Settembre 19, 2024

Mark Tullio Strukelj, nato il 23 giugno 1958 a Dorking nel sud ovest dell’Inghilterra, nella stessa cittadina in cui nacque Sir Olivier Laurence, il famoso attore e regista, premio oscar in più riprese.
Nonostante il cognome e il luogo di nascita, il nostro Mark è italianissimo a tutti gli effetti, in barba a chi ama tanto i confini, infatti il suo papà è un portuale triestino di cognome slavo, come ce ne sono tanti da quelle parti, emigrato prima in Australia, non come Alberto Sordi, e poi trasferitosi in Gran Bretagna dove si sposerà e nascerà Mark, quindi padre italiano e madre britannica.
Mark è un giocatore importante nella storia della Roma, è uno dei 13 Romanisti che hanno disputato una finale di Coppa Campioni, quella del 30 maggio 1984 contro il Liverpool, squadra per cui tifava Mark.
Trasferitosi con tutta la famiglia a Trieste, comincia a giocare nelle giovanili della zona e poi in quelle della Triestina, dove arriva alla prima squadra mettendosi in bella mostra come centrocampista, abile nell’impostazione del gioco e dotato di un buon dinamismo, ma fragile nelle caviglie. Liedholm lo vuole nella stagione dopo lo scudetto come riserva, addirittura, di Falcao, se lo vuole il Barone!
Con noi conosce la serie A il 30 ottobre 1983 nella vittoria per 5-1 sul Napoli, mentre il suo unico gol lo realizzerà nella trasferta di Pisa, che sarà poi la sua nuova squadra.
Una stagione ricca di infortuni, che non gli impediscono di giocare la finale di Coppa Campioni, sostituendo Cerezo a gara in corso e la finale di Coppa Italia, vinta sul Verona, entrando al posto di Bruno Conti, infortunato. Infortunatosi pure Lui, lascerà il posto a Giannini. La vittoria in Coppa Italia sarà il suo unico trofeo e quella la sua ultima partita da Romanista, è il 26 giugno 1984.
Lascia presto la nostra Roma, non considerato da Eriksson e la sua carriera non toccherà particolari apici, causa molteplici infortuni. Finito il calcio giocato, ha intrapreso la carriera di allenatore, meglio dire quella di vice essendo ormai lo storico secondo di Tesser, un po’ come Tessari era di Liedholm o Galbiati di Capello. Ora è nel Pordenone, in serie B, con ambizioni di promozione, quella che ottenne ai tempi della panchina del Novara.
Nella sua unica stagione a Roma ha giocato 11 volte in A con 1 gol, 8 in coppa Italia con 3 reti e poi l’unica presenza in coppa Campioni nella finale, per un totale di 20 partite e 4 gol.

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