Novembre 24, 2024

di Fabrizio Grassetti

Giovanni Rosati è nato a Roma il 23.6.1952, non il 24, come erroneamente indicato in tante pubblicazioni.

La precisazione ci è stata fornita direttamente dall’interessato. Abitante nel quartiere di Torpignattara ha iniziato a giocare seriamente a calcio, nella squadra dei FORTI E TENACI al campo Ramoni.

Il suo ruolo iniziale è stato quello di ala destra, che ben si adattava alle sue caratteristiche di velocità e dribbling. Il factotum della Società, era il popolare Sor Gino che lo segnalò con successo alla Roma. Dopo un paio di anni trascorsi con gli allievi, venne promosso nella Primavera allenata da Giorgio Bravi.

Vi rimase per tre anni. I compagni di squadra, che vennero poi impiegati in prima squadra, sono stati Banella, Cavalieri, Di Bartolomei, Ingrassia, Peccenini, Stefano Pellegrini, Piacenti, Quintini, Ranieri, sceso in campo prevalentemente nel campionato De Martino così come Colafrancesco, Rocca, Sandreani e Vichi.  Avrebbero meritato questo riconoscimento anche i promettenti Gamberoni, Lupi, Plateo e Sellitri, peraltro allenatisi più volte con “i grandi”. Un settore giovanile così ricco di talenti non si era mai visto in nessuna squadra.  Herrera, che seguiva anche i giovani, impostò Rosati come cursore di centrocampo di destra. Per rimanere all’epoca diremmo alla Salvori. Il centrocampista romano con il Mago HH partecipò per tre anni consecutivi ai ritiri della prima squadra che si svolsero a Fiuggi, Spoleto e L’Aquila. In occasione del ritiro di Fiuggi segnò un gol nella partita amichevole Rappresentativa Ciociara-Roma 0-5 del 13 agosto 1970.

Per Rosati il grande giorno del suo esordio in seria A avvenne il 9 gennaio 1972 in Catanzaro-Roma terminata 1-1 (non Catania-Roma come per errore riportato nell’Almanacco Illustrato del Calcio Panini del 1973). La Roma schierò Quintini, Liguori, Petrelli, Salvori, Bet, Santarini, La Rosa (dal 24 minuto del s.t. ROSATI),

Del Sol, Zigoni, Cordova, Franzot. La rete del momentaneo vantaggio giallorosso venne siglata da Zigoni. Herrera impiegò poi, sempre da subentrante, il promettente calciatore in altre due partite di campionato: Roma-Varese del 12.3.1972, esordio all’Olimpico per Rosati, e Cagliari-Roma del 26.3.1972. Negli anni settanta per i giovani era difficile inserirsi nel gruppo dei giocatori della prima squadra. Rosati con il suo carattere romano, riuscì comunque a farsi benvolere da Luis Del Sol e dai difensori Bet e Santarini, meno con altri senatori.

Quando la carriera di Rosati sembrava essere in procinto di decollare, il giovane venne chiamato a prestare il servizio militare e sparì parzialmente dal radar di Herrera. Il Mago quando lo incrociava, lo accusava di essere poco presente agli allenamenti, non comprendendo che le assenze non dipendeva in alcun modo da lui. Solo ai giocatori affermati infatti, l’Esercito concedeva delle agevolazioni per la preparazione allo svolgimento dell’attività agonistica. Dell’allenatore argentino-marocchino-francese Giovanni Rosati conserva un grande ricordo come allenatore, dai metodi di allenamento innovativi, effettuati con massima intensità e sempre con il pallone. Metodi che al nostro, piacevano molto e che ben si adattavano alla sua capacità di corsa e di resistenza. Ha invece un ricordo meno positivo dell’uomo Herrera, sempre freddo, distaccato e spietato nelle sue decisioni. 

Dalla Roma passò al Rimini in serie C, per continuare poi nel 1974 nel Campobasso, contribuendo con 29 presenze alla promozione in serie C. Nel 1975 passò al Lanciano, che si classificò al secondo posto nel campionato di serie D.

Il 13 marzo del 1977 fu coinvolto, senza colpa, in un avvenimento per lui devastante. Come racconta nel bel romanzo da lui scritto, intitolato “AMOR FATI I due fratelli”, partecipando ad una manifestazione politica, trasformatasi in violenta, scivolato a terra sui sampietrini romani, venne fermato a caso tra tanti dimostranti ed arrestato, rimanendo detenuto due mesi a Regina Coeli e due nell’Istituto Penitenziario di Civitavecchia. La carriera calcistica, che stava riprendendo quota, naturalmente ne soffrì. Nel 1978 riprese a giocare nel Brindisi, allenato dall’ex attaccante romanista Adriano Zecca. Ha giocato infine nell’Aquila, nel Velletri e prima di appendere gli scarpini al chiodo, nel Gaeta. 

Chi l’ha visto giocare, come chi scrive, ricorda nel campionato Primavera i suoi tanti passaggi gol a Stefano Pellegrini, altro giocatore coi fiocchi dotato di una tecnica sopraffine, le sue lunghe inarrestabili cavalcate lungo la fascia destra, che concludeva con invitanti cross, ed i suoi dribbling ubriacanti. Tra i giovani faceva davvero la differenza e con maggiore fortuna avrebbe potuto avere una carriera più importante. L’augurio è che quella fortuna che non ha avuto da giocatore, Giovanni Rosati la possa avere come scrittore.        

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