José Lloyd Holebas
José Lloyd Holebas nato il 27 giugno del 1984.
Casacca giallorossa numero 25, 25 come le presenze in campionato, oltre a 10 partite nelle Coppe, con un gol in Serie A, nell’unica stagione in giallorosso.
Un solo gol ma che gol! Secondo minuto della ripresa, l’Inter appena ripresa in mano dall’attuale CT azzurro Roberto Mancini, ha pareggiato un primo tempo di sostanziale supremazia giallorossa. Siamo 1-1 è il 30 novembre 2014, si gioca in notturna.
Una progressione individuale inarrestabile, dalla nostra metà campo, cinque tocchi di sinistro, uno di destro, supera tre avversari e infine lascia partire un tiro in diagonale, appena dentro l’area sotto al sette della porta verso la Curva Sud lato Monte Mario. L’Olimpico quel giorno, festeggerà una più che meritata vittoria per 4-2; è una stagione iniziata benissimo, con cinque vittorie consecutive, con un Iturbe promettente, un Manolas pronto a sostituire il vuoto lasciato da Benatia, e con Josè che insieme a Ashley Cole e all’ambidestro Torosidis avrebbe giocato da laterale sinistro nella difesa a quattro di Rudi Garcia.
Il mister guidava una squadra con sicure ambizioni, dopo la splendida cavalcata dell’anno prima, chiusa al secondo posto, con due cicli di vittorie consecutive memorabili, prima dieci, al pronti via in campionato e poi nove, al primo anno di Strootman, Nainggolan, De Sanctis, Maicon, e del divertentissimo, imprendibile ed imprevedibile Gervinho.
Quella squadra, in quella stagione, la Roma fu limitata da un paio di partite molto sfortunate.
Per quanto riguarda la prima, siamo sicuri che oggi, con la presenza del Var, avrebbe avuto un esito ben diverso, parliamo del famoso Juventus-Roma 3-2, con Josè titolare. L’altra invece, riguarda una partita, in Champions League, che insinuò dei dubbi e minò l’autostima dei giocatori, Roma-Bayern Monaco, quando invece giocò Ashley Cole. Quella gara, portò la Roma ad un lungo periodo di flessione e di fatica, allontanando i sogni scudetto e costando l’eliminazione dalle Coppe.
Una stagione infine, salvata con un secondo posto, difeso con i denti, con il carattere e con la sofferta ma meravigliosa vittoria, nel derby spareggio (noi ospiti) risolto dal prode Yanga-Mbiwa, anche lui all’unica stagione in giallorosso, con un colpo di testa all’angolino.
Josè c’era, quel 25 maggio; quel derby fu la sua ultima partita in giallorosso, così speciale, e vittoriosa come la prima a Parma, 2-1 per noi, alla terza di andata.
Ora è al Watford, apprezzato giocatore di difesa e centrocampo, di piede mancino, buona tecnica, forza e progressione, in un ciclo arrivato al quinto anno.
Lunghe sono state le sue permanenze, prima al Monaco 1860 in Germania (dove è nato da padre greco e madre tedesca, di origine uruguaiana), dove è stato 5 anni tra squadra riserve e prima squadra, poi all’Olympiakos (4 scudetti e due coppe nazionali in quattro anni), dove ha seguito il suo mentore, l’allenatore Ewald Lienen, prima di approdare alla Roma.
Approdò in giallorosso a fine agosto, dopo il mondiale 2014, in Brasile, che disputò con la sua nazionale, la Grecia (35 presenze totali, ha incrociato anche Claudio Ranieri come CT).
Lo ricordiamo felice, il giorno della presentazione, accanto a Italo Zanzi, il 10 settembre 2014, sicuro di sé, della sua scelta.
Uno sguardo aperto, un’espressione forte: lui, papà giovanissimo, ancora minorenne, pronto a lasciare il calcio per lavorare e assumersi, giovanissimo, le sue responsabilità.
Nell’estate 2015, nel suo ruolo è arrivato Digne in prestito, e anche Emerson Palmieri, dal Palermo. Josè dovette lasciare la Roma, interrompendo a malincuore il suo contratto triennale, scrisse qualcuno, secondo le leggi delle compravendite e degli equilibri economici.
Oggi, ricordiamo un gol meraviglioso, un secondo posto, quel derby vinto, la sua ultima partita, il suo dispiacere nell’andar via, il suo sguardo aperto, il suo sorriso: tanti auguri Josè!