Marzo 12, 2025

Gli Asterischi del 6 marzo 2025

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di Giorgio Martino

DUE STRADE APERTE – Entrambe portano verso la partecipazione ad una coppa europea. Le due vittorie in fotocopia con lo stesso punteggio di 2-1 ed in rimonta capovolgendo il risultato nel finale approfittando anche della superiorità numerica promossa in gran parte dagli irresistibili spunti di Dybala, consentono alla Roma di andare a Bilbao col piccolo ma prezioso vantaggio della vittoria, e continuare l’inseguimento in campionato come si dice in un successivo asterisco. Altro elemento comune è l’importanza determinante dei calciatori subentrati nella ripresa col gol vittoria di Shomurodov su assist di Saelmaekers che si conferma tra i giocatori più utili, capace di dare equilibrio oltre che fare assist e fare gol.

CONSIDERAZIONE FUORI DAL CORO – Nella partita contro l’Atlethic Bilbao la fascia sinistra di Ndicka e Angelino è andata in difficoltà soffrendo moltissimo le incursioni di Inaki Williams autore anche del gol. E’ vero che lo spagnolo ha avuto il merito di segnare il pareggio, ma per il resto la sua gara è stata molto negativa. Tuttavia è stato molto premiato dalle pagelle risultando, dopo Shomudorov, il migliore in campo con voto più alto di Dybala, Mancini, Cristante, Baldanzi, Pisilli, Rensch e Celik che aveva servito l’assist per il pareggio. I 95 minuti di gioco avevano espresso valori diversi della prestazione dei singolari calciatori ma il coro dei “pagellanti” ha stabilito così. Ecco perché questo piccolissimo asterisco ha voluto esprimere una considerazione fuori dal coro.

L’INSEGUIMENTO CONTINUA – La vittoria sul Como (la cui difficoltà era stata ampiamente anticipata da Ranieri alla vigilia mentre i superflui cronistelli si trastullavano col toto-allenatore) ha fatto fare un ulteriore passo avanti alla Roma che ha scavalcato il Milan all’8° posto. Ma ancora non basta. Ora le più vicine sono Bologna e Fiorentina che avrà un trittico impegnativo contro Napoli, Juve e Atalanta. Del resto quando si insegue non basta fare i propri punti, ma è necessario che non li facciano quelli che stanno davanti.

CAMBI DI QUALITA’ – Quasi alla vigilia di Natale, il 22 dicembre la Roma vinse agevolmente sul Parma 5-0 e la curiosità fu che Ranieri non fece alcuna sostituzione. I commentatori superficiali sentenziarono che l’allenatore aveva mandato un messaggio perché aveva “trovato” la sua Roma e che quegli 11 sarebbero stati i titolari definitivi. Non avevano capito niente. Col Como i cambi sono stati determinanti perché hanno portato intensità e determinazione senza perdere in qualità, anzi. Addirittura Saelmaekers, Cristante, Rensch e Dovbik hanno costruito e realizzato i gol che hanno ribaltato la situazione. 

SQUADRA GRANDE – Proprio l’importante apporto dei cambi che, come abbiamo visto, ha riguardato più partite, fa capire che Ranieri ha allargato la squadra che può contare con un numero più ampio di giocatori affidabili in grado di garantire un rendimento elevato. Insomma la Roma è diventata una squadra grande che deve fare un ulteriore salto di qualità per diventare una grande squadra.

ANNUNCI E RINUNCE – Era stata annunciata con squilli di tromba la rivoluzione di gennaio. Ma la Roma deve aver rinunciato. Era stata annunciata con altri squilli di tromba una lettera di fuoco all’Uefa. Ma la Roma deve aver rinunciato. Un consiglio agli annunciatori: rinunciate ad annunciare.

LA LETTERA DELL’ UEFA – La lettera della Roma all’Uefa non è partita. Quella dell’Uefa alla Roma è già arrivata e, insieme ai cordiali saluti di Rosetti, contiene tre multe: 20 mila euro per le parole di Ranieri; 11 mila per condotta impropria della squadra; 8 mila per atti di danneggiamento causati allo stadio (ma chi ha danneggiato che e dove?)                       

CONTRORDINE – E’ emersa un’altra versione della lettera di fuoco che sarebbe stata spedita ma non era di fuoco. Anzi, era talmente diplomatica che avrebbe evitato la squalifica di Ranieri. A parte la solita mancanza di informazione che diventa disinformazione, le perplessità non solo rimangono intatte, ma aumentano.

DIRIGENTE E CONSULENTE – C’è una bella differenza tra le due figure. Il dirigente agisce in nome e per conto della Società per cui lavora a tempo pieno ogni giorno nel suo ufficio. Il consulente può talvolta essere consultato e richiesto di un parere o un consiglio non necessariamente vincolante. Secondo quanto detto a suo tempo dopo l’accordo firmato a Londra, Friedkin intendeva a fine stagione avvalersi di Ranieri come consulente esterno della proprietà. E’ molto probabile che i risultati tecnici molto superiori alle aspettative (forse Dan immaginava un altro fallimento alla Juric non avendo la minima idea di chi fosse Ranieri che non figurava nel suo algoritmo), lo stiano facendo ricredere al punto da chiedergli di restare in panchina e rivedere tutta la strategia operativa elaborata quando c’era ancora la deleteria Souloukou.

CONFERENZA CHIARIFICATRICE – La conferenza di venerdì prima del Como ha ulteriormente chiarito questo concetto perché Ranieri in prima persona ha ribadito che. “Mi hanno preso anche con questa mansione, io posso consigliare, poi sarà il presidente e la proprietà a dire questo o quello. Il mio compito è dare un ampio ventaglio di persone che possono guidare la Roma. La scelta sarà fatta dalla Società”. Poi verso la fine della conferenza ha ampliato il discorso anche ai calciatori rispondendo sul riscatto di Saelaemekers: “Questo non dipende da me, posso dare giudizi tecnici ma quelli economici non mi appartengono”. 

FASTIDIOSA INSISTENZA – La ripetitività con cui anche in quella conferenza si è continuato a chiedere a pappagallo dell’allenatore del prossimo anno, ha evidenziato l’incapacità di quei cronisti di trovare argomenti di interesse, eppure il match col Como poteva fornire spunti tecnici e tattici significativi oltre al nome di Fabregas. Invece la ricerca del titoletto in cui si rimasticava del “casting” di “Sir Claudio”in cui Tizio o Caio passavano in pole position, ha finito per sprofondare nel ridicolo e Ranieri ha potuto prendere in giro tutti sbugiardando e smascherando le quotidiane sciocchezze fatte passare per notizie vere: “Scrivete però, tanto una volta è Gasperini, un’altra è Allegri…riempire ogni giorno dei fogli non è facile. Nessuno ve lo dice? Se vi dicessi tizio, dopo 4 giorni avete riempito tutte le pagine. Invece ora avete la possibilità, quando non avete da scrivere, di dire ‘ho saputo da Trigoria che è questo”. 

LEGA SLEGATA – La Lega Serie A di Ezio Maria Simonelli e & Soci appare sempre più slegata, cioè lontana dalla realtà, dispersa in obbiettivi e interessi diversi da quelli che dovrebbero essere i suoi compiti istituzionali a cominciare dalla gestione oculata del calcio e del campionato. Uno degli aspetti, magari più banali, ma fondamentali è il calendario e il controllo delle concomitanze. Che domenica 16 marzo fosse in programma la Rome Marathon (per dirla alla trigoriana) lo sapevano in tutto il mondo meno che nella Lega asimmetrica di Ezio Maria che, infatti, col suo abituale pressappochismo ha fissato l’orario delle 15. 

ONORATO E DISONORATI –  Quando finalmente qualcuno, leggendo gli orari della 29° giornata, ha notato la concomitanza tra partita e maratona, quelli della Lega hanno ciurlato nel manico trincerandosi dietro le “esigenze televisive” di Fiorentina-Juventus (ore 18 Sky) e Atalanta-Inter (ore 20,45 Dazn). A quel punto è dovuto intervenire l’assessore responsabile degli eventi Alessandro Onorato che ha chiarito in modo inequivocabile la situazione: “Praticamente un anno fa gli organizzatori e il Comune avevano comunicato alla Lega, prima di fare i calendari, che in quella data ci sarebbe stata la Maratona di Roma con oltre 50 mila partecipanti che vengono da tutte le parti del mondo. Insomma, serviva un po’ più di accortezza da parte della Lega Calcio”.  

MONTAGNE E TOPOLINI – Dopo l’intervento del prefetto, con Ezio Maria che faceva il pesce in barile, la l’ pretesa assurda di modificare il percorso della Maratona e il rifiuto delle tv di cambiare la programmazione, la montagna (di chiacchiere) ha partorito il topolino dello slittamento di un’oretta, dalle 15 alle 16, che serve a poco ma, intanto, ribadisce che la Lega di Ezio Maria aveva fatto una gran fesseria.

MEGLIO IL CINEMA – Il Friedkin Group che riunisce aziende e marchi diversi ha festeggiato gli Oscar per il film Anora prodotto dalla Neon. Dal cinema arrivano successi che mancano al calcio.

I NUOVI MAGLIARI – Una volta i magliari erano i venditori ambulanti che portavano porta a porta tessuti di poco pregio e, talvolta, cercavano di rifilare fregature. Oggi i nuovi magliari sono i creativi delle aziende che forniscono le maglie alle squadre. Maglie sempre più brutte e sempre più lontane dalla tradizione dei colori sociali. Vedere Juve e Inter giocare con la stessa maglia gialla è ridicolo oltre che antistorico. L’ultima maglia del Milan con un’accozzaglia di colori sparsi qua e là faceva schifo. Anche le maglie della Roma lasciano molto a desiderare. Più che creativi sono cretini quelli che studiano queste divise. Ma sono più cretini i proprietari e dirigenti delle Società che, siccome, ricevono una sponsorizzazione accettano tutto e non pretendono il rispetto per la loro storia sportiva: i giallorossi, i bianconeri, i nerazzurri, i rossoneri e, perfino i biancocelesti, devono avere la loro maglia per la quale fanno il tifo i loro sostenitori. 

E PAIRETTO DOVE LO METTO? – Chiudilo a chiave dentro un cassetto. L’immaginaria filastrocca che circola nell’aia (intesa come cortile per polli e galline, ma anche associazione arbitri) riporta l’imbarazzo per i tanti e troppi ripetuti errori dell’arbitro di Nichelino che, però, continua ad essere designato. Lui sbaglia, ma sbaglia pure chi lo manda ad arbitrare.

PAVENTARE NON E’ IPOTIZZARE – E’ sgradevole nel 2025 leggere sui giornali errori di lingua marchiani come “per Roma-Cagliari si è paventato lo spostamento alle 18”. Paventare non vuol dire ipotizzare ma temere, dal latino paveo stessa radice di paura e spavento. Non solo è sbagliato ma si è stravolto il senso della notizia perché lo spostamento non solo non era temuto, ma auspicato. Un tempo il vecchio proto sapeva di “latinorum” meglio di certi direttori di oggi, e anche di italiano.                 

LA PULCE NELL’ORECCHIO – I rosei gazzettieri che spesso fiancheggiano la proprietà della Roma, hanno avuto un’improvvisa frenata sullo stadio accusando perfino il sindaco di aver spostato di un anno l’ipotesi di apertura. In realtà il presidente di Lega Simonelli e di Fifa Infantino avevano già parlato con enfasi del 2028 durante le elezioni in Federcalcio. Poi hanno finto di scoprire che i costi erano lievitati oltre il miliardo quando la cifra di 1,2 miliardi è arcinota da tempo ed è stata detta e ridetta, scritta e riscritta centinaia di volte anche dallo stesso sindaco, e, nel suo piccolissimo, pure da questa nostra rubrichetta di asterischi. Poi hanno chiamato in causa addirittura la guerra in Ucraina per l’aumento dei prezzi delle materie prime, nonché la pioggia di questi giorni che avrebbe rallentato gli scavi archeologici basilari, come se dall’ottobre 22 quando fu presentato lo studio di fattibilità ad oggi, Roma sia rimasta alluvionata sott’acqua per cui i 570 milioni di allora si sono più che raddoppiati. Concludono avanzando la preoccupata prospettiva che anche il 2028 possa essere una chimera. Assomiglia molto a mettere le mani avanti, a insinuare una pulce nell’orecchio, a preparare ad una drastica ipotesi … 

IMMEDIATA REAZIONE – Il giorno dopo si è scatenata la reazione a partire dal sindaco, sempre più calato in questo inedito ruolo di sostenitore-esternatore-propagandista dell’impianto di Pietralata, che ha assicurato che “ci siamo quasi”. Dietro di lui i giornali hanno garantito che “la Roma accelera” ed hanno sciorinato una quantità di particolari, dettagli, numeri, date che inducono ad ottimistiche aspettative. L’unica cosa strana è che tutti sembrano sapere e poter dire tutto. Mentre l’unica voce che manca è proprio quella della Società.

RISANARE E VALORIZZARE – Il motto ipocrita tanto caro al presidente di Lega Simonelli, a quello di Figc Gravina e al ministro Abodi, sta per trovare una degna concretizzazione: la cancellazione del “Decreto dignità” che vietava la pubblicità alle scommesse nello sport, sollecitata dal mondo del calcio sarà portata avanti dal ministro. Se la parola “scommesse” può sembrare volgare si userà “betting” che gli imbonitori delle tv a pagamento hanno già diffuso. Arriveranno alle squadre fiumi di denaro e i tre (come Qui, Quo, Qua) si glorieranno di aver salvato e valorizzato il calcio evitando anche il fastidio di dover mandare nelle scuole i giovani calciatori-scommettitori che scontano a tarallucci e vino le squalifiche per scommesse.    

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