Settembre 16, 2024

Luis Del Sol, nato il 6 aprile 1935 ad Arcos De Jalon, piccolo paese della Spagna centrale, non lontanissimo da Madrid e appartenente amministrativamente al paese di Soria. La sua infanzia è vissuta nel pieno della guerra civile spagnola, sono cose che ti porta sempre con te, nella vita. Da piccolissimo, si trasferisce con la famiglia a Siviglia, a 700 km. di distanza dal suo luogo di nascita.

Luis è piccolo e leggero, il mio album Panini dell’epoca riporta 1,70 metri per 70 kg. quando arriva alla Juventus per poi diventare 1,69 per 70kg. quando è Romanista, ci sarà rimpicciolito.

Il suo fisico lo porta a giocare all’ala, come era intesa un tempo. Svolge la sua carriera iniziale nel Betis Siviglia e la sua bravura lo porta nel 1959 a giocare nel Real Madrid, da ala ma anche da centrocampista accanto a giocatori del calibro di Di Stefano, Puskas e Gento con i quali vince la coppa campioni 1960 e lo stesso anno il campionato spagnolo. Poi l’anno dopo anche la coppa Intercontinentale.

Per la presenza di attaccanti fortissimi, Del Sol comincia a spostarsi a centrocampo dove mette al servizio della squadra sia la sua velocita ma anche la capacità di portare avanti palloni e recuperarli dai piedi avversari. Presto viene chiamato il “Postino”, come il film dell’immortale Massimo Troisi che lo interpretò, sceneggiò e in parte ne fu il regista.

Nell’estate 1962, come centrocampista, arriva alla Juventus dove trova allenatore il nostro ex Eraldo Monzeglio, come allenatore, Menichelli e Da Costa nostri ex calciatori, il romano Leoncini e il cabezon al secolo Omar Sivori, a Roma avremmo detto il capoccione.

Non è una Juventus irresistibile e con quella maglia vince solo uno scudetto e una coppa Italia ma con la sua nazionale diventa campione d’Europa nel 1964 con l’ancora non interista Suarez e il grande Gento.

L’estate 1970 è turbolenta a Roma, Capello, Spinosi e Landini vengono ceduti alla Juventus, in parziale cambio arrivano Zigoni, Viganò e Del Sol. Luis ha già 35 anni ma la sua professionalità e impegno vengono subito messe al servizio della squadra e Herrera lo impiega da subito come fulcro del centrocampo affidandogli la fascia di capitano per l’improvvisa partenza del primo spagnolo della nostra storia, Joaquim Peirò.

Luis ha come compagni di reparto Salvori, Cordova, Franzot, Vieri e, all’occorrenza, il jolly Scaratti.

La Roma fa un buon campionato, per quei tempi, e Luis fa 23 presenze con 4 gol, tutte le marcature racchiuse in un mese, 2 gol il 20 dicembre 1970 nella vittoria a Catania per 2 a 1, uno nel pareggio con il Napoli 2 a 2 il 3 gennaio 1971 e l’ultimo, il 24 gennaio 1971, nell’altro pareggio per 2 a 2 a Milano con il Milan, i gol rossoneri saranno entrambi di Pierino Prati. Questo sarà anche l’ultimo gol da Romanista di Luis Del Sol. A fine stagione, Luis, da capitano, vince il trofeo Armando Picchi, l’unica vittoria con noi.

L’anno dopo, Luis giocherà ancora molto anche se non farà gol.

Il 28 maggio 1972 gioca la sua ultima gara con noi, ha 37 anni compiuti e con la fascia al braccio contribuisce la vittoria per 1 a 0 contro il Verona, rete di Franzot. Dopo qualche giorno, inizia l’Anglo Italiano ma Lui è già tornato in Spagna e quindi non partecipa alla vittoria del torneo, un peccato, il capitano è diventato Ciccio Cordova.

Alla fine, 50 presenze e 4 gol in A, 7 in coppa Italia a cui possiamo aggiungere 2 presenze nell’Anglo italiano della sua prima stagione.

Nei due campionati con Lui, la Roma è 6° e poi 7°, per chi ha memoria sa che era piazzamenti buonissimi in quel periodo.

Luis è stato poco con noi, alla fine della sua carriera ma ha lasciato un ottimo ricordo di bravura e professionalità meritandosi la fascia di capitano. Come non ricordare il coro della Sud, “Ciccio Cordova Amarildo del Sol, ogni tiro un gol”. La realtà non era proprio così ma quando la Sud ti dedica un coro, qualcosa di buono l’hai fatto.

Auguri Luis che è tornato nella sua Siviglia dove giocò ancora un campionato, per chiudere il cerchio nel 1973.

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