola, Dellas, Mexes, Tonetto, Cassetti, Taddei, Julio Sergio, Juan, Giuly, Riise. Poi arrivarono gli americani e con Sabatini a metà luglio già c’erano Skorupski, Benatia,Maicon, Iturbe che era considerato il “ckak”, Iago Falque. Nel ‘16 Alisson, Mario Rui, Juan Jesus, Rudiger, El Shaarawy (e poi quell’anno anche Szczesny, Salah e Dzeko). Quindi Karsdorp e Pellegrini. Siamo arrivati al 2018 e troviamo con Marcano, Bianda, Coric e Fuzato anche Pastore. Kluivert, Mirante e il giovane Zaniolo quasi sconosciuto. Nel 19 c’erano a metà luglio Pau Lopez, Diawara, Spinazzola e Mancini. Il ’20 fu l’anno del Covid che spostò il mercato ad agosto proprio quando Dan Friedkin divenne proprietario della Roma. Il primo acquisto fu Pedro poi sciaguratamente regalato alla Lazio. Nel ’21 i riscatti di Ibanez e Reynolds e il nuovo portiere Rui Patricio segnalato da Mourinho che era stato il vero colpo il 4 maggio. E l’anno dopo ancora grazie a Mourinho arrivano gli svincolati Matic e Svilar mentre Tiago Pinto acquista Celik. Nel ’23 gli svincolati Ndicka e Aouar, l’anonimo Kristensen e Llorente in prestito. Nel 24 Ghisolfi non migliora il rendimento di Pinto e dura meno del portoghese in un ruolo in cui ci vuole competenza. A metà luglio ha portato Le Fèe, Sangarè, Ryan e Angelino. Ne poteva fare a meno. E’ stato un asterisco di sola statistica, ma un po’ di storia può essere istruttiva.
I CAPPONI DI RENZO – Nei Promessi Sposi quando Renzo va dall’avvocato Azzeccagarbugli, gli porta dei capponi che lungo il percorso continuano a beccarsi l’un l’altro, proprio come hanno fatto nella trattativa per Rios, quelli che si erano autoproclamati “esperti di mercato”. Se uno diceva 23, l’altro diceva 25; se uno diceva 30 l’altro diceva 31, ma subito un altro correggeva in 28+3; se uno citava dal Brasile l’altro riportava dalla Colombia ed erano prontamente smentiti da quello che riferiva dal Portogallo; se uno diceva che erano ore calde, per l’altro la trattativa si era raffreddata e, ovviamente, c’era chi la definiva tipepida; se uno diceva che era stato allertato il dipartimento sanitario della Roma, l’altro smentiva categoricamente una visita medica prenotata; quando uno frenava l’altro accelerava, così questa benedetta trattativa saliva e scendeva incessantemente. IIl bello è che tutto questo veniva rigorosamente riportato, addirittura con l’ora di emissione come aggiornamento di notizie che non erano notizie ma erano prese in considerazione come se fossero notizie vere. Abbiamo preso in considerazione l’affare Rios, ma il discorso vale per tutti gli altri nomi passati, presenti e futuri.
FRA IL SERIO E IL FACETO – L’altro giorno il Messaggero ha scritto che “Gasperini fa sul serio”. Però non ha specificato se gli altri allenatori, da Conte a Sarri, da Allegri a Ranieri (tutta gente che vanta un curriculum di tutto rispetto), siano abituati a fare per scherzo.
DIFFORMITA’ – C’è un’evidente sproporzione tra la valutazione dei calciatori che la Roma vorrebbe acquistare e quella dei suoi giocatori in organico. Per comprare si va dai 30 milioni in su. Per quelli che vorrebbe vendere si arriva al massimo a un prestito con eventuale diritto di riscatto a quattro soldi.
QUALCUNO MENTE – Gli “esperti” di mercato, parlanti e scriventi, hanno ripetuto fino alla noia che il marocchino El Ayanoui del Lens era a un passo dalla Roma, già d’accordo con la Roma e la trattativa era ai dettagli. Però ha giocato un tempo intero dell’amichevole con lo Standard e il suo allenatore ha detto che se fosse stato vicino alla cessione non avrebbe giocato neanche un minuto. Qualcuno dice delle bugie.
L’ARROSEUR ARROSE’ – L’innaffiatore innaffiato ‘ il titolo di uno dei film che i fratelli Lumière proiettarono nel primo spettacolo pubblico di cinematografo del 1895 a Parigi quando “inventarono” il cinema. La scena comica mostra un giardiniere che manovrando male una pompa con cui doveva innaffiare finisce lui stesso innaffiato. E’ successo lo stesso ai maldestri pennivendoli che, odiando Mourinho, avevano trionfalmente scritto che il Milan aveva beffato Mou strappandogli il difensore Brown che, invece, ha preferito proprio il Fenerbahçe di Mourinho. I Lumière avrebbero titolato: “I beffatori beffati”.
MERCI BEAUCOUP – Restiamo in Francia, sempre a Parigi dove hanno mandato un messaggio di sentito ringraziamento al connazionale Florent Ghisolfi che è stato capace di perdere a zero il promettentissimo portiere della Primavera, addirittura messo fuori squadra da gennaio, Renato Marin, classe 2006, che ha potuto firmare un bel contratto fino al 2030 col Paris Saint Germain. Se restava un altro po’ a Roma, Ghisolfi con i suoi nodi così poco diplomatici, avrebbe fatto andar via il Papa da San Pietro.
I CORRIDORI – Gasp ha fretta – La Roma accelera – Massara va di corsa e il giorno dopo accelera anche se viene descritto perennemente rinchiuso nel suo ufficio – Ma anche Dybala va di corsa – E c’è pure la corsa a due fra Rios ed El Ajanoui – Rensch si taglia le ferie e corre a Trigoria – Gasp li farà correre tutti – Tutti vanno di corsa per Gasp – Chi non corre è perduto – Paredes va di corsa a Buenos Aires – I tifosi del Boca vanno di corsa ad accogliere Paredes – Dopo una trattativa di soli sette mesi Svilar si è precipitato di corsa a firmare il rinnovo – Secondo il sindaco a Pietralata accelerano gli scavi, ma poi si scopre che sono fermi – Dal Texas i Friedkin accelerano il silenzio. C’è molta (troppa?) frenesia intorno e dentro la Roma.
NB: Non c’è niente di inventato in queste frasi: sono tutti titoli autentici di giornale.
IL MISSIONARIO – I garruli opinionisti romani (in attesa di opinioni) attribuiscono a Gassperini un inedito ruolo di missionario e gli affidano una serie d missioni. Talvolta, in un impeto di fantasia cinematografica perfino ina “mission impossible”. La missione principale è farli correre tutti; poi deve trasformare Dybala e Pellegrini in culturisti da body building; poi far diventare Dovbik un nuovo Retegui; poi far vendere Gollini e cercare un secondo portiere perché con Gollini c’erano già state incomprensioni all’Atalanta; poi deve portare il vino Freisa prodotto dai suoi vigneti dell’astigiano in Champions League. Prosit.
FAMO A CAPISSE – Walter Sabatini commentando i recenti successi della squadra di Luis Henrique, anche se prima della fragorosa sconfitta contro il Chelsea di Maresca nella finale americana del Mondiale per club, ha detto che: “oggi è il miglior allenatore. La Roma non lo capì”. In realtà fu lui a non capire la Roma, a preferire i giovani e acerbi Viviani Okaka Verre e Caprari a Totti e Borriello facendosi eliminare già nei preliminari di Europa League dal modestissimo Slovan Bratislava. Il tecnico spagnolo non capì perché era inesperto, non aveva mai allenato una prima squadra ma solo formazioni giovanili, non si era mai trovato a fronteggiare qualificazioni europee ma nemmeno impegni settimanali di un Campionato complesso ed esigente come la Serie A. Non sembrò neanche in grado di sopportare lo stress della gestione di una squadra molto più importante di una cantera. Quell’anno fu lui a non capire (anche se non ci voleva molto per capire quanto fosse indispensabile in partita uno come Totti), magari anche per un po’ di quella presunzione che è emersa anche recentemente. Sicuramente, poi, ha imparato bene, magari aiutato dal sostegno di Società che gli hanno messo a disposizione il meglio del calcio mondiale. Però non è corretto scaricare sulla Roma, che non avrebbe capito, il suo fallimento del 2011-12.
UN BEL TACER – Giovedì 16 luglio intervenendo alla trasmissione di Rai Radio Uno “L’Italia in diretta” il sindaco Gualtieri ha voluto ribadire che i lavori per lo stadio “sono in fase avanzata, la società sta facendo tutti i sondaggi per arrivare al progetto definitivo che noi attendiamo”. Purtroppo pochi minuti dopo è uscita una nota che affermava “scavi archeologici fermi da circa 15 gg in attesa della perizia sulla presenza del bosco e della consegna ad #ASRoma dell’area ex autoricambi”. Come mai in Comune non sapevano che gli scavi erano ferm?
INCHIESTA PRISMA – Agnelli, Nedved, Paratici hanno chiesto il patteggiamento da 11 mesi a un anno e 8 mesi. Le accuse, a vario titolo, contestate nell’inchiesta sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. In particolare, secondo l’accusa, si ipotizzano plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid. Circa duecento fra azionisti, oltre a Consob e associazioni consumatori, sono parti civili nel procedimento. La decisione del gup Anna Maria Gavoni è attesa per il prossimo 22 settembre.
INERZIA DEL CERVELLO – Tra le tante parole usate a vanvera ma ripetute a pappagallo soprattutto dai cosiddetti calciatori-opinionisti che fanno le seconde voci (e a cui viene troppo incautamente affidato il microfono sostituendo il giornalista vero o presunto tale), c’è l’inerzia. Credono erroneamente che significhi “andamento” e pontificano che “l’inerzia della partita” è cambiata dopo un certo episodio, o l’ingresso di un certo giocatore. In realtà l’inerzia è la condizione d’immobilità o inattività dovuta a cause esterne (una malattia invalidante) o un volontario abbandono fisico o spirituale per indolenza o pigrizia. In senso figurato l’inerzia di un governo o di un dirigente responsabile provoca l’inerzia, cioè la mancanza di attività di un Paese o un’azienda. Perciò ogni volta che sentiamo questa parola in tv, sappiano che si tratta dell’inerzia del cervello di chi parla.
MANCHESTER – A proposito di linguaggio televisivo alcuni cronisti, penando di essere originali, pronunciano Manchcster che ha tre sillabe come Napoli, e come Napoli è una parola sdrucciola con l’accento sulla terzultima, Manchèster come se fosse piana con l’accento sulla penultima. E’ sbagliato come sarebbe sbagliato pronunciare Napòli. Un esempio negativo viene da un cronista Sky di Napoli che ha ripetutamente sbagliato in occasione dell’arrivo di De Bruyne dopo dieci anni di Manchester City. Nessun responsabile dell’emittente lo ha avvertito dell’errore.