Settembre 8, 2024

Manuel Gerolin, nato a Mestre (VE) il 9 febbraio 1961.

Ha cominciato a giocare a pallone nel Conegliano debuttando in serie D a sedici anni.

Dopo quattro stagioni trascorse con la squadra veneta in serie C ( 36 presenze con 5 reti dal 1976 al 1980) è passato all’Udinese in serie A. Con i friulani, impiegato a centrocampo, è rimasto dal 1980 al 1985, accumulando in campionato 122 presenze e 13 reti. Le sue doti di corsa continua, la sua grinta, mai sconfinata in scorrettezze ed i suo costante impegno, attirarono l’interesse di diversi importanti Società. Tra queste la Roma che riuscì nel 1985 ad acquisire le prestazioni sportive del calciatore veneto dalla chioma bionda, alto, secondo l’almanacco Panini, 1,78 per 75 Kg.

L’allenatore giallorosso Sven Goran Eriksson ha avuto la bravura di schierare Gerolin a terzino per incrementare la spinta propulsiva della squadra. La mossa ottenne successo e la Roma disputò un campionato entusiasmante. Dopo un inizio incerto, la squadra giallorossa ingranò la marcia e, mettendo in mostra un gioco spettacolare, recuperò ben 8 punti (all’epoca per la vittoria venivano assegnati 2 punti) alla capolista Juventus, battuta all’Olimpico ( 16.3,1986 Roma-Juventus 3-0 con. reti di Graziani, Pruzzo e Cerezo). La partita è rimasta indimenticabile per molteplici motivi; prima di tutto per la prestazione superlativa della squadra che annientò i bianconeri, poi per lo spettacolo offerto dal pubblico romanista, che colorò tutto lo stadio con delle lunghe strisce di plastica giallorosse, ammutolendo all’ingresso in campo gli avversari bianconeri (l‘UEFA per questa scenografia assegnò ai tifosi giallorossi il Premio Fair Play) ed infine perché Pruzzo festeggiò il suo gol togliendosi la maglia per sventolarla al pubblico impazzito di gioia. A quello che risulta, è stata la prima volta che una rete è stata onorata in campo in questa maniera, poi imitata da una miriade di altri giocatori. Per rendere il giusto merito ai protagonisti dell’impesa trascriviamo di seguito la formazione giallorossa scesa in campo: Tancredi, Oddi, GEROLIN, Boniek, Nela, Righetti, Graziani, Cerezo, Pruzzo, Ancelotti, Di Carlo. A disposizione Gregori, Lucci, Giannini, Tovalieri, e Desideri.

La Juventus di Giovanni Trapattoni rispose con Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (dal 1° minuto della ripresa Pin), Brio, Scirea ( dal 58° minuto Caricola), Mauro, Manfredonia, Pacione, Platini, Laudrup. A distanza di anni chi scrive ha avuto l’occasione di parlare della partita con Pacione, quando era Team Manager del Chievo, che mi riferì che davanti allo spettacolo dell’intero stadio Olimpico infiocchettato di giallorossi era rimasto esterrefatto, così come i suoi compagni, che, secondo lui, da quel momento avevano iniziato a perdere la partita, poi stradominata da una Roma stellare. Gerolin con la sua prova valutata da otto, diede l’ennesima conferma che l’allenatore svedese aveva indovinato nell’impiegarlo da terzino. Con maggiore spazio davanti, infatti, il calciatore poteva sfruttare al meglio il suo dinamismo fatto di corse incessanti e di scatti continui. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport Manuel ha detto che l’allenatore al quale era rimasto più affezionato era stato Eriksson “ che ebbe la grande intuizioni di cambiarmi la posizione, trasformandomi da un buon centrocampista a micidiale terzino destro di spinta. Anche degli altri allenatori, comunque, che ho avuto a Roma, Liedholm, Spinosi, Radice ed Ottavio Bianchi, ho conservato un buon ricordo”.

La carriera giallorosso di Gerolin, dopo l’amichevole di prestigio contro l’Ajax, ultima partita di Falcao in giallorosso, nella quale Manuel realizzò un bel gol festeggiato d’istinto sotto la Curva Sud, era iniziata nel 1985 con 6 gare di Coppa Italia (5 vittorie ed 1 sconfitta), per continuare poi con il debutto in campionato (allora a 16 squadre) nella vittoriosa trasferta di Bergamo ( 8.9.1985 Atalanta-Roma 1-2 reti di Pruzzo e Nela). Dopo una lunga rincorsa, la Roma, con la vittoria corsara a Pisa, raggiunse, infine, la Juventus. La settimana successiva però i giallorossi incapparono nell’incredibile sconfitta casalinga contro il retrocesso Lecce, che, fino ad allora, fuori casa aveva raccolto 1 pareggio e 13 sconfitte ! Il campionato si concluse, con enorme rimpianto, con la Roma al secondo posto in classifica. Gerolin totalizzò 27 presenze in campionato con le due reti messe a segno contro il Napoli e contro l’Inter. Quella contro i partenopei ( 26.1.1986 Napoli-Roma 2-0 reti di GEROLIN e Boniek) è stata così descritta dal giocatore mestrino: “ Segnai un gran gol sotto la Curva. Dopo uno scambio con Boniek, ho effettuato una finta con la quale ho messo a sedere Garella mandandolo fuori tempo, per poi entrare in porta con tutta la palla Bellissimo!. C’era anche Maradona in campo”. Contro l’Inter realizzò il gol del definitivo 3-1 per i giallorossi ( 2.3.1986 Roma-Inter 3-1 reti di Graziani, Graziani, Rummenigge per i nerazzurri ed al 40° minuto della ripresa GEROLIN).

La dolorosa profonda delusione per la perdita di un meritato scudetto, è stato poi solo parzialmente mitigata dalla vittoria della Coppa Italia 1985-86, conquistata da un manipolo di ragazzi, obbligatoriamente in campo per la ristrettezza della rosa a disposizione, privata degli infortunati e degli indisponibile convocati per i campionati del mondo in Messico. Nella vittoriosa finale di ritorno contro la Sampdoria scesero in campo i giovani Gregori, Lucci, Righetti, Desideri ( autore su rigore del primo gol) Giannini, Di Carlo, Tovalieri, ed Impallomeni, guidati dai veterani Oddi, GEROLIN, Graziani e Pruzzo e negli ultimi 5 minuti da Cerezo che segnò la rete del definitivo 2-0 con il quale venne ribaltato il 2-1 dell’andata a Genova.

Gerolin, nelle 13 gare giocate dalla Roma nella Coppa Italia scese in campo in 9, contribuendo in maniera determinante alla conquista del Torneo.

La prima stagione giallorossa ( Roma seconda in campionato e vincitrice della Coppa Italia) fu del tutto positiva per “Moto Perpetuo”, come lo chiamava Romeo Benetti, che secondo Campanella sfrecciava come in seguito fece pendolino Cafu, che definì il suo ambientamento a Roma ”ottimo sia con il pubblico che con la Società; eravamo come una famiglia con a capo Dino Viola”. Dei compagni di squadra ha raccontato che Cerezo spesso arrivava a Trigoria in sella ad una fiammante bicicletta da corsa preceduto dalla moglie che in macchina faceva da apripista.

Nella stagione successiva 1986-87 il terzino-mediano mantenne un rendimento elevato, disputando 25 partite di campionato, 6 di Coppa Italia e 2 di Coppa delle Coppe. Contro il Real Saragozza in casa segnò la rete del conclusivo 2-0. La Roma venne poi eliminata ai calci di rigori dagli spagnoli, che, con un rigore al penultimo minuto del primo tempo ed un altro al secondo minuto del secondo tempo, entrambi dubbi, concessi dall’arbitro inglese Courtney che consentì gravi scorrettezze ai padroni di casa, avevano recuperato il passivo della partita d’andata.

Per la cronaca ricordiamo che Desideri, Giannini e Baroni trasformarono il penalty, mentre Ancelotti e Boniek lo fallirono.

In Coppa Italia i giallorossi, dopo due pareggi per 2-2 in casa e 1-1 in trasferta, vennero eliminati dal Bologna.

Il campionato della Roma si concluse, dopo le dimissioni di Eriksson a due giornate dalle fine, sostituito da Angelo Benedicto Sormani, con la squadra al settimo posto in classifica.

Nella stagione 1987-88 la guida tecnica della squadra capitolina tornò a Nils Liedholm che condusse i giallorossi ad un ottimo terzo posto. Gerolin accusò diversi infortuni che lo tennero fuori squadra per tante partite. Alla fine della stagione il calciatore, prevalentemente impiegato dal “Barone” a centrocampo, totalizzò, comunque, 17 presenze in campionato e 3 in Coppa Italia, senza siglare alcuna rete. Nella gare disputate Gerolin risultò spesso tra i migliori in campo ed il suo alto rendimento è confermato dai numeri che non sbagliano mai. La Roma, nei 17 incontri nei quali ha schierato in campo Gerolin, ha, infatti, conquistato, con 12 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, 27 dei 38 punti finali conteggiati al termine delle 30 partite in programma. Delle 12 vittorie sono da sottolineare quelle casalinghe contro l’Inter per 3-2 (reti di Manfredonia, Giannini e Desideri), la Juventus per 2-0 (doppietta di Desideri) e quelle corsare per 1-2 contro il Napoli (reti di Giannini ed Oddi), finito poi secondo in classifica ed il Verona per 0-1 (rete di Boniek).

La stagione 1988-89 vide Gerolin impegnato in 19 gare di campionato, (più quella di spareggio per l’accesso alla Coppa UEFA dell’anno successivo, poi perso per 1-0 contro la Fiorentina sul campo neutro di Perugia), in tutte le 7 di Coppa Italia ed in tutte le sei di Coppa Uefa.

La stagione tribolata vede sulla panchina giallorossa prima Liedholm, poi per 4 partite Spinosi, e dopo ancora Liedholm. I nuovi acquisti di Andrade e Renato Portaluppi, si rivelarono fallimentari, positivi invece quelli di Rizzitelli, di Tempestilli, e, a parte i limiti caratteriali, di Massaro.

Le prestazione di Gerolin risentirono di quelle negative della squadra . Da ricordare in ogni caso la qualificazione conquistata nei tempi supplementari dalla Roma nei tempi supplementari della partita di ritorno della Coppa UEFA contro il Norimberga per 1-3. Gerolin, entrato in campo al quinto minuto del secondo tempo supplementare, si battè come un leone, con esito positivo, per mantenere il risultato di 1-3 fissato dalla rete di Renato, che qualificava la Roma. Il brasiliano disputò una partita straordinaria, purtroppo tra le poche valide fatte da lui vedere quell’anno.

Le partite casalinghe della Roma, nella stagione 1989-90, per l’indisponibilità dell’Olimpico in ristrutturazione per i campionati del mondo del 1990, vennero giocate allo stadio Flaminio. Il carattere del nuovo allenatore dei Lupi Lugi “Gigi” Radice, il temperamento di tanti calciatori capitolini, non ultimi Voeller, Rizzitelli, Nela, Comi, Desideri, Gerolin e soprattutto la vicinanza del pubblico al terreno di gioco, crearono una magnifica coesione tra tutte le componenti della Società giallorossa, che portò la squadra ad ottenere dei risultati superiori ad ogni aspettativa. Per sottolineare il comportamento sanguigno e diremmo testaccino di quella squadra, anche oggi, quando i Lupi si battono con ruvido furore, i tifosi romanisti, cantano “STA’ A GIOCA’ STA’ A GIOCA’ QUESTA ROMA STA’ A GIOCA’ COR CORE. come accompagnavano “ LA ROMA DEL FLAMINIO”. In questo clima di passione ed entusiasmo Gerolin si trovò a meraviglia ed il suo rendimento, come l’impegno, fu esemplare in casa ed in trasferta.. Disputò 24 partite di campionato segnando 3 reti ( a Roma all’Atalanta, ed al Bari ed in trasferta a Lecce) contribuendo alle tre vittorie giallorosse. A queste presenze si aggiunsero le 5 di Coppa Italia e le 6 in Coppa UEFA che portarono un totale stagionale di 35 presenze in gare ufficiali.

Manuel Gerolin, nella sua ultima stagione nella Capitale, venne impiegato dal nuovo allenatore Ottavio Bianchi, in 26 partite di campionato (nessuna rete) in 7 di Coppa Italia (una rete nel 2-0 al Genoa) ed in 9 in Coppa UEFA( 2 rete al Bordeaux). L’ormai esperto giocatore contribuì con il solito agonismo ai successi della squadra, che, dopo avere raggiunto la finale della Coppa U EFA, persa per la direzione di gara scandalosa nella partita d’andata dell’arbitro russo Spirin, vinse la Coppa Italia. 1990-91.

La cavalcata giallorossa nelle due competizioni meriterebbe tante pagine di un libro specificatamente dedicato all’annata.

Si pensi solo che in Coppa Uefa la Roma ha eliminato il Benfica con doppia vittoria per 1-0, il Valencia con il pareggio per 1-1 in Spagna e la vittoria a Roma per 2-1, il Bordeaux con doppia vittoria per 5-0 a Roma e per 0-2 in Francia, l’Anderlecht anch’esso eliminato con doppio successo giallorosso con un secco 3-0 in casa e con la vittoria in Belgio per 2-3, il Broenby con il pareggio per 0-0 in Danimarca e la vittoria a Roma per 2-1 con l’indimenticabile rete finale di Voeller, realizzata in tandem con Rizzitelli, che per l’esplosione di gioia dei tifosi stava per fare crollare l’Olimpico.

Anche l’andamento delle partite di finali, con la giustamente “chiacchierata” vittoria a Milano dell’Inter per 2-0, con rigore quanto meno dubbio messo a segno da Matthaeus ed il commovente successo capitolino a Roma per 1-0, confermarono che la squadra che più avrebbe meritato di vincere la Coppa era stata la Roma.

La Roma, poi, orfana dal 19 gennaio 1991 del Presidente Dino Viola, venuto a mancare prematuramente, dopo ben 10 partite, nelle quali Gerolin fu presente, come detto, in sette, conquistò meritatamente la Coppa Italia 1990-91.

Al termine di questa lunga stagione, che vide la squadra giallorossa impegnata complessivamente in 56 gare ufficiali, Gerolin totalizzò 42 presenze e 3 reti.

Il curriculum giallorosso di Gerolin, nei suoi sei anni trascorsi a Roma, recita: 193 presenze e 9 reti complessive in gare ufficiali, della quali 138 in campionato (compresa la gara di spareggio per l’accesso alla Coppa UEFA) e 5 reti, 37 con 1 rete in Coppa Italia, 2 con 1 rete in Coppa delle Coppe e 15 con 2 rete in Coppa UEFA. Sono numeri che lo collocano nei primi 30 calciatori che hanno indossato la gloriosa maglia della Roma.

Dopo questa ultima stagione, la nuova Società giallorossa ha ceduto il valoroso atleta al Bologna. Con la squadra felsinea ha poi giocato dal 1991 al 1993, per intraprendere in seguito la carriera di Dirigente Sportivo.

Dei suoi ex compagni giallorossi, sempre al Corriere dello Sport, Gerolin ha detto: “ Legai davvero con tutti, da Conti a Desideri, da Tempestilli a Pruzzo. Voglio ripeterlo: era una grande famiglia”.

Antonio Tempestilli da parte sua ha dichiarato: “ Lo ricordo come un ragazzo sempre allegro, solare, divertente. Liedholm chiamava lui e Desideri I RAGAZZI COCCODE’, per via della loro partecipazione al programma di Arbore INDIETRO TUTTA! Alle qualità tecniche Manuel associava quelle umane; infatti, anche se non viviamo nella stessa città, siamo ancora in contatto”.

Si può, pertanto affermare, che Manuel Gerolin, che ha sempre GIOCATO COR CORE, ha onorato in campo e fuori i colori giallorossi.

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