Luglio 1, 2025

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di Giorgio Martino

EDIZIONE STRAORDINARIA – L’improvviso licenziamento di Spalletti e e la richiesta federale a Ranieri hanno stravolto tutto per cui riportiamo gli asterischi di questa edizione come si sono sviluppati seguendo la successione degli eventi, anche se, man mano, un episodio poteva vanificare i fatti precedenti. Comunque la prima considerazione è che se Friedkin avesse voluto avere un vero dirigente sportivo operativo e non un ombrello protettivo, avrebbe fatto un contratto vincolante a Ranieri invece della pantomima del “senior advisor”.

EQUIVOCO – In sostanza bisogna uscire dall’equivoco: o Ranieri è un tesserato della Roma a qualsiasi titolo, tecnico o dirigenziale, e non può fare il commissario tecnico nemmeno part time, o non lo è e può fare ciò che vuole, anche il ct. Proprio questo equivoco ha consentito che se ne creasse un altro sul cosiddetto “doppio ruolo”. La Federcalcio lo ha cavalcato per forzare le sue stesse regole e far finta che il consulente di un proprietario di una Società non avesse nulla a che vedere con quella Società.

GRAVINA – Gli ultimi fatti hanno certificato che Gravina è il peggior presidente della storia della Federcalcio che, dopo esser rimasto attaccato alla poltrona nonostante 2 consecutive mancate qualificazioni mondiali, ha licenziato il c:t poco prima di una partita ma l’ha mandato anche in conferenza da solo mentre lui se ne stava a sproloquiare sul palcoscenico di un fantomatico Festival della Serie A. Ha incredibilmente lasciato a Spalletti il compito di comunicare l’esonero e ha cercato cavilli lessicali per aggirare le norme federali che dovrebbe rispettare per primo. Il fatto che sia stato eletto con una maggioranza “bulgara” conferma la decadenza del sistema calcio italiano.

L’AVALLO – Ugualmente grave il sostegno di certa stampa, a cominciare dalla Gazzetta, all’operazione disinvoltamente equivoca del “doppio incarico”. Resta negli archivi la sconcertante presenza martedì mattina, contemporanea, di due titoli. Quello della Gazzetta diceva: “Ranieri sorride. La Roma lo libera per il doppio ruolo”. Quello delle Agenzia annunciava: “Ranieri ha rinunciato al ruolo di ct”. Per due giorni quel giornale ha guidato e indirizzato le mosse di Gravina mentre tutto intorno crescevano le perplessità.

L’OMBRELLO GIALLOROSSO – La sempre più distaccata assenza della proprietà e la mediocre efficienza del dirigente sportivo sono state in questi ultimi mesi al riparo sotto l’ombrello della carismatica presenza di Claudio Ranieri. Ma quanto potrà durare questa protezione? La figura del senior advisor non può avere questa funzione per cui o la Società affida all’ex allenatore un vero ed effettivo ruolo di dirigente a tempo pieno garantendogli ampia libertà fi movimento e poteri specifici ben concordati, o non sarà più possibile approfittare del prestigio di Ranieri per coprire tutte le falle compresi pure i rinnovi dei contratti che Ghisolfi non riesce a concludere. Inoltre dopo che Gasperini avrà assunto la responsabilità tecnica della squadra diventerebbe inopportuna la presenza di una persona che resterebbe, pur sempre, un allenatore.

PARAPIOGGIA E PARAVENTI – Perfino nel comunicato ufficiale dell’assunzione di Gasperini, Friedkin ha messo il nome di Ranieri accanto al suo quasi volesse condividerne la responsabilità della scelta. Just in case, all’americana, proprio nel caso dovesse andar male si può sempre scaricare la colpa su qualcun altro. 

AND NOW? – E adesso bisogna che la Roma si decida a chiarire: se ritiene importante la presenza di Ranieri lo deve tesserare con un compito ben preciso. La storiella del consulente non può durare. Non può essere chiamato a mediare fra Ghisolfi e il procuratore di Svilar come se il francese avesse bisogno del consiglio di Ranieri per capire che l’offerta di 1,9 milioni era ridicola. Se non è capace di arrivarci da solo è meglio che se ne torni da dove è venuto. Né deve fare l’accompagnatore del nuovo allenatore nel giro di Trigoria. Da non tesserato non potrebbe entrare negli stadi, negli uffici delle Istituzioni, nei luoghi del calcio mercato, nelle sedi delle altre Società. Quanto meno non in rappresentanza della Roma.                                                                                                                                   Dunque, se è condivisibile la scelta di evitare il pastrocchio del doppio incarico orchestrato da Gravina e Gazzetta, è indispensabile stabilire se Ranieri sarà o no un tesserato della Roma a tutti gli effetti.

LA DOMANDA – Perciò alla fine di queste tre ignobili giornate federali, c’è da fare una domanda a Dan Friedkin: che cosa vuoi da Ranieri? Vuoi un dirigente competente e appassionato che operi a tempo pieno per la Roma, o vuoi un tappabuchi per tappare le falle provocate dai tuoi pseudo dirigenti incapaci?

LA VENDETTA – Nel frattempo, cari amici romanisti, aspettatevi la vendetta, anzi le vendette, quella istituzionale e quella mediatica che, del resto, è già cominciata perché lo smacco subito da certi giornali colorati o in bianco e nero, è stato assai pesante. Quella stessa Gazzetta che aveva avallato e suggerito l’assurdo doppio incarico, non solo non ha attaccato Gravina per i suoi fallimenti a raffica e per l’esonero affrettato prima ancora di avere un sostituto di Spalletti, ma inveisce contro Ranieri accusandolo di aver messo in difficoltà tutto il calcio italiano col suo rifiuto.

TIFOSI DALLA PARTE GIUSTA – Nella prima intervista Gasperini ha detto che vorrebbe “portare i tifosi dalla nostra parte”. In realtà i tifosi già ci stanno e sono sempre stati dalla parte giusta.

ATTENTI AGLI ACRONIMI – C’è chi si dilettato a creare con certi luoghi di Roma l’acronimo GASP: Gianicolo-Altare della Patria-San Pietro-Pantheon. C’è il rischio che vengano usati luoghi di sport come Flaminio, Lottomatica. Olimpico e Palazzetto che farebbero FLOP. 

I LUOGHI COMUNI – Pur di sostenere la scelta di Gasperini il Messaggero ha dato fondo ai classici luoghi comuni di Roma. In primis l’ozio e il ponentino, sinonimi di pigrizia e rilassamento, che Gasperini spazzerà via da Trigoria dove che stazionerebbero da anni. Ma quando? Durante la splendida rimonta di Ranieri che ha realizzato un punteggio record? Durante il periodo di Mourinho che ha riportato la gente allo stadio aprendo una serie di “tutto esaurito” che è stata linfa per un bilancio falcidiato dalle sciocchezze di improvvidi e improvvisati dirigenti, e riportato un trofeo in una Società che non ne vedeva da decenni? Durante il fugace interregno di De Rossi sballottato tra l’illusoria sostituzione di Mourinho e lo sconcertante ripensamento? Negli ultimi anni a Trigoria c’è stato di tutto ma non certo ozio e ponentino. 

L’IMMANCABILE COLOSSEO – A proposito di luoghi comuni, è arrivato il chilometrico comunicato dei Friedkin in cui spiccava l’immancabile Colosseo, una specie dii ossessione per i turisti americani che non vedono l’ora di fare la foto con gli improbabili gladiatori che ci bivaccano. I Friedkin vorrebbero regalare (con i soldi di chi?) all’Urbe un altro Colosseo di cui, oggi come oggi, nessuno sente il bisogno.

IL VERBO SBAGLIATO – Le mosche cocchiere che si illudono di trainare la carrozza dei Friedkin sperando di ottenerne benemerenze, si sono subito esaltate perché i “Friedkkin rompono il silenzio e parlano ai tifosi”. In realtà hanno scritto un comunicato. Tra parlare direttamente di fronte alla gente e scrivere frasi fatte chissà da chi e da dove, c’è un’enorme differenza.        

 IL MOMENTO GIUSTO – Forse, se la Roma avesse avuto un direttore sportivo vero, a settembre avrebbe potuto con soddisfazione generale rinnovare il contratto con Svilar raddoppiando l’ingaggio da 1 a 2 milioni. Oggi presentarsi con la proposta di due milioni scarsi è mortificante per chi la fa e chi la riceve 

QUEI FIGLI DI CAN – La Can, Commissione Arbitri Nazionale è un organo dell’Aia Associazione Italiana Arbitri, che per molti arbitri è come una mamma. Loro si sentono dei figli di Can e, come tali, si comportano obbedendo agli insegnamenti ricevuti.

ANACLETO V – Il quinto posto di questa stagione ha riportato alla mente dei meno giovani (ed io fra di voi come dice il poeta) la presidenza di Anacleto Gianni a cavallo fra la fine Anni 50 e i 60: l’ironia disincantata del popolo romano lo ribattezzò Anacleto V perché quello fu il piazzamento prevalente. Un piazzamento, da una parte, non sufficiente a soddisfare le ambizioni dei tifosi e dello stesso presidente, ma dall’altro, rimpianto assai negli anni successivi quando la Roma diventò “Rometta”. Gianni fu un buon presidente: si presentò strappando clamorosamente Selmosson alla Lazio; unificò le cariche di Presidente della Società e della Sezione calcio; conquistò il primo trofeo internazionale con la Coppa delle Fiere; acquistò campioni come Cudicini, Manfredini. Schiaffino, Lojacono, Angelillo, Jonsson; avviò e incoraggiò l’attività femminile concedendo divise sociali, palloni, strutture e l’uso del campo di allenamento alle prime pioniere. 

UN ALTRO PO’ DI STORIA – Visto che ci siano correggiamo un’imprecisione della stampa … romanista che parlando di Baloncieri, ultimo allenatore piemontese prima di Gasperini, ha scritto che gli fu fatale nella stagione 50-51 la sconfitta interna con la Sampdoria. In realtà era in trasferta e dopo 15 giornate Baloncieri che aveva raccolto solo 8 punti lasciò la Roma all’ultimo posto. Per colmo della beffa il gol di quella nona sconfitta fu segnato, addirittura al 1° minuto, da Aristide Coscia, campione d’Italia nella Roma 41-42. Gli subentrò Serantoni che andò avanti fino alla 33° giornata con la tremenda sconfitta, questa volta interna, nello scontro diretto con la Lucchese che con quei 2 punti, si salvò. Troppo tardi la Roma si affidò al bravo Masetti che, nonostante un bottino di 7 punti su 10 in 5 partite, non poté evitare la retrocessione, dopo che il suo esordio, appunto il 5-0 interno sulla Sampdoria era stato l’ultimo sussulto di speranza. Nell’archivio della Roma dovrebbero ancora esserci le immagini, che Roma Channel aveva prelevato dalle Teche Rai della Settimana Incom con la grandissima attrice Anna Magnani, supertifosa, che segue la partita allo Stadio.

TUTTE LE DATE – Negli anni scorsi ci sono state discussioni, anche polemiche, sulla data di nascita della Roma: a lungo si è indicato il 22 luglio 1927 per un documento, che si è conservato, dell’Ordine del Giorno numero 1 firmato da Italo Foschi contenente “le norme esecutive per la costituzione dell’Associazione Sportiva Roma” e la definizione dell’organigramma. Questo documento è, però, successivo a quello, andato perduto, firmato il 7 giugno a Via Forlì 16 in cui Vittorio Scialoia della Roman, Ulisse Igliori dell’Alba e Italo Foschi della Fortitudo avevano sottoscritto la fusione delle loro tre Società, nella nuova realtà AS Roma. Molto saggiamente Fabrizio Grassetti, fondatore e presidente dell’UTR, invita a ricordare e festeggiare entrambe le date. Noi faremo così anche perché il 22 luglio siamo proprio nel mezzo della Festa de Noantri in onore della Madonna Fiumarola che va dal 16 al 30 luglio.

DA NON CREDERCI – Neanche i peggiori incapaci, irresponsabili, incoscienti avrebbero potuto solo pensare di collocare il derby Roma-Lazio il giorno della finale degli Internazionali di tennis al Foro Italico. La Lega di Ezio Maria detto Simonelli invece l’ha proprio fatto. Anche se i grandi comunicatori non se ne sono accorti subito ma a scoppio ritardato, è proprio così perché il 17 maggio 2026 è il giorno già fissato in calendario (si possono fare le prenotazioni dei biglietti) per la conclusione del più importante evento tennistico della Capitale. Possiamo immaginare i gravi problemi di ordine pubblico che questa insensata sovrapposizione provocherà dopo aver già impattato duramente quattro giorni prima, 13 maggio, con la finale di Coppa Italia. Quelli della Lega o sono tanto ignoranti da non conoscere le date o, se le conoscono, tanto incoscienti e arroganti da fregarsene. E pensare che Ezio Maria aveva avuto la sfacciataggine di vantarsi di aver tenuto conto dell’impegno di San Siro per Milano-Cortina facendo giocare Milan e Inter entrambe fuori casa, e sta addirittura progettando di far giocare a febbraio Milan-Como in Australia.

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