Maggio 19, 2025

di Fabrizio Grassetti

Arcadio VENTURI, nato a Vignola (MO) il 18 maggio 1929. Il bravo centrocampista, proveniente dalla U.S. Vignolese, squadra della sua città natale, che militava in serie C, a 19 anni venne acquistato dalla Roma che versò al Club emiliano la somma di un milione e mezzo. All’attento e competente Vincenzo Biancone, oggi diremmo Direttore Sportivo della Roma, nell’assistere dalla tribuna ad una partita amichevole tra il Bologna e la Vignolese, bastarono alcuni spunti di gioco di Venturi per rendersi conto del valore del ragazzo, consigliandone il tesseramento.

L’acquisto venne poi perfezionato dopo che il calciatore aveva sostenuto un provino positivo con i giallorossi il 23.6.1948 nella partita amichevole contro il Montecatini, terminata 2-5 nel corso della quale Venturi aveva messo a segno il suo primo gol giallorosso.

Dopo il ritiro estivo, svoltosi a Sora dal 24 agosto al 13 settembre del 1948, la Roma, allenata dall’ex campione d’Italia 1941-42 Luigi Brunella, disputò la prima partita del campionato 1948-49 il 19.9.1948 Bologna-Roma conclusasi con la vittoria corsara dei Lupi per 1-2, con reti di Tontodonati e Pesaola. Per Venturi fu l’esordio in serie A. Venne schierato mezzala sinistra nella seguente formazione: Risorti, Contin, Andreoli (capitano), Dell’Innocenti, Valle, Ferri, Cristini (anche lui esordiente), Maestrelli (futuro allenatore della Lazio), Tontodonati, VENTURI, Pesaola. Sul libro Storia Illustrata della Roma si legge che “Venturi prese coraggio e, nel bel mezzo del fragoroso giubilo dei vignolesi presenti sugli spalti, apparve aggressivo e capace di eccellenti trame di gioco….. L’esordio di Venturi fu nettamente positivo. Egli s’era avvantaggiato della conoscenza dell’ambiente e dello Stadio bolognese, dove, da buon calciatore emiliano, aveva avuto in precedenza occasione di esibirsi. Confessò che gli era stato molto utile l’appoggio morale datogli dai compaesani, che avevano voluto assistere alla sua esibizione. Saran stati duecento ma hanno fatto chiasso per duemila. E alla fine erano persino più felici di noi”. Gli inviati speciali scrissero che Venturi era stato una scatola a sorpresa.

Arcadio divenne subito titolare inamovibile. Il 24.10.1948 contro il Bari, affrontato in trasferta, fece le cose in grande anche per bagnare il suo primo gol giallorosso. Dopo averlo messo a segno al 19° minuto, infatti, bissò la marcatura al 34° minuto. Secondo la stampa si trattò di due gol magistrali La gara si concluse per 0-4 per i Lupi. Il giocatore, impiegato da mezzala, terminò il campionato con 34 presenze su 38 siglando 5 reti. Oltre ai 2 gol contro il Bari, segnò una rete al Livorno (7.1.1949 Roma-Livorno 4-0), una a Busto Arsizio ((19.12.1948 Pro Patria-Roma 1-1), descritto come bellissimo a conclusione di un’azione impeccabile, ed una ancora contro i bustocchi (8.5.1949 Roma-Pro Patria 3-1). 

Nella stagione successiva 1949-50 Venturi, dotato di ottima tecnica e di illuminante visione di gioco, confermò il suo altissimo rendimento, imponendosi tra i migliori mediani del campionato – ruolo nel quale il nuovo allenatore giallorosso Fulvio Bernardini l’aveva spostato –. Concluse il campionato con 35 presenze su 38, segnando a causa della posizione più arretrata assunta una sola rete, quella della bandiera messa a segno il 23.2.1950 in Inter-Roma 3-1.

Il centrocampista si ambientò perfettamente nella città di Roma, nella quale fin dal suo arrivo andò ad abitare curiosamente a Via del Vignola – la circostanza forse gli fece sentire di meno la nostalgia della sua cittadina natale -, situata a pochi metri dallo Stadio Nazionale (dopo la tragedia di Superga chiamato Torino ed infine Stadio Flaminio), dove le due squadre romane si allenavano alternandosi tra la mattina ed il pomeriggio. Situazioni oggi impensabile.

La stagione della retrocessione del 1950-51, della Roma, allenata prima da Baloncieri, poi da Serantoni ed infine da Masetti, vide Venturi presente in 36 gare su 38. Il giocatore, impiegato come mediano, sette giorni dopo avere debuttato nella Nazionale Giovanile Italiana, segnò un gol il 15.4.1951 contro la sua vittima preferita: la Pro Patria, quella volta battuta dai giallorossi per 2-0. Venturi, come il suo compagno di squadra e grande amico Amos Cardarelli, si batté con tutte le sue forze per evitare l’onta della caduta nella serie inferiore ma, a causa della sfortuna (12 partite perse per un solo gol di scarto) e delle persecutorie innumerevoli decisioni arbitrali contrarie, non riuscì nell’intento.

La Roma, per un immediato riscatto, poi portato brillantemente a termine, rifiutò le tante allettanti proposte ricevute da diversi importanti Club per acquistare le prestazioni sportive di Venturi, che ben volentieri rimase in giallorosso. Con le sue prestazioni, che spesso vennero definite come superbe, contribuì in maniera determinante a fare vincere alla Roma allenata da Viani il campionato. Per il suo impegno e l’ascendente nei confronti dei compagni, assente capitan Tre Re, il 27.1.1952 indossò per la prima volta la fascia di capitano. Venturi, a conclusione del campionato della rinascita, collezionò 37 presenze su 38 e divenendo il rigorista della squadra, segnando 6 reti: al Pisa, al Messina, al Treviso, al Piombino, al Monza ed al Vicenza. Le sue magnifiche prove vennero certificate dalla convocazione del giocatore nella Nazionale Italiana Maggiore.

Il giorno 3 giugno 1951 a Genova fece il suo esordio nella nazionale A in Italia-Francia 4-1 (marcatori: Lorenzi, Lorenzi, Amadei, rigore di Cappello), questa la seguente formazione: Casari, Giovannini, Cervato, Annovazzi, Tognon, VENTURI, Cervellati, Boniperti, Amadei, Lorenzi, Cappello.Riportiamo per cronaca anche la seconda partita con la maglia azzurra, giocata l’11 novembre 1951 a Firenze in Italia-Svezia 1-1 schierato a mediano sinistro nella seguente formazione: Casari, Giovannini, Cervato, Annovazzi, Tognon, VENTURI, Boniperti, Gimona, Amadei, Lorenzi, Cervellati. 

Per valutare la bravura del giallorosso si pensi che alla rarità di un giocatore che, pur militando in serie B, viene scelto per giocare con la Nazionale. Fu anche il primo romanista ad indossare nel dopoguerra la maglia azzurra. L’ultimo era stato Guido Masetti il 12.11.1939 nell’amichevole Svizzera-Italia. Al termine della carriera Venturi potrà vantare 6 presenze nella Nazionale A, 1 in quella B e 5 nella Giovanile. Arcadio, in occasione delle Olimpiadi in Finlandia, il 26.7.1952 nella partita dell’Italia contro gli Stati Uniti, terminata 8-0 per gli azzurri, segnò il gol del provvisorio 3-0. La Nazionale venne poi eliminata da una stratosferica Ungheria che annoverava fuoriclasse quali il portiere Grosics, il mediano Bozsik, e gli attaccanti Kocsis, Puskas ed Hidegkuti.

La Roma, dopo il ritorno in serie A, all’inizio della stagione 1952-53 fece una campagna di rafforzamento di grande rilievo aggiudicandosi le prestazioni del nazionale Egisto Pandolfini, del nazionale danese Helge Bronée, di Azimonti, Grosso, Renosto e dei rientranti dai rispettivi prestiti di Tessari e Lucchesi.

Il quadrilatero giallorosso, composto da Bortoletto, Venturi, Pandolfini e Bronèe, venne giudicato unanimemente il più forte d’Italia e la neo promossa Roma (allenata da Varglien), che all’inizio del campionato condusse anche la classifica, si piazzò al sesto posto. Arcadio Venturi e Raul Bortoletto disputarono tutte le 34 partite del torneo, compresa quindi la prima giocata dai Lupi allo Stadio Olimpico (Roma-Spal del 31.5.1953). La squadra si tolse la soddisfazione di battere, tra le altre, la Fiorentina, il Bologna in trasferta, l’Atalanta a Bergamo per 1-5, il Napoli a Roma per 5-2, il Torino e la Juventus Roma per 3-0. Il mediano ambidestro Venturi segnò la sua unica rete stagionale alla prima giornata di campionato (14.9.1952 Triestina-Roma 2-3 con reti giallorosse di Venturi su rigore, Bronée e Galli). Il 17.5.1953 Arcadio Venturi ebbe il privilegio di inaugurare, con i compagni romanisti Bortoletto Grosso, Pandolfini e Galli, lo Stadio Olimpico nella partita Italia-Ungheria, conclusa on la vittoria dei magiari per 0-3.

Il calciatore emiliano nella stagione successiva 1953-54, mantenne il solito elevato rendimento. Indossò la fascia di capitano in tutte le 19 partite nelle quali Tre Re, titolare del ruolo, non venne impiegato. Concluse il suo ottimo campionato con 30 presenze su 34 senza questa volta segnare alcuna rete. Strinse una cara amicizia con il nuovo arrivato nella Roma Alcide Ghiggia, campione del mondo nel 1950 con l’Uruguay. In occasione della vittoria della Roma a San Siro per 1-2 contro il Milan, Venturi, cosi come diverse altre volte, disputò una partita magistrale. La squadra confermò il sesto posto in classifica dell’annata precedente. Venturi, dopo avere inaugurato lo Stadio Olimpico con la Nazionale, dopo essere sceso in campo con la Roma nella sua prima partita nello stesso Stadio, ha anche disputato il primo derby della storia giocato in quello che veniva chiamato lo Stadio dei Centomila ed in quello che sancì la prima vittoria nella stracittadina di una delle due squadre, che naturalmente fu la Roma (18.4.1954 Lazio-Roma 1-2 con reti di Celio, Bortoletto e Fontanesi). I Lupi scesero in campo con la formazione che merita di essere ricordata: Moro, Azimonti, Eliani, Bortoletto, Grosso, Celio, Ghiggia, VENTURI, Galli, Pandolfini, Bettini.

L’ambiziosa Roma del Presidente Renato Sacerdoti, respinse le pressanti richieste avanzate dalle Società più blasonate per avere Venturi, e per la stagione 1954-55 rafforzò la squadra con gli innesti di Bertuccelli, Boscolo, Cavazzuti, Giuliano, Losi, Nyers, Stucchi e del giovane del vivaio Guarnacci. Venturi venne promosso capitano e la squadra, allenata dall’inglese Jesse Carver, disputò un campionato d’avanguardia classificandosi al terzo posto dopo il Milan e l’Udinese, poi retrocesso in sere B con delibera della Lega Nazionale. Come rilievo statistico si evidenzia che la Roma vinse tutte le 4 gare giocate contro il Milan e l’Inter. In quella di ritorno contro i nero-azzurri fece il suo esordio in serie A Giacomo Losi ((20.3.1955 Roma-Inter 3-0 con reti di Galli, Bortoletto e Pandolfini). Venturi venne impiegato in 31 partite di campionato segnando 2 gol (uno in casa contro il Bologna ed uno in trasferta contro l’Atalanta) e nelle 2 giocate dai giallorossi nella Mitropa Cup contro la squadra allora jugoslava del Vojvodina (6 giugno e 3 luglio 1955).

La stagione successiva 1955-56, vide la Fiorentina laurearsi campione d’Italia e la Roma, guidata dall’ungherese Giorgio Sarosi, con i nuovi acquisti di Dino Da Costa, Biagini, De Toni, Panetti e con i rientranti dai rispettivi prestiti di Tessari dal Palermo e di Prenna dal B.P.D. Colleferro, classificarsi al sesto posto, mettendo in mostra un campione come il brasiliano Da Costa. Venturi scese in campo senza segnare in 24 partite, giocate come al solito a testa alta e con eleganza su dei buoni livelli.

La carriera romanista di Venturi si concluse al termine della stagione 1956-57. Arcadio disputò 27 partite di campionato realizzando 2 gol, entrambi su rigore: contro l’Inter a San Siro (3-2 per i nero-azzurri) ed a Roma contro l’Udinese (6-1 per i giallorossi). Venturi era in campo anche il 14.10.1956 quando la Roma, da lui capitanata, superò la Lazio, che per calendario giocava in casa, per 0-3, con doppietta di Da Costa, che poi vinse la classifica dei cannonieri e rete di Pestrin. Con le ultime quattro partite consecutive perse la Roma, che a 5 giornate dalla fine del torneo aveva sostituito Sarosi con Masetti, dalla sesta posizione in classifica occupata, scese alla quattordicesima. 

Arcadio Venturi, prima di essere ceduo all’Inter, riepilogando ha giocato nella Roma dal 1948 al 1957, totalizzando in gare ufficiali 290 presenze e 18 reti: 288 presenze e 18 reti in campionato e 2 presenze senza gol nella Mitropa Cup del 1954-55.

Ma al di là dei numeri è lo spessore dell’uomo e del giocatore a fare entrare in un posto di rilievo Venturi nella storia della Roma che a luglio del 2016 l’ha inserito nella propria Hall Of Fame. Giunto a Roma per la cerimonia non si è sottratto all’affettuoso abbraccio dei tifosi giallorossi, firmando centinaia di autografi e posando per numerose foto ricordo.

Trattandosi di quello che per scrive è sentito come il suo primo capitano, si riporta quanto pubblicato sul giocatore nell’introvabile libro “AS ROMA LA GRANDE STORIA”, editato dalla Newton Compton a dicembre del 2014, con autori Fabrizio Grassetti, Massimo Izzi e Gabriele Pescatori, tutti componenti del Centro Studi dell’Unione Tifosi Romanisti sulla Storia della Roma: “Venturi, mediano e mezzala ambidestra dl rendimento costante, aveva uno spiccato senso geometrico e della posizione. Correva ininterrottamente per 90 minuti con eleganza, ordine e disciplina. Ottimo rigorista, fu apprezzato da tutto gli allenatori succedutisi alla guida della Roma. da vero capitano difese sempre i compagni di squadra anche per tutelare i loro interessi nei confronti dei dirigenti della società. Per comprendere meglio i sentimenti che i compagni nutrivano nei suoi confronti, ricordiamo che Alcide Ghiggia al suo primo figlio maschio impose il nome di Arcadio”. Quando venne ceduto all’Iter al termine del campionato 1956/57 fece pubblicare sul Corriere dello Sport questo messaggio:

“Cari sportivi romani, è con vivo rincrescimento che dalle pagine Corriere dello Sport io debba mandarvi il mio affettuoso saluto. Da circa nove anni ho vissuto la vita dell’AS Roma le gioie dei successi, le amarezze della retrocessione. Roma era diventata quasi la mia città d’adozione, tanto è vero che pensavo che vi sarei rimasto, forse tutta la vita. Ma d’altra parte, se i dirigenti hanno ritenuto opportuno cedermi all’Inter, dove mi troverò certamente bene, vuol dire che la mi cessione era necessaria per la Roma. Mi auguro quindi che i tifosi giallorossi non mi dimenticheranno come io non non li dimenticherò. Colgo l’occasione per ringraziare coloro che mia hanno incoraggiato e sostenuto in questi anni a Roma, ed in special modo ai giornalisti sportivi. Consentitomi quindi di congedarmi da voi prima di indossate la maglia nerazzurra dell’Inter con un ultimo FORZA ROMA.” 

Venturi dal 1957 al 1960 ha poi indossato la maglia dell’Inter (57 partire di campionato senza reti), per concludere, infine, la carriera agonistica nel Brescia (dal 1960 al 1962 26 presenze e 2 reti in serie B), rimanendo sempre romanista. Qualche tempo fa, agli storici giallorossi Massimo Izzi e Massimo Germani ha dichiarato “anche adesso che ho i capelli bianchi non ho mai smesso di sentirmi un giocatore della Roma e, aggiungiamo noi, CHE GIOCATORE!

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