Settembre 19, 2024

di Federico Ghezzi

Mauro Goicoechea, nato a Montevideo il 27 marzo del 1988.

Oggi, e già dal 2015 portiere nella rosa del Tolosa, in Francia. Mauro, uruguaiano con passaporto spagnolo, inizia a giocare da professionista in Uruguay nella squadra del Danubio, dove gioca dal 2006 al 2012 settantasette gare.

Fermiamoci al 2012, prima del suo arrivo alla Roma nelle battute conclusive del mercato, la seconda sessione estiva di calciomercato della Roma americana di cui James Pallotta ha rilevato la presidenza da Di Benedetto, sessione condotta dal Direttore Sportivo Walter Sabatini, con Franco Baldini Direttore Generale, con risapute competenze, anche lui, da Direttore Sportivo.

La Roma, dimessosi Luis Enrique, ha ingaggiato Zdenek Zeman dopo la trionfale promozione del Pescara, dove Zeman ha lanciato Verratti, Insigne, Immobile, a distanza di nove anni ora titolari azzurri.

Un’annata trionfale, ma funestata, a fine marzo, dalla improvvisa scomparsa di uno dei pupilli di Zeman, il suo portiere del Foggia dei miracoli (1989-1994), Francesco Mancini, che lascia la moglie e due figli a soli 43 anni.

Mancini viene a mancare quando è nello staff di Zeman, al Pescara, cura i portieri e, durante la stagione, segnala Goicoechea, che ha seguito direttamente, a Zeman.

Goicoechea è giovane, ma già con una buona esperienza, gioca bene con i piedi.

Una volta alla Roma, che ha in porta Stekelenburg, reduce da una deludente stagione, e Lobont, di rincalzo, Zeman si ricorda della segnalazione di Francesco Mancini: probabilmente l’ultima di colui che Zeman considerava come un figlio, oltre che un grande portiere.

Goicoechea arriva mentre la Roma cerca fino all’ultimo di cedere Stekelenburg; i media considerano alternativo alla permanenza di Stekelenburg l’arrivo di Goicoechea, invece, in ultimo, arriva come terzo Goicoechea e rimane Stekelenburg, titolare.

La Roma ha alti e bassi, soprattutto per due incredibili partite dominate e perse in casa dal vantaggio di 2-0, complici alcune sfortune arbitrali, contro Bologna e Udinese.

La Roma, proprio dopo l’Udinese, va a Parma, e gioca sotto un diluvio universale.

L’arbitro Damato dovrebbe impedire di giocare tra laghi e paludi che impediscono il gioco, ma imperterrito prosegue.

Il Parma segna con Parolo grazie all’assist di una pozzanghera (davvero incredibile) che ferma un tiro innocuo, poi ribadito in rete con il portiere a terra, e ribalta il vantaggio meritato della Roma, realizzato dalla parte più asciutta grazie a un sinistro angolato di Erik Lamela.

All’intervallo Stekelenburg lascia il campo per problemi fisici, e, indisponibile Lobont, Goicoechea debutta; la Roma, con quel campo che bloccava tutte le giocate a terra e gli schemi offensivi, si batte ma non riesce a recuperare.

Ma Goicoechea gioca benissimo, scattante e sicuro, sembra davvero poter competere con il più rigido Stekelenburg, mai apparso ai livelli del Mondiale 2010 quando con la nazionale olandese arrivò a sfidare la Spagna per il titolo fino ai supplementari, quando Iniesta lo trafisse a pochi minuti dai calci di rigore.

Stekelenburg e Lobont rimangono indisponibili e Goicoechea rimane in porta nelle partite successive; in panchina il portiere di riserva è Svedkauskas.

La Roma batte il Palermo di Gasperini 4-1, agevolmente: arriva il derby in casa Lazio.

Dal martedì precedente la partita le previsioni annunciano un diluvio universale (ancora: ma neanche Fantozzi…) proprio alle ore 15.

Mai previsioni furono più azzeccate. Il diluvio universale arriva puntualissimo.

Un tempo da lupi e, come a Parma, è stato Lamela a ululare di giallorosso per il vantaggio della Roma.

Come a Parma, finirà 3-2 per gli altri, come a Parma una pozzanghera aiuterà per il primo ribaltamento gli avversari.

Infatti, ancora sull’1-0 per la Sud giallorossa, proprio verso la Sud si batte una punizione da molto distante, in posizione centrale; la batte Candreva, di originaria fede giallorossa – a quanto si dice -, e lì la respinta a pugni uniti di Goicoechea sembra scontata ma si confonde con l’acqua, e tra le luci dei riflettori infine accesi a stento (“paga la – paga la – paga la bolletta, Oh Lotito paga la bolletta”, intona la Sud) e le tenebre di un meteo nefasto per il gioco di triangoli sovrapposizioni tagli e ribaltamenti della Roma, sono le tenebre a prevalere: il pallone forte ma centrale infligge un duro colpo ai nostri cuori giallorossi, schizza sui guanti di Goicoechea e entra in porta: ma no!!

La partita inanella un’altra serie di vicende sfortunate (altro gol di pozzanghera di Klose, l’espulsione di De Rossi per il colpo a Mauri, l’assist all’avversario di Piris), mancando di compensarci con un’altra rimonta da 3-3 con Zeman e in inferiorità numerica (che bella quella del 1998-1999: come una vittoria, ah, se fosse stato convalidato il gol di Delvecchio del 4-3, sarebbe stato il derby più bello di sempre per distacco): sull’ultimo pallone Marquinho e Osvaldo si litigano ostacolandosi a due metri dal pareggio.

Un errore ci può stare; deve imparare la nostra tecnica dei portieri, dirà Walter Sabatini. “E’ sveglio, mi piace”, dirà, intervistato Giovanni Cervone.

La Roma prima di Natale vola, con Goicoechea titolare: batte il Torino 2-0, vince a Pescara 1-0 con gol di Destro, vince a Siena 3-1 nel secondo tempo, batte nel giorno dell’Immacolata la Fiorentina 4-2 e inizia la Coppa Italia.

Goicoechea lascia ancora tutti speranzosi e titubanti: è agile, scattante, fa buone cose che alterna ad alcune ingenuità, sembra molto naif e ingenuo in alcune scelte, negli appoggi, nelle uscite.

Negli ottavi, la Roma gioca con l’Atalanta e vince 3-0, con il rientro di Stekelenburg in porta.

La domenica successiva sta a Zeman scegliere, è il primo vero ballottaggio: in porta contro il Chievo va Goicoechea, che gioca meglio con i piedi e parla di più con i difensori.

Il Chievo vince nelle nebbie negli ultimi minuti con un contropiede di Pellissier, alla Roma manca un rigore, l’ispirazione delle altre partite e quel po’ di fortuna.

Ma il Natale lo passiamo in allegria battendo il Milan di Allegri 4-2: Goicoechea ferma il Faraone El Shaarawy goleador del momento in Serie A lanciato a rete scatenando l’ovazione dell’Olimpico, poi respinge male un tiro da lontano e causa, sulla ribattuta, il successivo fallo da rigore che il Milan trasformerà in superiorità numerica.

Dopo la sosta e la tournée negli States con l’annuncio dell’assegnazione del progetto del nuovo stadio, la Roma torna a giocare nel giorno della Befana.

Manca a Napoli il talento scoperto e lanciato da Zeman, Marquinhos, lanciato in serie A dal boemo a diciotto anni, espulso incredibilmente sul 4-0 di Roma-Milan per un fallo di mano involontario a quaranta metri dalla nostra porta.

La Roma gioca bene ma paga pegno nelle aree di rigore, perde 4-1 e Cavani segna una tripletta.

La Roma sbaglia gol fatti, Morgan De Sanctis salva più volte il Napoli quando il gol sembrava fatto, compiendo dei veri e propri miracoli; i palloni nella porta della Roma entrano e Goicoechea dimostra, al confronto del futuro portiere giallorosso, tutta la sua inesperienza.

La Roma patisce molti infortuni, affronta un’altra trasferta, a Catania, Goicoechea è confermato: di nuovo la Roma sbaglia gol fatti in un primo tempo dominato, poi perde fiducia e continuità e si fa trafiggere nel secondo tempo dal Papu Gomez (1-0 finale).

Si va a Firenze decimati, per la Coppa Italia, si giocano i quarti, che avrebbero potuto e dovuto giocarsi a Roma, dice la stampa.

Zeman è costretto a cambiare modulo e improvvisa la difesa a tre (forse per l’unica volta nella carriera!).

La Fiorentina è la Fiorentina guidata da Vincenzino Montella nostro campione di Italia 2001, che arriverà tre volte quarta e in semifinale di Europa League, in quegli anni; gioca anche Aquilani, con i viola, e ci sono Cuadrado, Jovetic, Borja Valero, Toni…

La Fiorentina prenderà tre pali, ma la Roma gioca una partita gagliarda e tosta, resiste e risponde colpo su colpo, crea innumerevoli occasioni come a Napoli e a Catania, infine esce vincitrice ai supplementari con gol di Destro guadagnando le semifinali con Goicoechea ancora titolare, protagonista di diverse uscite e buone parate.

Arriverà l’1-1 con l’Inter in campionato, con i nerazzurri che tre giorni dopo sono di nuovo all’Olimpico per l’andata della semifinale di Coppa Italia: stavolta, in Coppa, è Stekelenburg a giocare in porta, la Roma va avanti 2-1 e ipoteca la finale di Coppa Italia.

È prima del ritorno del Bologna che tutto si complica, in casa giallorossa. Zeman non è contento di tutte le assenze che lo staff medico avalla per allenamenti spesso incompleti, la società è sorpresa e rimane sconcertata per le dichiarazioni.

A Bologna la Roma gioca male, segna ma sbanda troppe volte in difesa, finisce 3-3 ma con due pali per i rossoblù.

La società mette pubblicamente in discussione Zeman, poi si ricuce lo strappo, si producono allenamenti ad alta intensità e, di venerdì 1° febbraio, arriva il Cagliari all’Olimpico.

È Roma-Cagliari ma è anche Tensione giallorossa contro Serenità rossoblù.

Ancora una volta si è cercato di vendere Stekelenburg nella finestra invernale, tanto che il portiere olandese si è recato a Londra per accordarsi con il Fulham: dopo la fumata nera Stekelenburg è di rientro nella Capitale d’Italia.

La Roma gioca svuotata dalle tensioni della settimana gestite in modo non ottimale dalla società, la squadra è sorpresa dal gol di Nainggolan, in avvio, poco rincuorata dal pareggio di Totti.

Comincia la ripresa, e dopo pochi secondi un innocuo cross da sinistra spiove davanti alla porta della Roma, Goicoechea ci arriva bene, ma è costretto a estendersi all’indietro fino a ricadere, apparentemente in presa sicuro.

Cadendo, è messo al contrario di come dovrebbe: dà il volto e il corpo alla propria porta.

Cadendo, un impercettibile squilibrio tra le due mani gli fa perdere la presa, e la palla, incredibilmente, rotola in porta. Autogol. Non può essere vero.

“E’ la fine di Goicoechea”, commenta Carlo Zampa in telecronaca.

La Roma e tutti noi tifosi siamo tramortiti dall’infortunio tecnico di Mauro Goicoechea.

Aveva preso forma in quel momento uno di quegli incubi che i tifosi più scaramantici cercano continuamente di esorcizzare.

La Roma finisce malissimo la partita, il Cagliari vince 4-2, la curva contesta Baldini e Sabatini che invece convincono il presidente a cambiare tecnico.

Con Andreazzoli in panchina subentrato a Zeman, Stekelenburg ritrova la porta, e quando mancherà, come nella finale di Coppa Italia persa, il tecnico farà giocare Lobont.

Ma Goicoechea entrerà in campo nel secondo tempo, proprio a Firenze, quando la Fiorentina di Montella sta assaltando in continuazione la porta giallorossa.

Non è come con Zeman, quando la Roma aveva avuto tante occasioni: la Fiorentina ci schiaccia.

Ma la Roma resiste, anche grazie a un’ottima partita di Goicoechea.

E, a sorpresa, nel finale la Roma riesce a vincere con gol di Osvaldo di testa dopo aver scampato numerose volte la capitolazione.

Un’ultima partita positiva, con la Roma.

Ma, la vita è così, anche ingiusta. Ci sono momenti in cui passa il destino di una carriera. Ci sono conseguenze definitive anche per un solo momento di distrazione, di sbandamento, di superficialità.

Nei nostri occhi è rimasto quell’autogol, quell’episodio sfortunato, dovuto, forse, a un eccesso di responsabilità che ha investito un portiere ancora da formare ai massimi livelli della serie A nella tecnica, come si è visto in altre partite.

Forse Zeman ha dato troppo spazio all’affetto e alla stima per Francesco Mancini, forse voleva che alla sua perdita sopravvivesse quella segnalazione, accompagnando questa scelta fidandosi di quello stesso coraggio che quell’anno gli fece lanciare Marquinhos e Romagnoli (allora 35 anni in due), o al Pescara Insigne, Verratti e Immobile.

Il seguito della carriera di Goicoechea ha dimostrato che l’apice della carriera è stato alla Roma; il ritorno al Danubio (senza giocare) ha preceduto l’esperienza in Romania (Otelul Galati, 15 partite), e in Portogallo (stagione 2014-2015 all’Arouca, con 33 partite), prima dell’arrivo al Tolosa, nel 2015, dove ha giocato finora una ventina di partite.

Oggi, ripensiamo anche alle sue belle partite e gli facciamo i nostri auguri: buon compleanno Mauro!

About Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *