Novembre 23, 2024

Emidio Oddi, nato Castorano ( AP ) il 22.7.1956. 
In famiglia gli venne dato il soprannome di Midio o di Emì. Quando passò nella squadra primavera dell’Ascoli i compagni cominciarono a chiamarlo non con il suo nome di battesimo di Emidio, Patrone di Ascoli Piceno, ma Mimmo, soprannome che gli è poi rimasto per sempre.
Mimmo è stato tra i sei calciatori nati nelle Marche che hanno giocato nella Roma. Hanno indossato la maglia giallorossa, oltre a lui, Trentino Bui attaccante nato a Pesaro nel 1915, Mattia Destro attaccante nato ad Ascoli Piceno nel 1991, Enzo Matteucci portiere nato ad Ancona nel 1933, Luciano Panetti portiere nato a Porto Recanati (MC) nel 1929 e Sergio Petrelli difensore nato ad Ascoli Piceno nel 1944.
Il coriaceo calciatore ha iniziato a giocare da attaccante nella Castoranese, squadra del suo paese natale, dove poi, per esigenze di squadra, lo trasformarono in terzino. A 16 anni approdò nella Primavera dell’Ascoli, con la quale rimase fino a 19 anni. Ebbe tra i compagni di squadra, che poi esordirono in serie A, il portiere Fabio Brini ed il difensore Donato Anzivino. Dopo l’Ascoli, giocò con la squadra del Sulmona. Tornato con i bianconeri fece un passaggio in prestito di un mese nel Brindisi per passare poi alla Fermana, allenata da Ettore Trevisan. La sua carriera proseguì prima nell’Ancona, allenata da Giovanni Mialich e dal 1979 nel Verona. Rimase nella squadra veneta dalla stagione 1979-1980 a quella del !982-1983. I primi tre anni in serie B e l’ultimo in serie A. In ordine cronologico ebbe nella squadra scaligera come allenatori Fernando Veneranda, Giancarlo Cadè e gli ultimi due anni Osvaldo Bagnoli, con il quale nel 1981-1982 vinse il campionato di serie B.
Nel massimo campionato 1982-1983 con i veneti esordì in serie A il 12.9.1982 contro l’Inter marcando il tedesco Hansi Muller. La settimana successiva incontrò la Roma, poi laureatasi campione d’Italia.
Oddi, sia all’Olimpico che al Bentegodi, scese in campo da terzino con un forte Verona- a fine campionato i veneti si classificarono al quarto posto dietro la Roma, la Juventus e l’Inter – avendo come compagni, tra gli altri, gli ex giallorossi Marangon, Spinosi e Penzo. Il 19.9.1982 i lupi capitolini vinsero in casa con un gol realizzato al 45’ del s.t. di Agostino Di Bartolomei. Il difensore marchigiano marcò con successo Maurizio Iorio. La partita di ritorno, spettacolare e combattuta, terminò 1-1. La Roma, priva dell’infortunato Paolo Roberto Falcao, che volle vedere la partita sugli spalti insieme ai tifosi giallorossi, passò in vantaggio al 27’ del 1.t. con un gol di Iorio ed il Verona pareggiò due minuti dopo, neanche a dirlo, con l’ex Penzo.  
La Roma scudettata, nel preparare il nuovo campionato e la Coppa dei Campioni ebbe il problema di sostituire lo straordinario zar Pietro Vierchowod, rientrato per fine prestito alla Sampdoria che aveva la proprietà del suo cartellino.
La Società giallorossa riprese nei ranghi Dario Bonetti ed acquistò Mimmo Oddi per le sue doti di scattista e di indomabile combattente. Quando Emiliano Mascetti, allora Direttore Sportivo del Verona, contattò Oddi in vacanza per comunicargli la sua cessione, il calciatore dopo avere saputo che la Società acquirente era la Roma Campione d’Italia che doveva disputare la Coppa dei Campioni, quasi svenne per la gioia.
Il difensore, che aveva sempre giocato ad uomo, ebbe un periodo iniziale di difficile adattamento nel giocare a zona, come la Roma, che fu la prima squadra in Italia, a schierarsi così.
Con il suo carattere forte, mettendo in campo la sua proverbiale grinta, il suo costante impegno e la sua feroce determinazione, superò presto questa fase. In campo venne aiutato costantemente da Falcao. Quando Mimmo anticipava l’attaccante avversario o gli sradicava il pallone dai piedi, il “Divino” gli si avvicinava per farsi consegnare il pallone per iniziare lui l’azione. A volte il Brasiliano lo spronava ad avanzare andando a coprire la zona lasciata libera. Il compagno con il quale legò maggiormente fu l’estroverso Bruno Conti.
Oddi, nonostante la forte concorrenza di Nela, con il quale strinse una forte amicizia, di Maldera, Bonetti, Righetti e Nappi disputò 18 gare di campionato e ben 7 su 9 in Coppa dei Campioni. Utilizzato prevalentemente a terzino, a volte venne impiegato come centrale a protezione di Agostino Di Bartolomei quando veniva retrocesso in difesa per costruire il gioco dal basso. Nils Liedholm, che stimava Oddi, per migliorare le sue qualità tecniche, lo convocava mezz’ora prima dell’allenamento collettivo per farlo esercitare nei fondamentali. La stima del “Barone” nei confronti del difensore, venne confermata dal fatto che lo impiegò in sette partite di Coppa dei Campioni. Dopo la gara d’andata all’Olimpico, finita 3-0 per i giallorossi, nella gara di ritorno contro la Dinamo Berlino, Oddi mise a segno la rete del momentaneo vantaggio romanista. Lasciamo al protagonista la narrazione di questa rete così come riportata in un suo articolo pubblicato sul numero di giugno 2020 de “IL GIORNALE DI ROMA“. Scrive Oddi “Nel ritorno, ho iniziato dalla panchina, poi però si è fatto male Sebino (Nela), il campo era ghiacciato, purtroppo c’era un alto rischio di infortuni e sono dovuto entrare di corsa, non mi sono neanche scaldato però, poco dopo, ho fatto anche gol. Ricordo benissimo l’azione: loro erano in attacco, io mi trovavo addirittura alle spalle di Tancredi, che, recuperato il pallone lo ha lanciato lungo verso Falcao: Io ho iniziato a correre spingendomi in attacco, ne è venuta fuori un’azione di contropiede. Falcao ha passato il pallone a Cerezo che con la coda dell’occhio mi aveva visto arrivare, quindi ha fatto una finta e mi ha lasciato il pallone. Sono arrivato in corsa ed ho calciato anticipando il difensore che mi si era gettato addosso in scivolata. A dire la verità volevo calciare il pallone a destra del portiere invece ne è uscito un tiro imparabile che è finito sull’altro palo: ammetto tranquillamente che la volevo mettere sull’altro palo, ma ho fatto gol quindi è andata assolutamente bene così ! Ho provato una gioia incredibile, anche perché da difensore non ero abituato a segnare molto ed ero riuscito a farlo addirittura in Coppa dei Campioni. E’ stato il gol che matematicamente ha spento i sogni di rimonta dei tedeschi, che poi hanno vinto 2-1, ma hanno segnata a partita abbondantemente finita”.
La stagione si concluse con la Roma vincitrice della sua quinta Coppa Italia con il contributo determinante di Oddi, che giocò 11 delle 12 partite in programma.
Nella stagione 1984-1985, al posto di Liedholm subentrarono formalmente Roberto Claguna come allenatore e Sven Goran Eriksson come Consigliere Tecnico. In quel periodo, infatti, non era consentito ai tecnici stranieri di allenare squadre italiane. Sotto la guida di fatto del giovane Mister svedese il rendimento di Oddi crebbe notevolmente. Il nuovo gioco della Roma, basato sul pressing, sull’intensità e sulla velocità delle azioni, si dimostrò particolarmente adatto alle caratteristiche del giocatore. Grazie anche ai consigli del massaggiatore Vittorio Boldorini, che lo spinse a curare maggiormente i rapporti con la stampa e con i tifosi, il calciatore, con il suo carattere aperto e leale, si integrò completamente con la Città eterna, conquistò tutti coloro che entrarono in contatto con lui.
Spontaneamente e con piacere si prestò ad intervenire alle manifestazioni di solidarietà promosse dai tifosi. Tra gli altri, Il Gruppo Zoofilo Romano ed i Ragazzi del Don Orione hanno sempre potuto contare sulla sua disinteressata ed affettuosa partecipazione. I Giovani ospiti dell’Istituto Don Orione, condotto dal popolare Don Primo, dopo la Befana Giallorossa del 1985, organizzata dagli “Amici della Roma”, ricevettero da quest’ultimo i biglietti dello stadio per assistere ad una partita della Roma. Volendo contraccambiare la disponibilità del calciatore, interpretando il pensiero della Tifoseria Giallorossa, esposero allo stadio un lenzuolo bianco con la scritta ODDI LEONE. Considerato che era difficile che in quegli anni degli striscioni venissero confezionati per un singolo calciatore, per Oddi l’onore fu grande. Da allora a tutti venne spontaneo continuare a chiamarlo con questo emblematico soprannome.
Al termine della stagione Oddi contò 28 presenze in campionato, tutte con la maglia numero due, – saltò solo Roma-Como e Cremonese-Roma – 6 in Coppa Italia e 5 in Coppa Uefa. Affrontò, spesso con successo, attaccanti del calibro di Maradona, Zico, Platini Rummenigge, Boniek Diaz, Francis, Virdis, Mancini, Vialli, Elkjaer, Paolo Rossi, Giordano, Socrates, Dirceu, Altobelli, Schachner, Galderisi, Bertoni, Laudrup e Juary.
Nell’anno della rincorsa alla Juventus, strabattuta all’Olimpico con un sonoro 3-0, la Roma a detta di tutti mise in mostra il miglior gioco del campionato. Le 51 reti segnate, 8 in più della compagine bianconera, non furono però sufficienti per vincere lo scudetto a causa dell’incredibile sconfitta subita in casa ad opera del già retrocesso Lecce, che nelle precedenti 14 trasferte aveva raccolto un solo punto. La profonda ferita non si è ancora rimarginata nel cuore dei tifosi romanisti e dubitiamo che ciò possa mai accadere.
Interpellato anche recentemente da chi scrive, Oddi ha detto di non essere in grado di fornire una spiegazione di quella imprevedibile sconfitta. Ha dichiarato che forse dopo una lunga rincorsa la fatica si era fatta sentire e che, sempre forse, i giocatori giallorossi avevano un po’ snobbato il facile impegno ed, infine, che anche lui continuava a pensare con sofferenza a quell’evento da incubo.
La stagione 1985-1986, che vide impegnato Oddi Leone complessivamente in 40 gare ( 27 di campionato e 13 di Coppa Italia ), fu comunque estremamente positiva. In campionato la squadra di Boniek e compagni si classificò al secondo posto e mise in bacheca la sua sesta Coppa Italia, mettendo in mostra un gioco spumeggiante sprigionato in tutte le zone del campo. Vennero inoltre lanciati diversi giovani: Vincenzo Bencivenga, Stefano Desideri. Antonio Gespi, Attilio Gregori, Stefano Impallomeni, Settimio Lucci, Paolo Mastrantonio, Fabio Petitti e Sandro Tovalieri. Grazie a questi giocatori fu possibile sopperire alle assenze nelle partite finali di Coppa Italia di Ancelotti, Bruno Conti, Nela, Tancredi e Boniek, impegnati nei campionati del mondo e di Cerezo infortunato, che riuscì a disputare solo gli ultimi 5 minuti della partita di ritorno della finale 
Roma-Sampdoria segnando il definitivo 2-0. La vittoria fu resa possibile dall’impegno dei veterani Giannini, Graziani, Oddi e Pruzzo e di Gerolin, Di Carlo e Righetti. Nei suoi primi tre anni di Roma, Oddi Leone portò a casa una finale di Coppa dei Campioni, due secondi posti in campionato e due vittorie in Coppe Italia.
Avara di soddisfazioni per la squadra fu invece la travagliata stagione 1986-1987 – Eriksson venne esonerato il 3.5.87 e sostituito nelle ultime due partite di campionato da Sormani – che si concluse con i giallorossi che, dopo essere stati eliminati dal Saragozza ai sedicesimi della Coppa delle Coppe (con Oddi assente in entrambe le partite) ed agli ottavi di finale dal Bologna in Coppa Italia, si piazzarono al 7 posto in classifica. L’annata fu funestata anche dal grave infortunio subito da Nela al 18’ minuto del 1.t. di Roma-Sampdoria del 10.5.1987. Oddi disputò con un rendimento medio alto 26 gare di campionato e tre di Coppa Italia. Segnò il suo primo gol in giallorosso nella partita di Coppa Italia Piacenza-Roma del 27.8.1986, conclusasi 4-2 per i lupi giallorossi.
Con il ritorno in panchina di Nils Liedholm e gli acquisti di Collovati Domini, Manfredonia, Policano, Signorini, Tempestilli e Voeller la Roma nella stagione 1987-1988 tornò ai vertici del campionato classificandosi al terzo posto dopo il Milan di Gullit, Van Basten ed Ancelotti ed il Napoli di Maradona, Careca e Giordano. Oddi, oltre che a tre partite di Coppa Italia, scese in campo in 26 partite di campionato. Spostato a sinistra per sopperire alla prolungata assenza di Nela, si adattò benissimo alla nuova fascia mancina, cogliendo anche la soddisfazione di segnare due gol. Il primo lo mise a segno in Pisa-Roma 1-1 del 14.2.1988 ed il secondo, indimenticabile, al San Paolo il 6.3.1988.
Con la Roma in vantaggio, 1-0 grazie al gol di Giannini, realizzato al 20’ del 1.t. su lancio in profondità dello stesso Principe, Oddi Leone, partito a razzo in contropiede, sollevandosi da terra per dare maggiore forza fece partire un perfetto tiro di collo che superò imparabilmente il portiere Garella. Mimmo ricorda ancora il silenzio tombale che calò sullo stadio. Per la cronaca la partita terminò con il risultato di 2-1 per i giallorossi e forse la sconfitta costò al Napoli lo scudetto.
L’ultima stagione romanista del terzino dal cuore d’oro del 1988-1989 venne ricordata come quella di Andrade e Renato Portaluppi, del provvisorio esonero di Liedholm e dello spareggio per l’ammissione alla Coppa Uefa tra la Fiorentina e la Roma, conclusosi con la vittoria dei gigliati per 1-0 con rete dell’ex Pruzzo.
Oddi, con il ritorno in campo di Sebino Nela, venne schierato prevalentemente al centro della difesa senza che il cambiamento di ruolo incidesse più di tanto sul suo rendimento, che si mantenne su buoni livelli.
Giocò 27 partite di campionato, 4 di Coppa Italia e 4 in Coppa UEFA. Era in campo nell’epica partita Norimberga-Roma 1-3 dopo i tempi supplementari, nella tumultuosa Partizan Belgrado-Roma 4-2 ed in quella di ritorno che suggellò la rivincita per 2-0 della Roma poi eliminata dai tedeschi orientali della Dynamo Dresda.
Dopo le sei stagioni trascorse con la Roma, Oddi, con complessivamente 207 presenze e 4 gol, a trentatre anni venne ceduto all’Udinese del Presidente Giampaolo Pozzo, allenata da Bruno Mazzia. Con i friulani fece il suo esordio in campionato proprio contro la Roma alla prima giornata. La partita del 27.8.1989 si concluse con il risultato di 1-1 Nella stagione disputò da terzino destro 22 partite. Rimase ancora nell’Udinese fino al 1992, per svolgere poi nella stessa Società la funzione di team menager.
Nella stagione 1994-1995 iniziò la carriera di allenatore. Occupò le panchine del Martinsicuro, Santegidiese, Camerino, Sangiustese, Truentina Castel di Lama, Recanatese, Monturanese, Mosciano, Jesina, Pescina Valle del Giovenco, Castel di Sangro, Pagliare, Monturanese, Monsampolo, Martinsicuro, Sulmona e Folgore Veregra tutte squadre dilettantistiche nazionali e regionali delle Marche e dell’Abruzzo.
Come giocatore, come dirigente e come allenatore ha accumulato uno straordinario bagaglio di esperienza calcistica da non temere confronti.
Emidio, Midio, Emì, Mimmo Oddi Leone, per quanto ha poi dato nelle 207 partite ufficiali nelle quali è sceso in campo con la gloriosa maglia della Roma, è rimasto nei cuori di tutti i tifosi della Roma, che lui continua a frequentare anche quando, per incontrali e condividere con loro tanti ricordi, si deve sottoporre a faticosi viaggi.

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