Settembre 8, 2024

Fonte; asroma.com

Alla vigilia di Roma-Slavia Praga, mister Mourinho ha risposto così alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.

Domani lei non sarà in panchina, e non lo sarà nemmeno a San Siro. Abbiamo visto degli atteggiamenti esuberanti anche da parte di altri allenatori, nelle precedenti giornate: ci sono due pesi e due misure nei suoi confronti?

“Penso”.

E per quale motivo?

“Non lo so. Ma a giudicare dalla tua domanda, anche tu la pensi così”.

Come sta Ndicka? E c’è piano per Smalling: magari facendogli fare qualche minuto domani per vederlo giocare con l’Inter?

“Ndicka gioca domani, visto che ha recuperato. Non abbiamo opzioni dietro per fare alcun turnover, deve giocare per forza.

Per Smalling non c’è alcun piano: come hai visto nell’allenamento aperto, ha fatto riscaldamento, torello e niente di più. Non c’è alcun piano”.

Come sta fisicamente Lukaku? Ha ancora bisogno di giocare? E come sta mentalmente, considerando quello che stanno preparando a Milano: a me pare un po’ esagerato.

“Lukaku giocherà. È una partita molto difficile, è una gara importante, e Lukaku è importante per noi. Senza Dybala e Pellegrini, lui è ancora più importante. Deve giocare.

Non sapevo che Lukaku fosse così importante a Milano, perché quello che Romelu ha fatto a Milano – il fatto di vincere lo Scudetto e delle coppe – lo hanno fatto duecento giocatori nella storia dell’Inter. Non credevo che fosse così importante per loro.

Sarà interessante da vedere: il fatto che è andato via dall’Inter per la Roma, per aiutare il suo mister, è un dramma, mentre Calhanoglu che è passato dal Milan all’Inter è una meraviglia, e non ci sono stati problemi anni fa per il passaggio di Cannavaro dall’Inter alla Juve e di Vieri dall’Inter al Milan.

Questa cosa mi spaventa, perché non pensavo che Romelu significasse così tanto nel cuore di una società con la storia dell’Inter. Per me è una sorpresa”.

Cosa ne pensa dello Slavia? Ultimamente ne ha parlato in modo positivo. 

“Ho visto tante partite dello Slavia. Ho visto due Slavia: una che ha giocato contro lo Sparta e un’altra che ha giocato tutte le altre. Uno Slavia completamente diverso nel proprio stile di gioco, nella sua filosofia. Che Slavia vedremo domani? Quella che giocato contro lo Sparta o quella che ha disputato tutte le altre gare? Noi siamo preparate per entrambe, perché entrambe lo hanno fatto bene, anche se in modo completamente diverso.

Sono molto bravi nell’organizzazione offensiva, hanno dinamiche ben definite, giocatori di qualità e difensori che vogliono costruire bene, dal basso, che hanno grande sicurezza. Lo Slavia che ha affrontato lo Sparta ha giocato in modo molto più diretto, con meno costruzione, meno possesso, con più prime e seconde palle in campo avversario. Sono due Slavia diverse, ma due Slavia ben preparate.

E se sono una squadra bene preparata, è perché i giocatori sono bravi e perché l’allenatore, che non conosco personalmente, sarà anche lui bravo”.

Cosa ne pensa del calcio ceco? E quali sono le sue impressioni contro lo Sparta, quando ancora allenava il Porto?

“Tanto tempo fa. Non c’è storia. Penso che sia successo una o due settimane prima che io arrivassi al Porto, a metà stagione. E non ho mai giocato contro una squadra ceca. Il mio contatto con il calcio ceco è da osservatore. Ovviamente, sono stato più attento adesso, che dobbiamo affrontare lo Slavia.

Ho visto la possibilità di vedere quattro, cinque partite di campionato dello Slavia e dello Sparta. Si percepisce una superiorità di queste due squadre, si vede la qualità del gioco, si vede la qualità dei giocatori e dell’organizzazione, allo stadio. È tutto molto bello.

Ma voglio approfittare della vostra presenza, perché ho perso il contatto con un mio grande amico ceco, e di cui sono grande ammiratore, Radek Stepanek. Vi chiedo di farmi il favore di dirgli che ho bisogno del suo telefono, che avevo quando allenavo in Inghilterra”.

Ci sono dei giocatori che l’hanno colpita di più? E come ha influito sulla vostra preparazione il fatto che lo Slavia cambia spesso la formazione?

“È più difficile, quando un avversario la cambia spesso. Ma anche con il poco tempo che abbiamo avuto, lo abbiamo fatto. Abbiamo anche analizzato dal punto individuale tutte le opzioni offensive che hanno, e che sono tante: cinque, sei giocatori che possono giocare davanti. Cambiano spesso e questo crea delle difficoltà, ma abbiamo fatto il nostro lavoro. È un’ottima squadra, che merita di essere rispettata come un’ottima squadra”.

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