Settembre 19, 2024

di Fabrizio Grassetti

Enore Boscolo, nato ad Udine il 18 luglio 1929. 
Ala ambidestra, alto 1,70 per 65 chilogrammi di peso, ha iniziato a giocare nel Codroipo per passare poi, nella stagione 1946-1947 all’Udinese, che militava in serie B.
Con le zebrette, rimase anche nel campionato 1946-1947, che si concluse con la retrocessione della squadra friulana in serie C. Nel campionato 1947-1948 restò ancora ad Udine.
La stagione successiva, venne dato alla Triestina, prima in prestito e successivamente ceduto a titolo definitivo, previo pagamento di 5 milioni. Con la squadra giuliana rimase dal 1949 al 1953, disputando 118 partite, tutte in serie A, nelle quali realizzò 37 gol. Debuttò nella massima serie il 4.12.1949. L’esordio fu di quelli che tutti i calciatori sognano. La Triestina superò il Torino 3-0 e Boscolo segnò 2 gol. Il primo, messo a segno dopo pochi secondi di gioco, fu il più veloce del campionato.
Lo stesso Torino, rimasto impressionato dalla prestazione dell’ala , l’anno dopo lo acquistò.
Con i granata giocò un bel campionato. 32 furono le gare nelle quali scese in campo e 4 furono le reti messe a segno.
Nella stagione 1954-1955 venne tesserato dalla Roma del Presidente Renato Sacerdoti.
Del campionato trascorso in giallorosso scriveremo dopo. Nella stagione 1955-1956 approdò al Lanerossi Vicenza, scendendo sul terreno di gioco in 11 partite, siglando 4 gol. Il 5.2.1956, schierato centravanti, nella prima giornata del girone di ritorno, da ex avvelenato – il calciatore aveva un carattere difficile ed era rimasto insoddisfatto del suo limitato utilizzo da parte della Roma nell’anno trascorso nella Capitale – segnò due gol con i quali il Lanerossi Vicenza superò la Roma per 2-0.
Al termine della stagione passò al Padova. Nella squadra veneta rimase dal 1956 al 1959. Complessivamente disputò 50 incontri, gonfiando la rete in 8 occasioni.
Concluse la carriera professionistica nel Taranto, che lo schierò solo in 8 occasioni. Boscolo ha anche giocato una partita nel 1951 con la Nazionale B e sempre una gara nel 1952 con la Nazionale Under 21.
Dopo l’illustrazione della carriera agonistica di Boscolo torniamo a scrivere sulla sua stagione giallorossa. Nel campionato 1954-1955 l’allenatore Jesse Carver, nato a Liverpool, tattico sopraffino che curava principalmente quella che oggi si chiama la fase difensiva, dal carattere impossibile, schierò in campo Boscolo solo in 7 incontri.
Fece debuttare l’ala friulana, schierandola quella volta al centro dell’attacco, nel Derby d’andata che si disputò stadio Olimpico. La gara, con la Lazio padrona di casa, fissata per il 17.10.1954 si concluse con il risultato di 1-1. Al gol laziale messo a segno da J. Hansen al 33 minuto del 1’ tempo, la Roma rispose fulmineamente con la rete di Celestino Celio, realizzata subito alla ripresa del gioco. Dopo questo incontro Enore Boscolo giocò altre 6 partite. In 5 di queste indossò la maglia numero 7: Roma-Napoli 0-0, Inter-Roma 1-2, Roma Triestina 2-0, Roma-Udinese 1-1 e Roma-Pro Patria 1-1; in Sampdoria-Roma 1-1 scese in campo con la maglia numero 11. Il calciatore rimase quindi imbattuto.
La Roma si classificò al terzo posto, con la seconda difesa del campionato. Il Milan conquistò il tricolore. Al secondo posto si piazzò la fortissima Udinese, che annoverava nella sue fila gli ex giallorossi Carlo Azimonti(47 partite ed 1 gol nella Roma), Lorenzo Bettini (40 partite e 18 gol nella Roma), Gianfranco Dell’Innocenti (86 partite ed 1 gol nella Roma), Giovanni Perissinotto (61 partite e 18 gol nella Roma) ed i futuri romanisti Augusto Magli (35 partite ed 1 gol nella Roma), Enzo Menegotti (51 partite ed 1 gol nella Roma) ed il campione Arne Bengt Selmosson (103 partite e 34 go nella Roma).
La stessa Udinese, insieme al Catania, venne poi retrocesso in serie B per deliberazione della Lega Nazionale e la Pro Patria e la Spal conservarono il posto in seria A. La Roma quindi doveva salire al secondo posto. Non si comprende il motivo perché invece in tutte le varie statistiche, i giallorossi risultano sempre al terzo gradino della classifica.
L’ottimo campionato della Roma venne impreziosito dalle quattro vittorie conquistate contro le squadre milanesi.
I lupi superarono il Milan, poi campione d’Italia, all’Olimpico per 2-1 (reti in rimonta dei mediani Bortoletto e Giuliano dopo che il Milan era passato in vantaggio con Soerensen) ed a San Siro per 2-0 (reti di Pandolfini e Galli).
Stessa sorte toccò all’Inter. I giallorossi espugnarono San Siro vincendo per 2-1 (reti in rimonta di Galli e Boscolo dopo che Lorenzo aveva portato in vantaggio l’Inter) ed all’Olimpico travolsero gli interisti con un secco 3-0 (reti di Galli, Bortoletto e Pandolfini). Ad allietare il trionfo fu annotato l’esordio di Giacomo Losi in serie A. Sulla vittoria della Roma contro l’Inter a Milano e sulla prestazione di Boscolo il noto giornalista Renzo De Vecchi, già straordinario celeberrimo calciatore del Genoa e del Milan, nazionale azzurro a partire dal 1910 per 43 partite, soprannominato “ Il Figlio di Dio “, sulla rivista IL CALCIO E IL CICLISMO ILLUSTRATO scrisse.
“Sull’osso romanista più duro del previsto la squadra campione (l’Inter era campione d’Italia in carica) si è spezzata i denti e proprio davanti al suo pubblico l’attacco giallorosso ha sfoderato all’improvviso la pericolosità di Boscolo, che sfuggito al 17’ del s.t a Giacomazzi ha un po’ stretto al centro ed ha tirato, costringendo Ghezzi a respingere di pugno; il pallone prontamente ripreso da Galli è stato da questi saettato in rete mentre il portiere risultava ancora spiazzato. Tre minuti dopo lo stesso Boscolo, anziché a destra, sfuggiva dalla sinistra e mentre Vincenzi sorvegliava Nyers, riusciva da posizione difficile a tirare sorprendendo Ghezzi, che probabilmente si aspettava un passaggio al centro………… 
….Boscolo è risultato di gran lunga l’attaccante più pericoloso “.
Enore Boscolo fu il protagonista assoluto della gara, che fu certamente la migliore da lui disputata con la maglia della Roma. Davanti a lui aveva però due fuoriclasse: l’uruguaiano Alcide Ghiggia che, ai mondiale del 1950 in Brasile, con il suo gol decisivo per il titolo ammutolì i 200 mila spettatori che affollavano il Maracana’ di Rio de Janeiro
(Ghiggia in seguito si vantò della prodezza affermando che solo Frank Sinatra e lui erano riusciti a tanto ) e Stefano Nyers, che, tra l’altro, nell’Inter, con 26 reti vinse la classifica dei cannonieri del campionato italiano di serie A del 1948-1949, segnando poi nei tre campionati seguenti a questa successo, rispettivamente: 30 , 31 e 23 gol. 
Per l’intraprendente Boscolo, dotato di scatto, di buona corsa e resistenza. fu impossibile scalzare questi mostri sacri.

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