Dicembre 3, 2024

di Fabrizio Grassetti

Pedro Waldemar Manfredini è nato il 7 settembre 1935 in Argentina a Maipù de Mendoza. Per narrare le tante prodezze del campione sudamericano non basterebbe un solo libro e, peraltro, la sua popolarità è tale che molte di queste sono ormai conosciute dal popolo romanista e dagli appassionati di calcio. In questo articolo, procedendo in ordine cronologico, si cercherà, pertanto, di ricordare sinteticamente solo qualche episodio particolare della sua carriera e di far conoscere qualche avvenimento inedito della stessa. I nonni paterni di Manfredini emigrarono in Argentina da Cremona, quelli materni da Bisceglie. Il calciatore a pieno titolo, potè quindi essere considerato oriundo. La cittadina di Maipù, dove nacque, è situata nel distretto andino di Mendoza in una rinomata zona vinicola.

Cominciò a giocare a calcio nella squadra locale del Deportivo di Maipù allenata da Raimundo “Mumo” Orsi, straordinaria ala sinistra, laureatosi campione del mondo con l’Italia nel 1934, che, in qualità di oriundo, indossò la maglia azzurra della Nazionale maggiore in 35 partite, nelle quali segnò 13 reti.

Manfredini nel 1957 venne poi tesserato dal Racing di Avellaneda. Nella sua prima stagione con il nuovo Club mise a segno 9 gol in 13 partite. Nella seconda, i gol realizzati in 27 gare furono 19 e con questo bottino risultò il maggiore realizzatore della squadra che vinse il titolo argentino.

Nel 1959 disputò 3 partite con 2 gol con la Nazionale argentina, vincendo in quell’anno la prestigiosa Coppa America, che si disputò a Buenos Aires dal 7 marzo al 4 aprile. Pedro, sceso in campo da centravanti nella partita inaugurale del Torneo contro il Cile battuto 6-1, mise a segno due gol: al 5’ del 1 tempo – fu il primo della competizione ed al 14’ del 2 tempo. Venne ancora confermato nella seguente partita contro la Bolivia per cedere poi il posto a R. Sosa, il quale nelle successive 4 gare andò a rete 4 volte.

La vittoria ebbe grande risalto perché tra le compagini superate nella classifica a girone ci fu il Brasile che annoverava tra le sue file campioni di livello mondiale quali Pelè – capocannoniere del Torneo con 8 reti – Garrincha, Didi, Dino Sani, Djalma Santos e il portiere Gilmar.

In patria Manfredini venne chiamato “Mineral” soprannome preso in prestito dal nome di un noto cavallo da corsa che alternava prestazioni straordinarie a prove scadenti. Per illustrare la velocità di Manfredini il giornale argentino El Clarin scrisse del calciatore “No corre…. Vuela”. Vicente Feola, allenatore del Brasile campione del mondo, disse di Mineral che era “un giocatore indipendente” precisando che non era condizionato dal gioco della squadra e che non seguiva gli schemi del collettivo ma che seguiva il suo istinto. L’acquisto del centravanti da parte della Roma venne curato direttamente dal Presidente della Sezione calcio Augusto D’Arcangeli con il Presidente del Racing Club, Juan Carlos Athor. Alla Società argentina andarono 78 milioni di lire. Pedro Manfredini, accompagnato dalla giovane moglie Anna Maria Gayarin e della di lei sorella, sbarcò a Ciampino alle 4 del mattino del 22.6.1959.

Andarono ad accoglierlo il Presidente Generale della A.S. Roma Anacleto Gianni, Augusto D’Arcangeli, ed in rappresentanza della squadra Alcide Ghiggia, che proseguì la bella iniziativa che anche il capitano della squadra andava a ricevere i nuovi acquisti proveniente da altri continenti. Anche Ghiggia, peraltro, quando arrivò a Roma dall’Uruguay era stato accolto, oltre che dal Presidente Renato Sacerdoti e all’allenatore Mario Varglien, anche da capitan Arcadio Venturi. All’aeroporto era presente con Vittorio Finizio anche il fotografo del Momento Sera Piero Brunetti, che, dal basso e da vicino, scattò una foto a Manfredini mentre scendeva dalla scaletta dell’aereo. Nello scatto i piedi del calciatore sembrarono enormi e quando la foto venne pubblicata Pedro, che calzava un normale numero 43 di scarpe, venne subito soprannominato “PIEDONE”. 

L’attaccante fece il suo esordio in giallorosso il 6.9.1959 in Cappa Italia in Roma-Cagliari, conclusasi con la vittoria romanista per 4-0. A segnare il primo gol dei giallorossi al 16’ minuto del p.t. fu naturalmente Piedone.

Anche in campionato Manfredini esordì realizzando in Fiorentina-Roma al 4 minuto del p.t. il gol del momentaneo vantaggio dei lupi. 

Manfredini, confermando le sue doti di implacabile realizzatore, nel suo primo Derby (Roma-Lazio 3-0 del 18.10.1959) mise a segno la sua prima (di una lunga serie) doppietta romanista.

Al termine del campionato 1959-1960, nel quale Pedro annoverò 26 presenze e 16 reti, le doppiette complessive messe a segno furono ben sei. Da ricordare quella contro l’Inter battuta a San Siro 1-3 e quella a Roma contro la Juventus nella gara che aveva visto i giallorossi in vantaggio per 2-0 raggiunti dai gol di Sivori e Charles.

La stagione successiva 1960-1961 vide una partenza mostruosa da parte di Piedone che nelle prime 14 giornate di campionato segnò 16 gol, tra i quali 4 triplette, realizzate contro il Bari (Bari-Roma 0-3), l’Udinese (Roma-Udinese 6-1), la Lazio (Lazio-Roma 0-4) e il Padova (Roma-Padova). Alla Lazio segnò 3 gol in sedici minuti. La vittoria contro il Padova, ottenuta con una sua tripletta, trascinò lo stadio all’entusiasmo più sfrenato che si accese ancora di più quando Il popolare Dante Ghirighini, non riuscendo a contenere la sua straripante passione, entrò in campo sventolando un bandierone giallorosso effettuando poi un giro completo della pista dell’Olimpico tra l’incontenibile tripudio degli spettatori.

Diversi problemi fisici e le feroci, spesso triplicate, marcature dei difensori avversari, limitarono in seguito le prestazioni del goleador che concluse il campionato con 31 presenze e 20 gol.

Stratosferico fu il rendimento di Piedone anche nella Coppa delle Fiere, che si disputò per 8 gare nella stagione 1960-1961 e per le due partite di finale a settembre e ad ottobre del 1961. Manfredini, fu determinante per il successo della Roma. Nelle otto partite nelle quali scese in campo, infatti mise a segno 12 gol con i quali vinse la classifica dei cannonieri della competizione. Tre furono le doppiette totalizzate – al Colonia, all’Hibernian e al Birminghan. Contro gli scozzesi, nella partita di spareggio, siglò anche una quadripletta. Per completare il quadro segnaliamo i due gol di Pedro in Coppa Italia al Bologna.

Il campionato, che aveva avuto per mesi come protagonista la Roma, per una serie di disavventure che in questo contesto non è il caso di ricordare, terminò con i giallorossi solo quinti in classifica.

Chi ha avuto la fortuna di ammirare quella squadra può confermare che è stata tra le migliori formazioni della storia romanista. Impossibile schierare una prima linea più forte di quella di quell’anno, formata da Orlando o Ghiggia, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmosson o Menichelli.

Manfredini, che quando partiva in velocità trascinava il pubblico all’entusiasmo, divenuto l’idolo dei tifosi giallorossi, iniziò bene anche la stagione 1961-1962. Nelle prime 19 giornate siglò 13 gol – tra queste due doppiette con le quali punì l’Udinese e la Spal ed una tripletta inflitta all’Udinese, che fu tra le vittime preferite dal bomber italo-argentino, mentre nelle restanti 15 gare, presente a causa di malanni fisici solo in 7 di esse, violò la porta avversaria solo in un’occasione. Le statistiche relative a quel campionato per Manfredini recitano presenze 22, reti 14.

Diversi furono gli avvenimenti da annotare di questa stagione. Al gol giallorosso di Manfredini a San Siro nella vittoria corsara per 0-1 contro l’Inter, nella gara del 31 dicembre 1961, è legato un episodio particolare. Quando al 37 minuto del secondo tempo Pedro, dopo avere scartato Guarneri e Balleri superò Buffon, Enrico Ameri per la prima volta della storia radiofonica, interruppe la cronaca di un’altra partita per annunciare la rete.

Altro episodio particolare si riferisce al derby di Coppa Italia del 25.4.1962. Finita la partita 0-0 si passò ai calci di rigore. Consentendolo il regolamento dell’epoca tutti i sei rigori per la Roma furono battuti e realizzati da Manfredini. Il laziale Longoni ne mise a segno solo quattro e così i giallorossi passarono il turno.

La vena realizzatrice del centravanti capitolino si manifestò anche nella Coppa delle Alpi che si giocò tra il 12 maggio ed il 17 giugno 1962. Nelle quattro partite che scese in campo il cannoniere segnò 3 reti.

La stagione 1962-1963 si rivelò ricca di soddisfazioni per Piedone. In campionato raccolse 25 presenze e 19 gol, con i quali vinse la classifica dei cannonieri. Le triplette messe a segno furono 3 così come le doppiette. Nella Coppa delle Fiere partecipò a 7 incontri e realizzò 6 reti compresa una quadripletta. In Coppa Italia scese in campo 2 volte segnando una rete. Nella Coppa delle Alpi le presenze ammontarono a 2 come i gol realizzati.

Anche di questa annata avvenimenti da fare ricordare o da fare conoscere sono tanti.

Uno riguarda la ben nota avversione dell’allenatore Carniglia nei confronti del connazionale Manfredini. A chi gli chiedeva una valutazione sulla prova di Pedro rispondeva “En official dico che la prova è stata buona, se è por amigos dico mierda…. mierda…. mierda”. 

Un altro dei più conosciuti episodi è quello che si riferisce alle dichiarazioni rilasciate da Manfredini negli spogliatoi della Favorita di Palermo dopo la vittoria romanista per 0-4. Il cannoniere, che era stato relegato tra le riserve dall’allenatore Luis Carniglia, dopo l’esonero di quest’ultimo, rimesso in squadra dal nuovo tecnico Alfredo Foni, si scatenò mettendo a segno tre gol. A chi gli chiese cosa avesse provato nel realizzare questa prodezza, rispose che nella porta del Palermo aveva visto la sagoma di Carniglia e non quella del portiere dei rosaneri Rosin.

Meno conosciuto è l’aneddoto legato alla partita Napoli-Roma del 20.1.1963.

Manfredini, giunto con la squadra nei pressi degli spogliatoi dello Stadio San Paolo, venne avvicinato da un inserviente dei partenopei, che era in compagnia di un ciuccio che notoriamente portava sfortuna. Il napoletano gli chiese di fotografarsi con lui e Pedro aderì alla richiesta non conoscendo la diceria. Al termine della partita, terminata 3-3, nella quale Piedone mise a segno tre reti, lo stesso inserviente si avvicinò al goleador dicendogli “Manfredini siete proprio forte, avete battuto anche la jattura”.

Dopo questa partita il giornale il Tifone di Giuseppe Colalucci titolò ManTREdini contro il Napoli. Soprannome ben meritato considerato il numero delle triplette realizzate all’attaccante. Manfredini, dopo Mineral e Piedone acquisì così un terzo soprannome, che prese subito piede e venne utilizzato da molti. Un avvenimento da ricordare è anche quello che si riferisce alla vittoria con il più ampio punteggio realizzato dalla Roma in una competizione europea. Il 7.11.1962 allo stadio Flaminio i giallorossi superarono i turchi dell’Altay di Smirne per 10-1. Tutti i marcatori furono stranieri: 1 gol lo segnò Angelillo, 2 Jonsson, 3 Lojacono e 4 Manfredini, che si distinse anche in questa circostanza.

Nell’esame della stagione non si può che sottolineare la conquista del titolo di capocannoniere italiano di Pedro Waldemar Manfredini. È vero che anche il bolognese Nilsen segnò 19 reti ma disputando 29 gare contro le 25 di Piedone, al quale, per questo motivo, venne consegnato il “Premio Petrocaltex” destinato al vincitore della speciale classifica. 

La stagione 1963-1964 fu avara di successi personali per Mantredini, che, a causa degli infortuni subiti, in particolare quelli ad un ginocchio martoriato dai colpi dei difensori, scese in campo in campionato solo in 15 partite nelle quali marcò 5 gol. Per fare onore al suo ultimo soprannome anche nel torneo in questione mise però a segno – fu l’ultima volta – una tripletta, questa volta a danno della Sampdoria.

Manfredini, dopo avere vinto con la Roma nel 1961 la Coppa delle Fiere, vinse la prima Coppa Italia della storia giallorossa, dando con 4 presenze e 4 gol un contributo importante a questol successo. 

Conservò, comunque, il suo istinto di bombardiere nella Coppa delle Alpi. In questa competizione nei 4 incontri disputati violò le porte avversarie 6 volte.

Nella stagione 1964-1965, l’ultima in giallorosso, con Juan Carlos Lorenzo allenatore, Manfredini disputò 13 partite di campionato, segnando tre gol: all’Inter in occasione della sconfitta casalinga per 1-3, al Milan nella prestigiosa vittoria a San Siro per 0-2 e nell’ultima giornata di campionato giocata a Roma il 6.6.1965 terminata 1-0 grazie al suo gol, che venne festeggiato con tanto entusiasmo dai tifosi giallorossi, particolarmente affezionati a Piedone.

La carriera nella Roma di Pedro Waldemar Manfredini terminò quindi come era cominciata: SOTTO IL SEGNO DEL GOL. 

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