Ottobre 18, 2024

Fabio Capello e la situazione Mourinho e Daniele De Rossi

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Fonte: Sky – Photo credit: Ilgiornalediroma; amoregiallorosso.it scatto di Roberto Tedeschi

Fabio Capello ai microfoni di Sky ha parlato della situazione Josè Mourinho e Daniele De Rossi

Daniele deve capire la squadra, entrare nella testa dei giocatori e stimolarli. Fargli sentire che sono una squadra vera e che possono raggiungere determinati risultati.

Tra l’altro la competitività con la Lazio è molto dura in questo momento visto che si sono ripresi alla grande e quindi i tifosi in questo momento, dovranno appoggiare il più possibile la squadra.

Per quanto riguarda l’esonero di Mourinho, mi sembra che queste proprietà americane hanno un modo di gestire le situazioni senza avere nessun rispetto per coloro che lavorano con loro.

Non hanno rispetto perché abbiamo visto come è stato esonerato Maldini nel Milan con una chiamata, senza fargli capire niente e adesso come è stato trattato Mourinho che era a Trigoria, è stato chiamato e gli è stato detto “guarda non sei più l’allenatore della Roma”.

Non c’è sensibilità dalle loro parti ma solo business. Loro sono i proprietari, sono quelli che decidono ma io credo invece in qualcosa di diverso, nel rispetto verso chi lavora con te e magari dargli l’addio non con un comunicato molto freddo o una telefonata a freddo.

Non mi aspettavo una cosa del genere e sopratutto non me l’aspettavo in questa maniera. Che ci fossero difficoltà tra di loro, proprietà e Mourinho era chiaro perché lui chiedeva delle cose ma non riceveva mai risposte… questo è un segnale che c’è qualcosa che non funziona nel rapporto.

Mourinho secondo me è stato trattato come una persona che non avesse mai allenato nessuna squadra. È stato trattato, secondo me, nella maniera meno rispettosa verso un allenatore che ha dato tanto al calcio moncisale, non solamente a quello europeo.

È un modo di fare che non mi convince e che non accetto.

È successo anche a me in Russia, mi hanno chiamato al telefono mentre ero all’aeroporto dopo che con la nazionale russa avevamo perso una partita con l’Austria e mi dissero “è finito il rapporto”… però eravamo in Russia, qui nella Roma, mi sembra che qualcosa di diverso nei rapporti ci debba essere
Tra una proprietà e il proprio allenatore.

Sull’esordio di De Rossi calciatore, Il 30 ottobre 2001.

È stato molto bello… io ero convinto che Aquilani fosse più bravo di De Rossi e feci esordire Alberto che si allenava con noi. Dopo il primo tempo andai da Alberto e gli dissi “devo giocare come in allenamento, tranquillo, fai le stesse cose…” rientra in campo e dopo dieci minuti continuava a fare il passaggio senza quella personalità giusta per giocare.

A quel punto guardo Daniele e gli dico “vai tu, entra tu”. Lui gioca precisamente come faceva in allenamento e a così a fine partita ho deciso che Daniele era pronto per giocare nella Roma mentre Aquilani avrebbe dovuto fare un po’ di strada in serie B per crescere e maturare. È andato alla Triestina, ha fatto bene e poi è tornato da noi.

Il consiglio che gli do è quello di studiare quanto fatto da Mourinho e cercare di portare qualche cosa, qualche piccola variante ma poche cose senza fare alcuna rivoluzione perché altrimenti il rischio è di andare contro ad una parte dello spogliatoio che sicuramente non ti seguirà.
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