Il mestiere di vivere
In questi tempi oscuri per la lirica, come direbbe Brecht, non è più tempo di presentare il calcio con gli strumenti dell’epica. È meglio presentarlo come metafora di una riflessione continua, intima, essenziale. Così, dire che l’incontro di sabato al Tre Fontane Roma-Milan, valido per il campionato di serie A femminile è decisivo è dire la verità, una verità ovvia che tuttavia deve essere riscoperta. Perché esiste forse una partita che non sia decisiva? Se non lo è per l’assegnazione di un trofeo o per la classifica, lo è per il proprio percorso di calciatrice o calciatore, per la propria crescita, per la propria consapevolezza. E c’è differenza con il giorno che, di volta in volta ci tocca in sorte? Il calcio ci insegna anche questo. Ogni occasione deve costituire un motivo di crescita, così si costruiscono le grandi storie sportive, così i percorsi di vita. Oltre ad essere un’occasione, Roma-Milan sarà poi una grande partita. Le Lupe non hanno altra via per blindare il secondo posto, se non inseguire il primo. E questa è una stagione che non deve permettersi rimpianti. Il Milan è all’ultimo treno: umiliato in Coppa Italia, con la leadership di Ganz che scricchiola, ha perso prima Giacinti e poi, per infortunio, Piemonte. È comunque a cinque punti dalla Roma e una vittoria gli consentirebbe di riaprire i giochi per la qualificazione in Champions. Si aggrapperà a Thomas, un’ex qui ancora molto amata. La Roma sarà priva di Haavi e questo è un brutto colpo data la caratura della norvegese. Vi sarà, verosimilmente, ancora un’occasione per Glionna che aspettiamo al gol. Per il resto, Haug potrebbe trovare più minutaggio se si vuole che rappresenti l’arma segreta di questo finale di stagione e, in porta, Lind potrebbe trovare conferma. Senza nulla togliere a Ceasar, la svedese è sembrata fortissima fisicamente, molto forte con i piedi e capace di guidare il reparto con grande autorevolezza. Una sua parata, nel finale ad Empoli, ha salvato il risultato. È un portiere, nell’opinione di chi scrive, su cui la Roma dovrà puntare anche in futuro. C’è poi Giada Greggi, ritornata il moto perpetuo, aggressivo, che tutti conoscevamo. Sarà una delle giocatrici che potrà trascinare la Roma. Se si passa dalle singole a qualche considerazione tattica, sarà determinante lo scontro sulle fasce. Lì sono ancora fortissime le rossonere, con Guagni e, soprattutto, Bergamaschi. Gli intermedi, più che gli esterni alti, dovranno dare sempre copertura a Soffia e Di Guglielmo. Se vi riusciranno, la Roma potrà sfruttare le sue tante frecce offensive. Una vittoria, chiaramente, sarebbe un passo fondamentale. Ma sempre un passo, al quale dovranno seguire le prestazioni in tutte le giornate che ci separano da qui alla fine della stagione. Unità e coraggio, ma anche umiltà. Mister Spugna sta facendo un ottimo lavoro che sarà ottimo, però, solo a obiettivi conseguiti. Tutto si costruisce con passi in apparenza invisibili. Si gioca come si vive. Tante volte le Lupe ce lo hanno dimostrato. Tante volte ci hanno tenuto in piedi. Devono farlo ancora. Per loro, per noi, per il senso che ognuno costantemente insegue.