Gli Asterischi del 14 maggio 2025

di Giorgio Martino
FURTO CON SCAZZO – (Ta)Rocchi, Sozza e Abisso hanno apparecchiato il consueto furto alla Roma che, però, stavolta non ha abbozzato ed ha reagito con una solenne incavolatura pubblica. In realtà non è stata la Roma ma Ranieri perché ancora una volta è stato l’allenatore ad esternare tutto il malumore e la rabbia per le decisioni arbitrali. Sembrava di rivedere Mourinho quando Ranieri ha abbandonato l’intervista a Dazn con quei due ragazzotti a cui era stato messo in mano un microfono più grande di loro, spalleggiati da un ex arbitro fatto diventare presidente della Cassazione delle moviole. Ranieri ha fatto chiaramente nomi e cognomi chiamando in causa il designatore che aveva espressamente spiegato a inizio stagione le modalità di intervento del Var se c’è o non c’è un contatto valutato dall’arbitro di campo; chiamando in causa il Var che in quella situazione non doveva intervenire; chiamando in causa l’arbitro che si è rimangiato la decisione appena presa in campo.
LA ZAPPI SUI PIEDI – Antonio Zappi presidente dell’Aia (che farebbe meglio ad occuparsi di polli invece che di regolamenti arbitrali) ha detto che è stato rispettato il protocollo e che glielo avrebbe confermato quello stesso (Ta)Rocchi che aveva sempre detto il contrario. Ora ci resta solo il dubbio di indovinare quale protocollo sarà applicato nei prossimi casi analoghi quando ci sarà un Var che interverrà e uno no.
UNO E TRINO – La teologia arbitrale spiega che il protocollo del Var è uno e trino: unico nella sua essenza, ma si manifesta in tre persone distinte, (Ta)Rocchi, Zappi e Marelli.
L’INTERVENTO DEL COMPARE – Che interviene quando gli pare. Ormai il Var ci ha abituato alla casualità dei suoi interventi: talvolta si, talvolta no. Mai, però, seguendo la regola. L’intervento del Var sembra sempre più un intervento del “compare” come nel gioco delle tre carte in cui c’è sempre un “compare” che fingendo una neutralità è complice del cartaro nel bidonare chi gli è capitato sotto.
PRECIPITATI NELL’ABISSO – Forse troppo facile il gioco di parole col nome dell’arbitro al Var, ma, purtroppo, molto vero con una designazione quasi chirurgica in una partita-chiave per il futuro di Juventus, Atalanta e Roma, una partita in cui, per dirla come Alessandro Manzoni, la Roma era il vaso di coccio costretto a viaggiare con i vasi di metallo.
IL SILENZIO DEGLI IPOCRITI – In questa circostanza sono sonoramente rimasti in silenzio quei giornalini, giornaletti e giornaloni, corrierini e corrieroni del giorno e della sera che avevano invocato drastici provvedimenti per gli arbitri di Inter-Roma che non avevano dato un rigore all’Inter.
MARELLI IN ALTO MARE – Il sedicente esperto daznoniano di regolamenti arbitrali sembra avere la lingua biforcuta come dicevano gli indiani dei visi pallidi menzogneri. Quest’anno ad Antonio Conte che reclamava per un episodio di Inter-Napoli disse: “Se c’è un contatto, sia pure leggero, valutato sul campo dall’arbitro, il Var non deve intervenire”. Lunedì per Atalanta-Roma ha dato una versione diametralmente opposta dicendo che il Var doveva intervenire. Come si può dar credito ad una persona del genere? Come si può essere così voltagabbana? Come ci si può fidare di Dazn?
GASP DOUBLE FACE – Nel giro di pochi giorni abbiamo visto un’Atalanta arrendevole che perdeva in casa con la Lazio senza reagire, e un manipolo di frenetici assatanati col sangue agli occhi e il coltello tra i denti che volevano con tutti i modi, leciti e illeciti, battere la Roma.
RIMPIANTO – Dopo aver visto Celik e Rensch travolti da Lookman e Zappacosta sulla destra, e Angelino da Bellanova sulla sinistra, c’è un forte rimpianto per i troppo pochi minuti giocati dal vivace Saelemaekers. E c’è un forte rimpianto per l’eccellente coppia di terzini-esterni Zappacosta-Spinazzola, entrambi ambidestri, lasciata andar via gratis dai pessimi direttori sportivi della Roma che ora si ritrova con Celik e Angelino.
LA ROSETTA – Nonostante i patetici tentativi dei “ghisolfisti” di voler far credere che l’attuale rosa della Roma sia competitiva per grandi traguardi, l’organico è scarso e mediocre. Dovbik, Shomurodov, Angelino, Celik e quasi tutti gli acquisti di quest’anno, salvo Koné e Soulé, non sono da grande squadra. Che poi Ranieri sia riuscito a trovare giuste motivazioni creando un’atmosfera molto positiva, è solo un merito dell’allenatore, ma nessuna squadra europea che abbia delle ambizioni di livello li prenderebbe
HABEMUS ET RIHABEMUS – Quasi in contemporanea con l’elezione del primo Papa americano, Dan è ritornato a Roma. Un “coup de theatre” degno delle grandi sceneggiature da Oscar non inusuali nel comparto cinematografico del Friedkin Group. Nel numero scorso questa rubrichetta nel suo piccolo aveva anticipato la possibilità di una ulteriore tappa di avvicinamento dalla Svizzera a Roma che, infatti, c’è stata a Malpensa. Una volta arrivato a Trigoria subito un paio di licenziamenti di persone divenute sgradite, tanto per far capire che non era una visita di cortesia. Due parole più o meno di circostanza con i giocatori con la benedizione di Ranieri, che con Dan pare si senta ogni settimana, e non aveva bisogno di colloqui specifici. Poi, mentre inutilmente Gualtieri in Campidoglio metteva su la macchinetta del caffè, e i trigoriani facevano circolare una foto con sorrisi sparsi qua e là, è ripiombato il silenzio del mistero o il mistero del silenzio.
DOVE STA DAN DAN – Con lo stesso sconcerto di quando, durante la Festa di San Gennaro, sparì Zazà lasciando solo il povero Isaia, ci si chiede dove sta Dan Dan. E’ ancora a Roma? E’ ripartito? Con che mezzo? E’ andato al Festival di Cannes visto che l’aereo ha fatto scalo a Nizza, ma forse lui non era a bordo? Oppure è andato a Salisburgo a trattare con la Red Bull magari l’ingaggio di Klopp, ma, forse, lui non era a bordo? Nessuno ha detto che sia andato via, e c’è chi giura che sia ancora qui, magari nascosto dietro occhialoni neri come la reticente, sfuggente ed enigmatica Greta Garbo buon’anima.
IL SOLSTIZIO – Fissata, chissà da chi, per il 21 aprile, Natale di Roma, la presentazione del progetto Pietralata, è stata riposizionata, chissà da chi, al 21 giugno, giorno del Solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno, forse perché è necessario tanto tempo. Ma è anche il giorno che la tradizione popolare abbina alla “mezza estate” e a tutto il suo fascinoso potere. Basta scomodare il buon Guglielmino Shakespeare detto il Bardo di Avon, rifacendosi al suo “Sogno di una notte di mezza estate”, per capire che quello del solstizio o della mezza estate, è proprio il momento dell’incantesimo ingannatore. C’è, quindi, il rischio che qualcuno si faccia incantare e rimanga ingannato.
ABBONATI ALLA SMENTITA – Ormai non c’è conferenza di Ranieri in cui non sia costretto a smentire le imprecisioni (eufemismo per non dire altro) della stampa. Anche sabato ha voluto smentire la storia che certi tecnici avrebbero rifiutato una Roma non in Champions: “Ho visto che alcuni allenatori si sarebbero tirati fuori perché la Roma non va in Champions League. A me sembra che non si sia tirato fuori nessuno, onestamente. Questo è il massimo che posso dire”. Poi, però, dopo la sconfitta di Bergamo sono tornati alla carica dicendo che Ranieri starebbe virando su altri profili perché la Champions era sfuggita.
ALLEGRI COME PAROLIN – Entrato in Conclave in “pole position” come Allegri, Parolin ne è uscito sempre Cardinale spiazzato dal Papa americano. Nelle stesse ore il presidente americano avrebbe spazzato via Allegri non solo dalla pole position ma dall’intera lista dei suoi “papabili”. I sedicenti esperti di mercato si sparano frescacce quotidiane che, purtroppo, finisco addosso ai lettori.
MA CHE VOR DI’ -Finché si usava l’espressione inglese “senior advisor” era giustificato non capire o far finta di non capire. Ora, però, è stata sostituita da “garante” che, se vogliamo, è perfino più incomprensibile. Che cosa dovrebbe garantire Ranieri, e a chi? Alle istituzioni? Ai tifosi? All’opinione pubblica? Dovrebbe garantire sul tecnico, sui calciatori, sui dirigenti? O dovrebbe garantire a loro (e a noi) la validità della Società? Aridatece er senior advisor.
LACRIME DI COCCODRILLO – Per leggere qualche parola di simpatia e qualche giudizio positivo su Lorenzo Pellegrini, è stato necessario che il capitano si infortunasse seriamente. I “sepolcri imbiancati” non stavano solo a Gerusalemme a quel tempo.
FACCIA DA SCHIAFFI – E’ stata riportata una lunga dichiarazione di Tiago Pinto che sosteneva che “Roma è un posto speciale, ma qui al Bournemouth posso pianificare con tempo. In Inghilterra ma soprattutto qui a Bournemouth ho ritrovato la capacità di avere una strategia chiara nel reclutamento e nel calcio che dobbiamo giocare. Invece alla Roma la pressione mediatica da parte dei tifosi e della stampa cambia il fatto di voler fare le cose con strategia”. Non c’eravamo mai accorti che Pinto volesse pianificare secondo una ben precisa strategia, né che ci fosse qualcuno che glielo impediva, anzi ha beneficiato del sostegno di una stampa ipocrita che, pur di mettere in difficoltà Mourinho, ha esaltato le sue deleterie operazioni di mercato che hanno impoverito tecnicamente l’organico della Roma ed affossato i bilanci della Società. Ancora una volta si cerca di scaricare i propri fallimenti sulla passione dei tifosi della Roma. Ha avuto pure la sfacciataggine di attribuirsi il merito dell’acquisto di Svilar richiesto espressamente da Mourinho mentre era al Benfica e giocava per lo più nella seconda squadra. Ha addirittura definito Dybala il suo colpo del cuore quando tutti sanno che senza la telefonata personale tra il calciatore e Mourinnho, l’argentino non sarebbe venuto mai e poi mai alla Roma.
SVILAR – A proposito di Svilar, la trattativa per il rinnovo continua a protrarsi pericolosamente. Eppure avendo il portiere l’ingaggio più basso di tutti i titolari e di parecchie riserve, un milione, non avrebbero dovuto esserci troppe difficoltà. Oggi Svilar guadagna la metà o un terzo rispetto a Celik, Angelino, Saud. Anche il giovane Baldanzi e il neo arrivato Rensch hanno uno stipendio superiore. Pur volendo evitare sgradevoli confronti, c’è un’evidente notevole difformità tra rendimento e remunerazioni. Quindi rifacendoci alle “strategie” di mercato della Roma, è legittimo il sospetto che la Società stia pensando a monetizzare lo splendido campionato fatto da Svilar. Speriamo di no.
INACCETTABILE CENSURA – Durante Atalanta-Roma uno spettatore è potuto entrare in campo, prendere il pallone e tirarlo nella porta della Roma. Ma Dazn non ha fatto vedere niente censurando preventivamente le immagini nel più totale disprezzo del diritto di informazione. La tv lo fa, la Lega glielo permette, il Garante delle comunicazioni non interviene, l’Ordine dei giornalisti tace. E, comunque, ai tifosi dell’Atalanta come a quelli dell’Inter è consentito andare dappertutto nonostante quello che succede e che fanno dentro e fuori i loro stadi.
E’PIU’ ONESTO IL PEZZOTTO – Nonostante gli sforzi congiunti di ministri e authority, che pure dovrebbero essere impegnati alla difesa dell’interesse pubblico, Dazn sta perdendo una ventina di milioni di telespettatori. Secondo i calcoli fatti alla 30ma giornata, gli ascolti complessivi ammontano a 153 milioni e 332 mila spettatori. Rispetto al campionato scorso, che era stato il peggiore in assoluto nella storia del calcio a pagamento in tv, sono andati persi 18 milioni di spettatori; rispetto al campionato di due anni fa la perdita è ancora superiore, 21,3 milioni. Le forze governative si sono impegnate al massimo e in prima persona nella lotta contro la cosiddetta pirateria, ma non hanno detto una parola a difesa dei consumatori quando Dazn ha unilateralmente aumentato i prezzi degli abbonamenti e nemmeno quando, durante il campionato, addirittura in accordo con la Lega Calcio, ha trasmesso più di un big-match (l’ultimo proprio Roma-Juventus, ma già prima anche Milan-Napoli, Lazio-Inter, Juventus-Milan, Atalanta-Inter) in chiaro, cioè gratis per tutti, con enorme beffa per gli utenti che avevano pagato profumatamente in anticipo già ad agosto, e che si sentono trattati come sudditi da spennare. Inoltre le “autorità” che dovrebbero garantire la correttezza e la concorrenza fanno finta di non vedere che con le partite aperte gratuitamente a tutti sono falsati i dati di ascolto, cioè lo share che, tra l’altro, ha pure un ruolo rilevante sul valore degli spot pubblicitari. Viva il pezzotto!!!