Lettera aperta al sig. lotito
Riceviamo e pubblichiamo
Photo credit: Archivio Il giornale di Roma: amoregiallorosso.it (scatto di Roberto Tedeschi)
by Paolo Arcangeli
Popolare sig. Lotito….
Le scelte della vita vanno rispettate, soprattutto se si tratta di quelle fatte da chi è disposto a rischiare in proprio negli affari, mettendoci anche tanto, tanto denaro. Per questo nessuno può giudicare la scelta di Dan e Ryan Friedkin di mantenere il più assoluto silenzio sulle cose che riguardano l’A.S. Roma. Ma se questo è vero per le cose tecniche o le cose di campo, ed é persino vero sulla decisione di esonerare un allenatore, ritengo che quando si parla della solidità della propria Società non si possa e non si debba rimanere in silenzio. Faccio riferimento a quanto sta impazzando in questi giorni sulla stampa a proposito di una ennesima dichiarazione del Presidente di una società del Lazio, che ha affermato che quello giallorosso è “un club che doveva essere già fallito”.
Ora, anche rispettando la democrazia e il diritto di ognuno di esprimere liberamente le proprie opinioni, se fossi il proprietario della suddetta Società in via di fallimento, avrei qualcosa da ridire e qualcosa da rispondere.
Per esempio che il pulpito da cui viene la predica è lo stesso in cui “appena” 16 anni or sono andava in scena una mestissima pièce teatrale nella quale il protagonista, un modesto Presidente di una modesta società di calcio, faceva ferro e fuoco per trovare un accordo con l’Agenzia delle Entrate al fine di sanare un maxi debito fiscale (di 143,24 Ml€ di 16 anni fa!!), per cui venne fatta una maxi rateizzazione per evitare che la società fallisse e che é rimasta, come si dice, “figlia unica di madre vedova” nel panorama della finanza italiana, non essendo stata mai più consentita a nessun’altra società super indebitata. Ma non basta, dopo aver pagato ad oggi “solo” 75,44 Ml€, si va a cercare, grazie alla posizione di preminenza legata ad uno scranno in parlamento, un indulto che cancelli la restante parte del debito, richiesta fortunatamente stoppata anche dalla sua stessa coalizione politica.
Ecco, se fossi il Presidente e proprietario della Roma, risponderei per le rime a questo signore, perché ricevere lezioni da tali “maestri” non mi sembra opportuno. Magari gli suggerirei di essere un po’ più vigile su quelli che sbandiera come “valori” della sua società che magari, a nostra insaputa, contemplano il lancio di bottiglie su calciatori della squadra avversaria in campo, cori e adesivi antisemiti e razziali e tanti comportamenti dei suoi tesserati, almeno di quelli del passato, se è vero che in tutti gli scandali che hanno attraversato il mondo del calcio italiano non si sono mai fatti parlare dietro, essendo tra i primi e sempre presenti.
Direi che ce n’è a sufficienza per occuparsi dei fatti propri e evitare di guardare in casa altrui, anche se poi é lo slogan coniato della meravigliosa Curva Sud quello che inquadra nel migliore modo possibile il perché di alcuni comportamenti: “inutili dal 1900, ossessionati dal 1927”.
Ah, dimenticavo: se digita su un qualsiasi motore di ricerca le parole “Società Ginnastica Roma” troverà anche delle amare sorprese.
Distintamente saluto