Aprile 14, 2025

di Giorgio Martino

DA LECCE A LECCE – Dopo la vittoria 4-1 sul Lecce del girone d’andata, ci fu il “tracollo giallorosso” del 15 dicembre (16° giornata) con i due gol subiti a Como al 93° e 97°. La Roma era 14° con 16 punti proprio come il Lecce, cioè 2 punti più della terzultima (Cagliari), 15 meno del quarto posto Champions e della Lazio, 12 meno del sesto posto (Juventus) Europa League, 9 meno del settimo posto (Bologna) Conference. Dopo la vittoria di sabato a Lecce, numeri, posizioni e prospettive sono radicalmente cambiati. Per i tifosi non è solo statisticamente rilevante aver recuperato 15 punti in 15 partite (strepitosa media di un punto a partita) sulla Lazio. E’ successo tanto eppure, come scrisse il famoso poeta inglese dell’800 Robert Browning, poi titolo di un album di Ella Fitzgerald, “The best is yet to come”, il meglio deve ancora venire.

PASSO DOPO PASSO – Se fossimo americani o anche trigoriani, avremmo detto “Step by step” per indicare la modalità di azione della Roma nelle prossime otto partite finali. L’attuale classifica lascia aperte tutte le ipotesi, dalla più esaltante della partecipazione alla Champions alla più deprimente dell’esclusione da tutte le competizioni europee, passando per l’Europa League e la Conference. Molto dipenderà dalla Roma e dai passi che saprà fare, ma molto dipenderà dalle altre e molto dipenderà pure dalla regolarità di un campionato che, sotto questo aspetto, ha lasciato spesso a desiderare.

16 + 1 – Come i 3 Moschettieri (Athos Porthos e Aramis) erano in realtà 4 con D’Artagnan, così i 16 evocati in conferenza da Ranieri dovrebbero essere almeno 17, cioè 1, l’indispensabile portiere Svilar, più 16: 5 difensori, Celik, Rensch, Mancini, Hummels, Ndicka; 3 esterni, Saelmaekers, Angelino, El Shaarawy; 4 centro campisti, Cristante, Paredes, Pisilli, Koné; 4 attaccanti, Soulé, Pellegrini, Dovbik, Shomurodov. Resta fuori gran parte del mercato estivo (oltre a quelli già sbolognati) ed invernale a conferma dell’inconsistenza delle operazioni: Saud, Nelsson, Salah Eddine, Sangaré, Gourna-Douath.

SBUGIARDATI (1) – Mancava solo che pubblicassero l’indirizzo della casa che la Roma aveva affittato per Gasperini. Per il resto, degli accordi contrattuali non avevano trascurato alcun dettaglio. Solo che era tutto falso. Ci voleva la genialità di un regista alla Hitchcock per organizzare una conferenza per Lecce-Roma e usarla per sbugiardare le cialtronate scritte e dette ogni giorno.

GIOCHI PERICOLOSI –  La fortuita circostanza della presenza di Gasperini a Roma per un evento al Coni Premio Bearzot), aveva scatenato i fantasiosi (per mancanza di fantasia) cronistelli che hanno dato per firmato il contratto con la Roma. Poi sono usciti i dettagli: soldi, durata, clausole, procedure. A questo punto il gioco si è fatto pericoloso perché essendo Gasperini ancora un tesserato sotto contratto con l’Atalanta, qualunque nuovo accordo e/o contratto sarebbe vietato. La stessa Roma sarebbe fuori legge o contro la legge. Ma stavano proprio così le cose? O era solo la superficialità di qualche sciocchino che, non avendo nulla da dire, dice la prima frescaccia che gli viene in mente? Era la seconda.

LA SMENTITA DI RANIERI – Poi è arrivata la conferenza di giovedì 27 e Ranieri ha smentito tutto a cominciare da Gasperini che “non sarà il nuovo allenatore”. Quindi è andato oltre: “Avete fatto uscire tanti nomi ma non avete mai citato nemmeno uno di quelli con cui ho veramente parlato. E questo mi fa molto piacere”. E fa piacere pure a noi.

BANG GULP GASP – L’onomatopea è la trascrizione dei suoni molto usata nei fumetti e nelle vignette. Per esempio “bang” è il colpo di arma da fuoco, “Brr” è il brivido da freddo o da paura. E “Gasp”? Indica timore, affanno, deriva dal suono di chi annaspa senza fiato. Appunto.

AMMUCCHIA GASPERI’ – Nel vecchio Olimpico c’era un tabaccaio che si muoveva agilmente tra le file della tribuna e vendeva i pacchetti lanciandoli anche a parecchi metri e non dava mai il resto col suo grido di battaglia: “Ammucchia Gasperì”, perché si chiamava Gasperino con la o, ed era molto simpatico.

IL SASSO IN PICCIONAIA – Le inequivocabili parole di Ranieri hanno stravolto e sparpagliato tutti i piccioni e i piccioncini rimasti straniti e stizziti. C’è chi teme che l’editore possa chiedergli conto delle frescacce pubblicate e che qualche lettore si allontani per la scarsa credibilità. Ma ormai editori e lettori sono assuefatti. Alcuni hanno consultato l’intera lista degli allenatori in attività. Altri hanno spulciato nei campionati stranieri, Ma gli identikit per il nuovo “casting” sembrano più complicati del solito tanto che le espressioni più ricorrenti nel totale disprezzo dell’originalità sono state “Mister Mistero” e “Mister X “.

NON SAREBBE TEMPO PERSO – Ranieri ha detto che si fa da parte per consentire al nuovo tecnico di cominciare a lavorare subito senza perdere un anno. Ci permettiamo di dissentire: se un allenatore è bravo ed è in sintonia con l’ambiente ed ottiene risultati, per quella squadra non è mai tempo perso e per i tifosi ci sono soddisfazioni. Se, pur avendolo a disposizione, ci si rinuncia per impostare una programmazione nuova, si rischia un inutile salto nel buio. Per essere più chiari: siccome è ormai noto che la Roma dovrà operare tra difficoltà finanziarie e paletti da rispettare, il che escluderebbe nomi top con grandi pretese, il nuovo tecnico agirà in un contesto pieno di limiti con ambizioni ed obbiettivi necessariamente ridotti. Ma se i progetti devono essere circoscritti, tanto vale confermare la situazione attuale che funziona e sperare che, prima o poi, la Società riesca a mettere a posto i conti che restano il nodo principale di una strategia aziendale finora fallimentare. 

SBUGIARDATI (2) – Non appena è tornato in patria per giocare Argentina-Uruguay, Leandro Paredes ha detto la verità sulla clausola a favore del solo Boca Juniors inserita nel suo contratto con la Roma confermandone sia l’esistenza che i termini economici di 3 milioni e mezzo. Clamorosamente sbugiardati sia gli pseudo giornalisti che hanno scelto il ruolo di fiancheggiatori a prescindere senza un minimo di valutazione professionale, sia i dirigenti (???) di Trigoria che avrebbero fatto “trapelare” le bugie della Società. A puro titolo di cronaca riportiamo l’asterisco del numero scorso: C’E’ O NON C’E’? – L’annuncio anticipato del rinnovo per un anno, fino al ’26, del contratto di Leandro Paredes, ha provocato un diluvio di sensazioni contrastanti: da una parte un’ondata di entusiasmo per la conferma di un ottimo calciatore, dall’altra una marea di perplessità per la presenza di una clausola che consentirebbe al Boca Jr di riprendersi il “suo” Paredes pagando 3 milioni e mezzo. In Argentina confermano, a Trigoria smentiscono. Eppure la faccenda sarebbe semplice: la clausola c’è o non c’è?                                                                                                                 Evidentemente c’era ma non è fregato niente a nessuno: nessuna risposta, nessun chiarimento, nessuna facile indagine o ricerca giornalistica. La semplice verità ignorata e nascosta sotto il tappeto come la polvere fastidiosa nel totale disprezzo della deontologia professionale.

E QUI CASCA L’ASINO – Con assurda tempistica il giorno dopo la rivelazione di Paredes il Messaggero ha pubblicato un’enorme quantità di particolari sulla clausola con dei dettagli veramente minimi. E allora ci chiediamo: se lo sapevi perché non l’hai detto prima? Oppure, se era così semplice scoprirlo perché non l’hai fatto prima?

(PERI)PATETICO – Patetico ma anche peripatetico nel senso aristotelico del termine di chi parla spostandosi di qua e di là, il tentativo di altri di negare l’esistenza della clausola sostituendola con una stretta di mano per un accordo tra gentiluomini con un altissimo grado di ridicolaggine. 

COSE DA DAZI – Se le bugie pagassero dazio (e pare che Trump ci stia facendo un pensierino) parecchi giornalisti italiani farebbero fallimento e andrebbero in rovina.

IL DILEMMA CORNUTO – Dopo essersi trastullati col “casting” stucchevole e ripetitivo fatto di Allegri, Ancelotti, Emery, Fabregas, Gasperini, Mancini, Montella, Pioli, Sarri in rigoroso ordine alfabetico, gli esperti del “toto-allenatore” si sono messi a giocare con le “quote” forse per fare un favore alle varie società di “betting” che pullulano nel nostro calcio, ed hanno lasciato spazio al dilemma cornuto. Cornuto perché, come le corna, ha una coppia di scelte: o non sono stati capaci di scovare la verità, o mister Friedkin non ha scelto il mister.

I CONTI SENZA L’OSTE – Allora gli “opinionisti” (per mancanza di opinioni) si sono rituffati sui calciatori sfornando decine di nomi di tutti i tipi, astutamente soffiati dagli amichetti procuratori. Ma, poiché i costi variano tra i 20 e i 50 milioni, tutti fanno finta di non sapere che ci sono dei limiti imposti dall’Uefa che condizioneranno pesantemente il mercato della Roma. Intanto, però, hanno riempito pagine di aria fritta che non costa niente.

I RAGAZZI DEL ’55 – Settantesimo compleanno ravvicinato per Bruno Conti, 13 marzo e Roberto Pruzzo, 1 aprile. L’8 aprile avrebbe compiuto 70 anni anche Agostino Di Bartolomei. Tre grandi campioni che la Roma ha avuto la fortuna di avere in organico contemporaneamente nella squadra del secondo scudetto. Le intuizioni di Gaetano Anzalone, uno dei presidenti più competenti di calcio e calciatori della storia della Roma; l’abilità professionale di Luciano Moggi allora direttore sportivo non ancora “juventinizzato”; la capacità tecnica di Nils Liedholm furono i fattori determinanti perché potessero giocare insieme e vincere.  Poi Conti sarebbe diventato un fantastico scopritore di talenti del settore giovanile che solo la presuntuosa insipienza di una manica di pessimi dirigenti avrebbe allontanato troppo presto con nefaste conseguenze per la Roma. Pruzzo è attualmente tra i più bravi (forse il più bravo) opinionisti di radio e tv per conoscenze tecniche, competenze tattiche, capacità di sintesi, buon senso. E’ un piacere ascoltare la sua voce in un coro spesso sguaiato di improvvisatori arroganti, spocchiosi e supponenti.                                                                                         NB: Per dovere di precisione bisogna aggiungere che in quella squadra del secondo scudetto c’erano altri due pilastri del ’55: il portiere Franco Tancredi nato 10 gennaio il cui apporto alla Roma è stato assai lungo e proficuo sul piano tecnico e umano: e ilo centrocampista austriaco Herbert Prohaska nato l’8 agosto che purtroppo è potuto restare solo quell’anno per far posto a Cerezo per i regolamenti dell’epoca che limitavano il tesseramento di calciatori stranieri.

MAL DI RINNOVO – Quella stessa Società che nel recente passato ha fatto contratti pesantemente onerosi e di durata esagerata (tanto da essere ai primissimi posti in Italia e in Europa per monte ingaggi), continua a tirarla rischiosamente per le lunghe nella trattativa con Svilar che merita in pieno conferma e adeguamento dato che guadagna 1 milione contro i 2 di Celik e l’1,5 di Angelino. Siccome dopo Dybala (5,9 netti) il più alto stipendio è quello di Paredes, sembra chiaro l’inserimento della clausola per la cessione al Boca.

NIENTE DOCCIA – In una di quelle imperdibili iniziative che la Roma diffonde con appositi comunicati, pare che sabato 22 marzo in occasione del World Water Day a Trigoria siano stati chiusi i rubinetti dell’acqua per tre ore. Speriamo che i calciatori, dopo l’allenamento, abbiano avuto il tempo e l’acqua per la doccia. Colpisce che una Società così restia a far conoscere le cose importanti, come la stessa clausola, sia poi così sollecita nel comunicare queste storielle decisamente banali.

NE’ SIR NE’ SOR – I cronistelli privi di fantasia pensando di essere originali attribuiscono a Ranieri l’appellativo di Sir all’inglese o di Sor alla romana. In realtà quello più giusto sarebbe San: Santo Ranieri protettore della Roma e autore di miracoli giallorossi.

RISCHIO AZIENDALISMO – Purtroppo essendo sempre più solo ed unico a Trigoria e davanti ai microfoni, Ranieri incorre nel rischio di aziendalismo. Dovendo parlare di tutto, non solo questioni tecniche delle partite, affronta argomenti che spetterebbero ai dirigenti, dalla presenza fisica e parlante di Friedkin alla progettazione strutturale della Società, stadio compreso. La sua correttezza gli impone una difesa d’ufficio che non serve a nessuno.

BASTEREBBE UN BUON RAGIONIERE – Molte Società, soprattutto quelle che hanno proprietà straniere, come la Roma, infarciscono l’organico con figure come “managing director” o “finance director and general manager corporate” o “chief financial officer”. Figure definite di “alto profilo nella gestione di brand globali che hanno l’obbiettivo di valorizzare al meglio risorse e investimenti per rafforzare la stabilità economica creando le condizioni per un’espansione sostenibile sia sul piano dei risultati sul campo, che in ambito commerciale”. E pensare che fino ad ora avevamo creduto che bastasse un buon ragioniere che sapesse far quadrare i conti del bilancio. E, forse, un ragioniere costerebbe molto meno di un chief officer.

COME PIOVEVA – A febbraio i soliti FESSI (Fiancheggiatori Esterni Sempre Senza Idee) avevano fatto credere che la Roma stesse “accelerando” per gli scavi archeologici a Pietralata che, secondo loro, erano stati sospesi perché era piovuto molto. Aspettando che spiova siamo arrivati ad aprile e si scopre che, in realtà, il problema non sono le piogge (che i meteorologi definiscono nella media), ma un bosco urbano che prima non c’era e ora c’è, come nel gioco delle tre carte a Porta Portese. Al vecchio cultore del Festival di Sanremo viene in mente una canzone del ’56: La vita è un paradiso di bugie, quelle tue, quelle mie…

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