I nostri Campioni: Daniel Fonseca

Montevideo 13 settembre 1969
Daniel Fonseca, nasce a Montevideo il 13 settembre 1969 e cresce nel settore giovanile del Nacional Montevideo che è la squadra della sua città natia
È davvero bravo Daniel e nonostante la giovane età, a quindici anni, inizia a prendere parte anche agli allenamenti della prima squadra. Cresce in maniera esponenziale e all’età di 18 anni, arriva il momento del salto tra i “grandi”.
Nella stagione 1988-1989, mentre sta giocando il campionato Juniores con i suoi coetanei, Fonseca viene convocato dal mister della prima squadra per fare l’esordio nel massimo campionato uruguaiano.
Inizia così, la sua carriera nel campionato professionistico: nel primo anno gioca 14 partite, segna 3 gol e vince, anche se non scende in campo, la coppa Libertadores e la successiva coppa Intercontinentale.
Va ancora meglio nella seconda stagione 1989-1990 dove gioca 27 partite e segna altre10 reti. Vince anche in questa stagione due trofei importanti ma questa volta lo fa da protagonista assoluto. Il Nacional infatti, conquista la coppa Interamericana e Daniel segna due reti nel doppio confronto contro gli honduregni dell’Olimpia Tegucigalpa. Altro successo anche nella Recopa Sudamericana vinta contro il Racing: la partita di andata a Montevideo termina 1-0 con gol di Fonseca mentre il ritorno ad Avellaneda finisce in parità 0-0.
In totale, in due stagioni con la maglia del Nacional Montevideo gioca 41 partite e realizza 13 gol.
Sono tanti gli osservatori che seguono il calcio sudamericano e ovviamente le qualità di Daniel Fonseca non passano inosservate neanche in Italia: il direttore sportivo del Cagliari Carmine Longo è in Germania per provare ad acquistare Ulf Kirsten, centravanti della Dinamo Dresda ma durante il viaggio, ha modo di assistere all’amichevole (in vista dei mondiali di Italia ’90) tra la Germania Ovest di Franz Beckenbauer e l’Uruguay. La partita finisce 3-3 ma quello che più conta è che Longo, rimane folgorato dalla prestazione eccelsa di Daniel Fonseca e decide che sarà lui il prossimo centravanti del neo promosso Cagliari.
Nell’estate del 1990 quindi, Daniel Fonseca che in patria viene soprannominato “El Castor” per la sua dentatura, approda nel massimo campionato italiano e trova sulla panchina della squadra sarda, mister Claudio Ranieri che era stato l’artefice principale della promozione in serie A del Cagliari.
Il tecnico testaccino, nonostante sia ancora un giovane allenatore, ha le idee molto chiare su come si guida una squadra e soprattutto, su come vanno gestiti i ragazzi.
È un anno importante per Fonseca, il primo lontano dalla sua terra e in un campionato, peraltro molto difficile come quello italiano in cui le difese, non sono certamente tenere. Mister Ranieri, per sfruttare al massimo le sue qualità, gli ritaglia un ruolo da seconda punta, lo tiene vicino alla porta e Daniel, lo ripaga della fiducia con una stagione (1990-1991) davvero importante in cui colleziona 28 partite e segna 8 gol (27 in serie A, 8 gol; 1 in coppa Italia).
Nella seconda stagione, sempre a Cagliari in panchina non c’è più mister Ranieri e la squadra inizia l’anno con Massimo Giacomini. Le idee del mister non collimano con quelle della squadra che va in difficoltà e rischia seriamente di rimanere invischiata nella lotta salvezza. Dopo la sconfitta 2-0 di Verona nella sesta giornata, la società sarda decide di cambiare guida tecnica e sulla panchina del Cagliari arriva Carlo Mazzone.
Daniel Fonseca quindi, dopo Claudio Ranieri si ritrova ad essere allenato e guidato da un altro maestro, anche lui romano (e romanista), che gli da consigli e lo aiuta ancor di più nella sua crescita sia tecnica che umana.
Il talento uruguaiano in questa seconda stagione italiana (1991-1992) gioca 24 partite e segna 9 gol (23 in serie A, 9 gol; 1 in coppa Italia).
I miglioramenti di Fonseca proseguono e le aspettative intorno al giovane campione crescono… tra l’altro le casse del club sardo piangono e la situazione economica è diventata quasi insostenibile per la famiglia Orru che nell’estate del 1992 cede il Cagliari a Massimo Cellino.
Nel frattempo, Claudio Ranieri è diventato allenatore del Napoli e come regalo, nel mercato estivo chiede alla sua società di provare ad acquistare proprio Daniel Fonseca. I suoi dirigenti lo accontentano ma sono costretti a sborsare nelle casse del club sardo una cifra decisamente importante come 15 miliardi di lire e in più, a cedere al Cagliari anche il cartellino dell’esterno Vittorio Pusceddu.
Dopo due stagioni, termina con uno score di tutto rispetto, fatto di 52 partite e 17 gol, l’avventura di Fonseca in Sardegna.
Quello al Napoli, è un passaggio che rende felici entrambi i club; i partenopei si assicurano infatti il calciatore scelto e voluto da mister Ranieri mentre il Cagliari, rientra prima di tutto di tanti soldi e poi acquisisce anche un calciatore importante come Pusceddu.
Non è dello stesso avviso invece la tifoseria del Cagliari che si sente tradita dal calciatore uruguaiano e il 3 febbraio 1991 in occasione del ritorno di Fonseca allo stadio Sant’Elia lo fischia in maniera continuativa ogni volta che tocca il pallone.
Dopo qualche minuto, il calciatore uruguaiano non trattiene la sua rabbia e durante una fase di gioco, si rivolge con un gesto chiaro ed inequivocabile al suo ex pubblico.
L’impatto nel Napoli comunque, è di quelli super e Fonseca nelle prime otto giornate di campionato segna addirittura sette gol. Il culmine, lo raggiunge però il 15 settembre 1992 allo stadio Mestalla di Valencia: il Napoli è impegnato nell’andata del primo turno di coppa Uefa e vince in maniera devastante 5-1 grazie a cinque reti di Daniel Fonseca.
La stagione partenopea, paradossalmente dopo questa vittoria rallenta, la squadra esce dalla coppa per mano del Psg e anche in campionato i risultati non rispecchiano le aspettative di inizio anno. La società, decide quindi di esonerare mister Ranieri e chiamare al suo posto Ottavio Bianchi.
Al termine della prima stagione (1992-1993) napoletana, lo score di Daniel Fonseca, recita 40 partite e 24 gol (31 in serie A, 16 gol; 5 in coppa Italia, 2 gol; 4 in coppa Uefa, 6 gol). La squadra chiude all’undicesimo posto il suo campionato e così la società, decide di cambiare nuovamente allenatore e si affida a Marcello Lippi.
Il nuovo tecnico ovviamente, si affida fin da subito alle giocate e ai numeri del calciatore uruguaiano. Lo inserisce al centro del progetto e grazie ai suoi gol riesce ad inanellare una serie di risultati di tutto rispetto. Nella trasferta di Cagliari il 17 ottobre 1993 però, succede nuovamente il “fattaccio” con il pubblico sardo che, come accaduto nella stagione precedente, insulta Fonseca fin dai primi minuti.
La risposta dell’uruguaiano sul campo è da vero e proprio campione, realizza infatti due reti però poi, sbaglia e si lascia andare ad un’esultanza scomposta e fuori luogo, fa infatti il gesto dell’ombrello ai tifosi rossoblù.
Al termine della stagione (1993-1994) il Napoli conquista il settimo posto in campionato, risultato che vale la qualificazione in coppa Uefa e Daniel Fonseca chiude con 29 partite e 15 gol (27 in serie A, 15 gol; 2 in coppa Italia).
La società partenopea, come accaduto in precedenza anche al Cagliari è in grossa difficoltà economica e decide di fare cassa con la cessione del campione uruguaiano che nell’estate del 1994 passa alla Roma per un totale di 25 miliardi così divisi: 17 miliardi più il cartellino del calciatore Benito Carbone.
Nella società giallorossa, come accaduto nel Napoli con Ranieri, c’è ad abbracciarlo un allenatore con cui Fonseca ha già legato: Carlo Mazzone.
A Roma scatta l’entusiasmo, in città si vive la Fonseca-mania e la coppia con Balbo fa sognare, tanto da essere ribattezzata “La coppia più bella del mondo”.
Il primo gol ufficiale in maglia giallorossa, Daniel Fonseca lo realizza il 18 settembre 1994 in occasione della partita Roma-Genoa che si gioca allo stadio Olimpico alle ore 16:00 (arbitro Boggi).
La formazione giallorossa è la seguente: Cervone, Benedetti, Annoni, Statuto, Lanna, Carboni, Moriero, Thern, Balbo, Giannini, Fonseca.
La Roma è in vantaggio 2-0 grazie alla doppietta del centravanti argentino Abel Balbo, a completare la festa, manca solamente il gol di Fonseca, il più atteso da tutto lo stadio. Proprio all’ultimo minuto di gioco, arriva un’azione sulla sinistra di Carboni, cross sul secondo palo per Balbo che vede arrivare a rimorchio Fonseca e di prima intenzione lo serve, tocco dell’uruguaiano e rete del 3-0 che fa esplodere di gioia tutto l’Olimpico.
Il 27 novembre 1994 alle ore 14:30 allo stadio Olimpico, si gioca Lazio-Roma, partita valida per l’undicesima giornata di campionato.
Sulla panchina biancoceleste siede Zdenek Zeman che viene considerato dalla critica un marziano, l’ideatore del calcio champagne mentre sulla nostra, viene come al solito snobbato il lavoro di un grande Uomo come Carletto Mazzone che però è romano, romanista e veste in tuta e quindi per questo non può essere considerato degno di nota.
In più, il Corriere dello Sport nella settimana che precede la partita, effettua un sondaggio giornaliero e mette di fronte i calciatori delle due squadre, divisi per ruolo.
Non c’è partita, secondo le votazioni, la squadra biancoceleste vince quasi tutti i confronti diretti 10-1.
Il nostro mister, fa leva proprio su questo per caricare a dovere i ragazzi e durante la settimana, ogni giorno, attacca le copie del giornale sugli spogliatoi di Trigoria, per far vedere lo scarso valore e rispetto che viene dato ai nostri ragazzi da una parte della stampa sia cittadina che nazionale.
La domenica della partita, questi fogli che giornalmente erano attaccati sul muro di Trigoria vengono staccati e portati allo stadio Olimpico; quando la squadra entra nello spogliatoio si ritrova nuovamente tutto davanti agli occhi e come per magia, le forze dei calciatori della Roma si triplicano.
Quando la squadra entra in campo, la Curva Sud fa un tifo eccezionale, la scenografia con il disegno del nostro simbolo e sotto la scritta “C’È SOLO L’A.S. ROMA” è bellissima e spinge i ragazzi.
Quando l’arbitro fischia l’inizio della partita, si materializza una delle più belle prestazioni della nostra storia.
Il mister schiera la seguente formazione: Cervone, Aldair, Lanna, Piacentini, Petruzzi, Carboni, Moriero, Cappioli, Balbo, Giannini, Fonseca.
Dopo appena due minuti “la coppia più bella del mondo” mette ko la Lazio: cross di Fonseca e colpo di testa di Balbo che regala il vantaggio 1-0 alla Roma.
Al 24’ Moriero fa impazzire la difesa biancoceleste, scambia con Balbo e poi offre sul primo palo un pallone d’oro a Cappioli che lo spinge in rete e realizza il gol del 2-0.
Esplode l’entusiasmo romanista per una partita dominata dai ragazzi di mister mazzone che vanno vicini alla rete in tante altre occasioni.
Ad inizio ripresa al 51’ magia del Capitano Giuseppe Giannini che effettua un preciso cross sul secondo palo, sul pallone arriva Fonseca che di testa realizza il gol del 3-0 e poi corre a festeggiare con i suoi tifosi, sventolando al cielo la sua maglia come fosse una bandiera.
La Lazio perde la partita e anche la testa con Negro che poco dopo, scalcia da dietro Carboni e viene espulso dall’arbitro Boggi.
Daniel Fonseca e la Roma di Carletto Mazzone, il 27 novembre 1994 scrivono una pagina di storia.
La prima stagione (1994-1995) con la Roma, si conclude con 29 partite e 10 gol (26 in serie A, 8 gol; 3 in coppa Italia, 2 gol).
Il 12 settembre 1995 alle ore 19:00 allo stadio Olimpico, arriva anche il primo gol europeo con la nostra maglia. La Roma affronta nella partita di ritorno dei trentaduesimi di finale il Neuchatel Xamax e il mister Carlo Mazzone schiera la seguente formazione: Cervone, Aldair, Petruzzi, Lanna, Moriero, Cappioli, Giannini, Statuto, Carboni, Balbo, Fonseca.
La Roma passa in vantaggio al 26’ con Balbo e raddoppia poco dopo con un eurogol di Fonseca. È il 32’ quando Moriero attacca il diretto avversario sulla sinistra ed effettua un preciso cross al centro dell’area per il calciatore uruguaiano che controlla il pallone e al volo, senza farlo cadere per terra, lo calcia in mezza rovesciata in porta per il 2-0 della Roma.
Al 36’ arriva anche il terzo gol sempre di Balbo e poi nella ripresa, un’autorete di Rueda chiude definitivamente la partita sul 4-0.
La seconda stagione (1995-1996), si conclude con gli stessi numeri, 29 partite e 10 gol (23 in serie A, 8 gol; 6 in coppa Uefa, 2 gol).
Questi primi due anni, sono stati condizionati anche da ripetuti infortuni che purtroppo puntuali, si sono ripetuti anche nella terza stagione (1996-1997)
Il 23 marzo 1997 allo stadio Olimpico alle ore 20:30, si gioca Roma-Bologna, partita valida per la venticinquesima giornata di un campionato decisamente sotto tono della squadra giallorossa che viene sonoramente fischiata dalla sua gente.
L’allenatore giallorosso è Carlos Bianchi che schiera la seguente formazione: Cervone, Tetradze, Lanna, Aldair, Candela, Moriero, Thern, Statuto, Carboni, Totti, Balbo.
Fischi per tutti e applausi solamente per Francesco Totti, calciatore romano e romanista, che il tecnico argentino, avrebbe ceduto volentieri per far spazio al finlandese Jari Litmanen.
Dopo il gol di Schenardi che al 55’ ha portato in vantaggio 1-0 il Bologna, Carlos Bianchi ha fatto entrare al 64’ Daniel Fonseca.
È stato proprio il calciatore uruguaiano al 73’ a mettere a segno il gol del pareggio 1-1 che evitato quanto meno ai giallorossi la sconfitta. È stato questo l’ultimo gol ufficiale di Daniel Fonseca in maglia giallorossa.
Dopo la sconfitta 2-1 a Cagliari del 6 aprile 1997 la società esonera Carlos Bianchi e richiama in panchina Nils Liedholm insieme a Ezio Sella.
La terza e anche ultima stagione (1996-1997) con la Roma, si chiude con 21 partite e 8 gol (16 in serie A, 4 gol; 1 in coppa Italia, 1 gol; 4 in coppa Uefa, 3 gol)
Nell’estate 1997 Fonseca si trasferisce dalla Roma alla Juventus per 9 miliardi e ritrova sulla panchina bianconera Marcello Lippi. Gli infortuni continuano a condizionarne la carriera e per lui, le gioie sono davvero poche rispetto a quelle che il suo immenso talento, gli avrebbe potuto regalare.
Vince con la Juventus, ma non da protagonista, una Supercoppa 3-0 contro il Vicenza nel 1997, uno Scudetto nella stagione 1997-1998 e una coppa Intertoto nel 1999.
Nel corso della stagione 2000-2001 rescinde il contratto con la Juventus e va a giocare in Argentina nel River Plate ma la sua avventura è molto breve, gioca solamente 2 partite e poi torna al primo amore in Uruguay, il Nacional Montevideo. Fonseca è ormai a fine carriera, gioca solamente 5 partite, segna 2 gol ma riesce a vincere l’ultimo titolo nazionale della sua carriera.
Prima di chiudere con il calcio giocato, tenta un’ultima avventura nel nostro campionato: viene ingaggiato dal Como nella stagione 2002-2003 ma visto lo scarso impiego, due sole partite, decide di smettere.
Il finale di carriera certamente non esaltante e frutto di tanti, troppi infortuni, non rendono merito a uno dei calciatori più forti che hanno comunque calcato i campi di calcio e che hanno fatto divertire i tanti tifosi che amano questo splendido sport.