Settembre 19, 2024

di Roberto Cerrone

Naim Krieziu, nato a Gjakova, allora Albania ora Kossovo, il 1° gennaio 1918 (qualcuno riporta il 4) quando la Prima guerra mondiale volge verso il suo epilogo lasciando una zona, quella Balcanica, in un vero vulcano in subbuglio, perenne anche fino ai giorni nostri. Si rifugiò a Tirana da un fratello militare. L’annessione dell’Albania nel regno d’Italia sotto Vittorio Emanuele 3° fece diventare Naim Italiano a tutti gli effetti, mantenere il suo cognome e poter accedere all’Isef di Roma.

Segnalato al Cavalier Biancone, Naim fece un provino a campo Testaccio, fu preso immediatamente e tesserato dalla nostra Roma, tra l’altro Lui aveva appena assaporato il calcio con il Tirana e forse per questo fu chiamato la freccia di Tirana, tanto era veloce in campo. Da alcune foto dell’epoca, non lo fanno un gigante ma sicuramente non è un piccoletto, adatto a giocare all’ala, capace di calciare con entrambi i piedi e, come detto, dotato di una grande velocità.

Entra a far parte della prima Roma di Guido Ara e fa in tempo ad esordire a campo Testaccio in un Roma Bari 4 a 2 del 10 marzo 1940. Il caso vuole che nel Bari giochi un altro albanese, Lushta che ci farà gol. Giocherà altre 4 volte in tempo per farsi vedere da Alfred Schaffer che diventerà il nostro mister dalla 27° giornata.

La stagione successiva, ci vede protagonisti al campo nazionale, l’attuale rudere del Flaminio. Schaffer comincia a dare le giuste gerarchie e vede in Naim una certa titolarità dando più spazio al giovane albanese che subito entra in sintonia di gioco con Amadei, di cui diventerà grande amico, anche oltre l’esperienza romana, come vedremo in seguito. Nella stagione 1940-41, le presenze diventano 20 e arrivano anche i primi gol, 2 nella trasferta con il Milano, come erano costretti a chiamarsi i rossoneri, e 1 contro l’Ambrosiana, meneghini bersaglio facile. Fa gol anche in coppa Italia e gioca da titolare la finale con il Venezia persa per 1 a 0 a Firenze.

La stagione 1941-42, quella dell’apoteosi dello scudetto, vede Naim tra i grandi protagonisti per buona parte della stagione quando i suoi repentini scatti mettono a soqquadro le difese avversarie aprendo spazi per Amadei e gli altri compagni di reparto, Lui stesso mette 6 volte la palla in fondo al sacco avversario. Gol in casa del Bologna campione in carica e vittoria Romanista, gol alla Juventus, doppietta all’Ambrosiana, come tradizione, gol al Genoa nella nostra unica sconfitta interna stagionale e gol al Milano, sempre da tradizione. Arriva nelle ultime giornate stremato e Schaffer lo sostituisce con Borsetti, ma ormai è cosa fatta e, mentre la Roma conquista lo scudetto contro il Modena a Roma, Lui gioca nella squadra riserve a Bologna, di corsa torna con gli altri a Roma per festeggiare con i compagni lo scudetto ottenuto anche grazie al suo contributo.

La sua esperienza con la Roma continua negli anni successivi, neanche la guerra lo allontana dalla capitale, gioca quei particolari campionati di guerra ed è nella Roma nella stagione della rinascita italiana del 1945-46.

La stagione 1946-47 sarà la sua ultima da calciatore nella Roma, gioca nella sconfitta interna con l’Alessandria il 6 luglio 1947 e viene ceduto al Napoli per una cifra importante, necessaria alle nostre casse sociali. Con noi 122 gare e 27 gol in serie A, 13 e 6 gol in coppa Italia. Poi ci sono gol e presenze nei tornei di guerra. Uno scudetto vinto.

Naim approda a Napoli dove giocherà e segnerà ancora per 6 anni, ricostruendo nel 1950 la coppia con Amadei fino a giocare gli ultimi scampoli nelle serie inferiori, con la Turris, nel 1954.

Ha l’occasione di prendersi una piccola e parzialissima rivincita per la coppa Italia persa nel 1941, infatti la Roma lo chiama, Lui è già negli organigrammi societari come osservatore e come tale aveva già portato De Sisti alla Roma, a sostituire Foni dimissionario. Lo fa in occasione di Roma Napoli di coppa Italia con vittoria Romanista per 5 a 0 (doppietta di Manfredini e tripletta di Orlando), turno superato e alla fine sarà vittoria della nostra prima coppa Italia. La Roma non darà seguito a quella panchina affidando la squadra a Mirò ma Naim può dire di aver dato il suo contributo.

Tornerà a fare l’osservatore e anche allenatore nell’Almas (Appio Latino Metronia associazione sportiva), la squadra di via Demetriade tra Tuscolana e Appia, accanto all’istituto tecnico Vallauri. Da quelle parti arriverà Giannini.

La freccia di Tirana finì la sua corsa il 20 marzo nel 2010 in quella che era diventata la sua città, Roma.

Auguri Naim, campione d’Italia.

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