Luglio 1, 2025

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di Giorgio Martino

CONFERENZA SERIA – La presentazione di Gasperini è stata una conferenza seria, piena di parole corrette, giuste, dette in modo appropriato nel momento appropriato, vere, sincere, piene di pragmatismo. Parole ben diverse da quelle false, ridondanti, vacue ed artefatte dei comunicati della proprietà. Gasperini e Ranieri hanno parlato della realtà conoscendo la realtà. Il nuovo allenatore ha parlato dell’importanza dell’accettazione di un durissimo lavoro, specialmente nella fase di allenamento, che sarà indispensabile e irrinunciabile. Ed è giusto che sia così. Ranieri ha ribadito la presenza dei paletti dell’Uefa che renderanno il mercato difficile e complicato. Un mercato che, ovviamente, non poteva essere gestito da un ds inesperto, inadeguato e scarso come Ghisolfi. Infatti entrambi hanno sottolineato che l’obbiettivo del mercato sarà il tentativo di migliorare la rosa, soprattutto in certi ruoli chiave individuati dal tecnico al quale sono, fortunatamente, evidenti certe lacune dell’attuale organico. Così come l’obbiettivo stagionale non potrà essere che il quarto posto per la qualificazione in Champions anche se ci sarà bisogno di un ‘altra impresa per camminare al ritmo dell’impresa fatta da Ranieri nelle ultime 22-23 giornate come ha ricordato lo stesso Gasperini, magari omettendo che l’unico neo è stato il furtarello di Bergamo, pro Juve, organizzato dalla categoria arbitrale.

LE CITAZIONI – Significativi i nomi dei pochi giocatori citati: Dybala e Pellegrini. Per l’argentino dipenderà dalla sua condizione di salute. Per il capitano dalla sua determinazione personale.

CHI BEN COMINCIA – Se fossero vere quelle indicazioni attribuite a Gasperini di liberarsi degli esterni Celik ed Angelino, vorrebbe dire essere, se non proprio alla metà dell’opera, certamente sulla strada giusta.

TUTTOFARE – La conferenza di presentazione di Gasperini è stata introdotta e accompagnata dalla presenza attiva di Ranieri. Quello sarebbe il ruolo che in una Società normale sarebbe svolto da un forte capo ufficio stampa o da un forte dirigente sportivo. La Roma non ha né l’uno né l’altro. Questa rubrica, come un’ossessione, ribadisce la necessità di un chiarimento sul ruolo di Ranieri nella Roma. Non si può andare avanti con la storiella del “senior advisor” che è così labile da essere vulnerabile dai cialtroni capaci di piegare e forzare le regole federali perfino dall’interno della Federazione che le ha emanate e le dovrebbe far rispettare. Ma, nonostante la peggiore considerazione che si possa avere di Gravina, la Rona deve chiarire che cosa debba fare Ranieri che non può fare tutto.

C’E’ – Finalmente alla Roma c’è un vero direttore sportivo. Frèderic Massara che gli esperti di mercato chiamano confidenzialmente Ricky. E’ persona esperta e collaudata la cui figura mancava da anni: nella Roma di Friedkin non c’era mai stata. Il vero problema non sarà il suo lavoro ma quanto la Società saprà metterlo nelle condizioni di lavorare bene, 

MEGLIO TARDI – Chi legge questi asterischi conosce da tempo l’opinione fortemente negativa che avevamo su Ghisolfi: il fallimentare bilancio del mercato dell’anno scorso, la ridicola trattativa con Svilar, la mancata cessione di Angelino che era fondamentale per alleggerire il bilancio del 2024 secondo le richieste dell’Uefa sono i più vistosi esempi di una imperizia la cui responsabilità ricade soprattutto su chi l’ha scelto per quel ruolo. Non si può assegnare ad un mestiere/professione chi non è pratico di quel mestiere/professione. Leggerete ancora il nome di Ghisolfi negli asterischi di questa puntata perché la rubrica è una testimonianza cronistica degli eventi che si succedono, settimana per settimana, mese per mese come, del resto, è tutto questo Giornale che diventa una raccolta anche fotografica della storia della Roma.

AVANTI UN ALTRO – Insieme a Ghisolfi sono stati allontanati anche l’avvocato Lorenzo Vitali, che negli ultimi tempi ha svolto le funzioni di amministratore delegato, ed ora è stato sostituito da Morrow, e il team manager Simone Ricchio che aveva lavorato con Ghisolfi al Nizza. Trigoria è una giostra continua dove queste figure salgono, fanno qualche giro e scendono sostituite da altre figure e così via. Non hanno il tempo ma, più spesso, la capacità di fare quello che dovrebbero perché scelti in modo sbagliato. Dopo Sabatini la Roma non ha più avuto un dirigente veramente competente di calcio.                                                                                             

LO SCENARIO DEL VUOTO – Il vuoto sempre più assoluto della Società emerge senza sosta: con Vitali scompare l’unico dirigente di riferimento per il Comune per la vicenda dello stadio. Possiamo immaginare il vuoto totale che ci sarebbe stato intorno a Gasperini se Ranieri avesse optato per la Nazionale. Ma questa può essere quella Società tanto ricca di ambizioni nel solco della sua storia e della storia della città a cominciare dall’immancabile Colosseo?

FATTO 30 – Facciamo 31. Per adesso siamo a 17 dirigenti assunti e sostituiti dopo poco tempo. Ma la quota 30-31 appare facilmente raggiungibile a questo rimo. Non si è mai capito quale fosse il criterio con cui questi dirigenti siano stati scelti, italiani o stranieri che fossero. Paradossalmente l’unico elemento in comune è stato la loro totale inesperienza di calcio, perfino di quei due presi come sedicenti direttori sportivi le cui azioni hanno procurato pesanti danni purtroppo avallati da una stampa falsa, ipocrita, opportunista. Inoltre la smania di licenziare ha portato all’allontanamento prematuro senza giusta causa dell’amministratore delegato Berardi che ha appena ottenuto un rimborso di due milioni e mezzo.

SACCHI DI IPOCRISIA – Forse non era neppure uscito dalla tipografia il numero scorso del nostro Giornale in cui avevamo lanciato l’allarme della possibilissima vendetta mediatica contro Ranieri e la Roma, che giornali e opinionisti (in mancanza di opinione) hanno riversato sacchi di ipocrisia su Claudio sarcasticamente definito Sir o Sor. Il ritornello era il solito: non si può dire no alla Nazionale, affondando l’ipocrisia in un patriottismo fuori luogo e fuori tempo. Senza neppure una parola di censura o, almeno, di analisi sul comportamento e la gestione del presidente federale che è il primissimo responsabile dell’intera vicenda, tutto il discredito è stato rigettato su Ranieri, traditore della Patria. Neppure una parola sul rifiuto di Pioli che, giustamente, aveva fatto le sue decisioni e spesa la sua parola.

IPOCRISIA DI SACCHI – La Gazzetta dello Sport ha sguinzagliato i suoi direttori, vicedirettori, prime, seconde e terze firme, e collaboratori sciolti o a pacchetti come le sigarette di contrabbando del dopo guerra, e non ha usato sacchi di ipocrisia, ma l’ipocrisia di Sacchi. Proprio quell’Arrigo Sacchi che nel 96 lasciò di sua volontà e iniziativa l’incarico di ct e dopo poche settimane tornò al suo Milan e al suo Berlusconi per sostituire l’esonerato Tabarez. Non ci interessa tanto il suo fallimenti che portò il Milan alla peggiore prestazione in assoluto dell’intera era berlusconiana e di tutto il dopoguerra, ma il fatto che lui stesso aveva detto no alla Nazionale e adesso pontifica sciorinando giudizi e reprimende qua e là.

SPALLETTI FLOP – Eppure il disagio di Spalletti per un ruolo che, probabilmente, è troppo lontano dalle sue caratteristiche tecniche e umane, era vistosamente evidente a tutti. L’unico che non se n’era accorto era Gravina che non ha saputo cautelarsi sondando gli allenatori per capire la loro disponibilità per un eventuale, ma piuttosto probabile, bisogno in vista di un appuntamento sicuramente delicato e della massima importanza come la partita di Oslo contro la Norvegia avversario principale per la qualificazione al Mondiale. C’era tutto il tempo per prepararsi ed essere pronti in caso di necessità come è avvenuto.

GRAVINA FLOP CRONICO – Si è ormai cronicizzata la tendenza di Gravina a fare flop.  Aggiunge bugie ai fallimenti a ruota libera. Alla presentazione di Gattuso ha detto che prima di buttarsi sull’ipotesi Ranieri aveva già parecchie alternative ed ha la faccia tosta di pretendere che la gente gli creda. Diciamo la “gente” e non i giornalisti perché quelli hanno fatto la consueta figura vergognosa sgomitando per mettersi in prima fila alla ricerca di collusioni amichettistiche con sviolinature ed allisciate al posto di domande vere.

LA RABBIA – In questi giorni c’è stato il rinnovo di Pedro con la Lazio e l’arrivo di Dzeko alla Fiorentina. Non sappiamo cosa faranno in questa stagione in cui hanno rispettivamente 38 e 39 anni. Sappiamo, però, che cosa hanno fatto negli ultimi quattro anni dopo la sciagurata cessione a zero fatta da Tiago Pinto che comprendeva pure Mhkitaryan e Matic: hanno segnato valanghe di gol importanti e Dzeko ha vinto pure uno scudetto con l’Inter subito dopo essere stato letteralmente regalato dal peggior direttore sportivo della storia della Roma, che è stato anche un deleterio dirigente che ha dilapidato le risorse della Roma affossandone il suo bilancio nell’indolente ignavia della proprietà che lasciava fare senza accorgersi dello sfacelo a cui la Società andava incontro per il mancato rispetto degli accordi presi con l’Uefa. Tanto per la cronaca Pedro ha segnato 24 gol per la Lazio, Dzeko 22 per l’Inter e 35 per il Fenerbache.

CI VOLEVA RANTO? – Quelli bravi a intercettare le notizie che “trapelano” da Trigoria, scrivono che sarebbe stato raggiunto l’accordo con Svilar per un ingaggio da 3 milioni e mezzo e che sarebbe stato decisivo l’intervento di Ranieri dopo il muro contro muro di Ghisolfi. Ci voleva tanto ad adeguare lo stipendio del portiere che prendeva un milione scarso?

TICORDATI FRATELLO … – Che devi rispettare il FairPlay Finanziario e gli accordi presi con l’Uefa. Pur senza ricorrere alla drastica ineluttabilità del “Memento mori” bisogna che la Roma, come questa rubrica va ripetendo nel deserto da mesi, faccia una consistente cessione entro il 30 giugno per migliorare il bilancio 2024 secondo le imposizioni stabilite. Di conseguenza è assai probabile che la Roma non possa fare acquisti fino al 30 giugno proprio per non gravare su questo bilancio. Anche quelli che straparlano di mercato devono tener conto che i soldi delle cessioni fatte e che si faranno non sono il “tesoretto” da spendere per gli acquisti, perché l’esigenza primaria dell’Uefa è la riduzione dell’enorme disavanzo di bilancio accumulato in anni di cattiva gestione. E, infatti, dopo aver per mesi cianciato di “profili” che “piacevano” a Ghisolfi che li aveva messi nel suo “mirino”, ora tanti buffoncelli scrivono che la Roma deve fare cessioni importanti per evitare le sanzioni che andranno sicuramente da una multa a qualcosa di peggio.

LE PAGLICCIATE – Pare che la Lega di Ezio Maria, in arte Simoncelli, già artefice della fragorosa gaffe di piazzare il derby Roma-Lazio il giorno della finale degli Internazionali di tennis al Foro Italico, si sia già mossa per ottenere le autorizzazioni dell’Uefa, della Fifa e di un’altra decina di istituzioni planetarie, per far giocare a febbraio, a Perth in Australia Milan-Como, nel giorno in cui lo stadio San Siro sarà impegnato per l’Olimpiade invernale. La Gazzetta è subito entrata in fibrillazione ed ha chiesto: perché non a Dubai o Riad o New York? La mostra rubrichetta, più modestamente, chiede: perché non a Monza, o Brescia, o Verona o allo stesso San Siro due o tre giorni dopo non avendo entrambe le squadre altri impegni?

LE MASCALZONATE – Ma la Lega non fa solo pagliacciate: con i compari di merenda delle tv ha ridotto per il prossimo campionato il numero delle partite ritenute di principale valore in cui ci sia la Roma protagonista.

I MIGLIORI RISULTATI – Molti opinionisti (sempre in assenza di opinioni) continuano a dire che Gasperini è l’allenatore che negli ultimi anni ha ottenuto i migliori risultati. Non sappiamo quali almanacchi abbiano consultato, ma per rispetto della cronaca abbiamo ricostruito i risultati degli ultimi 10 anni:                                                             Massimiliano Allegri ha vinto, con la Juve, 5 scudetti consecutivi, 5 Coppe Italia e 3 Supercoppe.                                                                                                                                                    Simone Inzaghi ha vinto 1 scudetto con l’Inter; 3 Coppe Italia, 1 con la Lazio, 2 con l’Inter; 5 Supercoppe, 2 con la Lazio, 3 con l’Inter.                                                                                                                                                                                     Antonio Conte ha vinto 2 scudetti, 1 con l’Inter, 1 col Napoli.                                                                                                                            Stefano Pioli ha vinto 1 scudetto col Milan.                                                                                                                                         Luciano Spalletti ha vinto 1 scudetto col Napoli.                                                                                                                                                            Rino Gattuso (subentrato ad Ancelotti) ha vinto 1 Coppa Italia col Napoli.                                                                                                                                                                                                                                                                                        Vincenzo Italiano ha vinto una Coppa Italia col Bologna                                                                                                                           Vincenzo Montella ha vinto una Supercoppa col Milan                                                                                                                                                                                     -Conceição ha vinto una Supercoppa col Milan.                                                                                                                                                                               José Mourinho ha vinto 1 Conference League con la Roma.                                                                                                                                                  Gian Piero Gasperini ha vinto 1 Europa League con l’Atalanta.                                                                                                                       Questi sono i numeri, i fatti, i nomi dei protagonisti.

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