Matias Vina: Questo sono io…
Spinazzola stava disputando un europeo stratosferico. In tutte le partite giocate con la maglia azzurra era risultato a fine match il migliore in campo. Purtroppo un infortunio gli ha impedito di proseguire sul campo il suo cammino e contemporaneamente ha privato la Roma del suo titolare nel ruolo. Un brutto colpo che, come dichiarato anche da Mourinho nel post match dell’amichevole contro il Raja Club Athletic ha cambiato la strategia del mercato giallorosso. Pinto si è mosso benissimo ed è riuscito a portare nella capitale il titolare della nazionale uruguaiana Mathia Vina.
L’esterno sinistro ha giocato un’ottima Coppa America con la sua nazionale e subito dopo ha accettato la proposta della Roma.
Mathias non si vince a Roma da molti anni. Tu che hai vinto già altrove, hai consigli da dare per come arrivare a raggiungere una vittoria?
“Vero, sono giovane ma ho già avuto la fortuna di vincere abbastanza. Il segreto è ragionare partita dopo partita, senza essere ossessionati dai risultati, senza porsi obiettivi a lungo termine. Bisogna fare un passo alla volta”.
Che tempi ha avuto la trattativa che l’ha portata a Roma?
“Ero al Palmeiras, ho saputo dell’interesse della Roma e poi ho avuto modo di parlare con mister Mourinho. Subito dopo sono arrivato, ho dovuto affrontare un periodo di quarantena ma ora sono completamente a disposizione”.
Il tuo ruolo di terzino sinistro viene interpretato in modo diverso qui in Europa rispetto a quando giocavi con il Palmeiras?
“Il cambio esiste ma è un cambio significativo dal punto di vista tattico non fisico. Comunque, da due anni gioco anche in nazionale, lì il ritmo è diverso. Adesso mi sto abituando a questi nuovi ritmi e a recepire i dettami del mister; mi trovo sempre meglio con i compagni”.
Potresti anche giocare come difensore centrale se te lo chiedessero?
“No, non ci ho parlato ancora su questo. Ma sì, non avrei problema a ricoprire ruoli che conosco. È vero che mi trovo più a mio agio a giocare a sinistra, posso fare la fascia in una difesa a quattro o a tre, ma perché no, anche giocare al centro”.
Quanto possono dare i tifosi della Roma sugli spalti?
“Il pubblico può aiutare tantissimo. Vengo dal Sudamerica, dove le tifoserie sono molto calde e questo, in qualche circostanza, aiuta il calciatore a rendere oltre le proprie capacità. Anche noi in Sudamerica giocavamo senza pubblico e adesso, il fatto che siano tornati i romanisti allo stadio è stato molto bello e importante”.
Mourinho ti chiede di lavorare più in fase di spinta o in fase di copertura?
“In occasione della partita in Turchia sono state le circostanze della partita a determinare l’interpretazione della gara, se attaccare di più o difendere un po’ meno. Questo tipo di soluzione, dipende dall’andamento della gara. Per quanto mi riguarda, dobbiamo continuare così, io devo migliorare sotto il profilo tattico e adeguarmi al calcio europeo”.