Settembre 16, 2024

12 ottobre 1988 – Coppa Uefa

La Roma deve cancellare le tante critiche che le sono piovute addosso dopo la prestazione dell’andata, e soprattutto, deve dare un segnale importante, dopo questo avvio di stagione non proprio positivo. Tutto a un tratto, quelle che erano certezze, sono diventati dubbi e allora, in città ma anche nel resto d’Italia è iniziato il classico giochino in cui si spara a zero su tutto e tutti, perdendo di vista il lume della ragione. 

Vincere in Germania non è mai facile, i campi tedeschi sono fortini spesso inespugnabili, un po’ perché le squadre sono molto forti e un po’ perché gli arbitri, troppo spesso si lasciano condizionare dall’ambiente che gli sta intorno. 

Dunque con queste premesse, l’impegno per gli uomini di Liedholm è di quelli ai confini della realtà, ma con la Roma, mai dire mai.

Inizia la partita, all’8’ lancio millimetrico di Giannini verso Renato che controlla il pallone e con una serie ubriacante di dribbling supera in rapida successione, il suo marcatore Dittwar e poi Kuhn. Il cross basso, prende in controtempo il portiere Koepke e per Voeller è un gioco da ragazzi spingere in rete il pallone del vantaggio 1-0.

La reazione tedesca è immediata e veemente ma Tancredi riesce a salvare la propria porta, sia all’11’ sul tiro di Eckstein, che un minuto dopo sulla conclusione a botta sicura di Dusend.

Dove non arriva il numero uno giallorosso, al 15’ arriva Desideri, che respinge sulla linea di porta il colpo di testa di Brunner.

La Roma fa quadrato, i giocatori si aiutano, vogliono dimostrare di essere una squadra unita, compatta e determinata. Al 19’ il tiro di Kuhn, supera Tancredi e Giannini, nel disperato tentativo di intervenire in scivolata, tocca il pallone con la mano. Il direttore di gara, il russo Butenko, concede il calcio di rigore al Norimberga. Sul dischetto si presenta Eckstein che realizza l’1-1. 

Il gol subito, potrebbe incidere in maniera negativa sulla Roma, perché subire un altro gol vorrebbe dire compromettere la qualificazione. 

La squadra però, questa sera ha qualcosa in più, i giocatori non hanno paura, non tremano e soprattutto sono determinati, per portare a casa sia il risultato, che soprattutto la qualificazione. Vogliono dimostrare, a chi dava la Roma già per morta, che si sbagliava e allora riprendono a macinare gioco, senza avere minimamente accusato il contraccolpo del gol. Al 32’ Policano viene atterrato in area, ma l’arbitro lascia correre, del resto fischiare un rigore in Germania, davanti a 20.000 tifosi assatanti non è facile… ma la Roma non si arrende, non perde la testa ed è proprio Policano con un bolide da fuori che supera Koepke e regala il 2-1 alla Roma. Quella sua corsa sfrenata verso la panchina, ad abbracciare l’amico Gerolin, è sintomo di come questa sera la squadra sia veramente unita. I tifosi lo vedono, lo percepiscono e si fanno sentire, allo stadio i sostenitori tedeschi sono in silenzio, annichiliti da tutto quello che sta succedendo. Dopo la partita di andata, si sentivano forti, superiori, imbattibili, invece la Roma, tanto brutta di due settimane fa si è trasformata magicamente da brutto anatroccolo a principe.

Si va all’intervallo con la Roma avanti 2-1 che è lo stesso risultato della partita di andata, quindi si ripartirà, nella ripresa, con le due squadre in perfetta parità ma questa volta con la Roma che in caso di altro gol potrebbe prepotentemente mettere le mani sulla qualificazione.

Il Norimberga, come facilmente ipotizzabile parte subito forte, e crea una clamorosa occasione con un tiro di Brunner dal limite dell’area. Tancredi è battuto, ma sulla linea, spunta Manfredonia che interviene e salva la porta giallorossa.

Ekstein è scatenato e in pochi minuti crea due buone opportunità. Al 58’ colpisce il palo con un destro dalla distanza e al 62’ sempre un suo tiro dalla distanza, lambisce il montante. 

La Roma non abbassa la guardia e risponde colpo su colpo, soprattutto con Renato che risulta più volte immarcabile per i possenti difensori tedeschi e Voeller, capace da solo, di tenere in apprensione la retroguardia locale. Prima del triplice fischio, salvataggio di Tancredi con i piedi su Dusend e occasione all’88’ per Renato ma il suo tiro, a porta praticamente vuota, non ha fortuna.

Si va così ai tempi supplementari, le squadre sono stanche e la partita diventa storica. 

Liedholm sostituisce Policano con Bruno Conti che diventa subito protagonista. Al 93’ infatti, dai suoi piedi parte il cross che permette a Renato di staccare di testa e battere per la terza volta Loepke. La Roma è avanti per 3-1, l’impresa di questi straordinari ragazzi è vicina. Pochi minuti dopo, al 97’ il migliore in campo, l’eroe di Norimberga, Renato Portaluppi viene espulso da Butenko e la squadra è costretta a giocare i restanti minuti in inferiorità numerica. I tifosi del Norimberga si scatenano, lo stadio diventa una bolgia assordante ma la Roma non fa una piega. Si mette nella propria metà campo, a protezione di Tancredi e respinge tutto quello che c’è da respingere. Il muro giallorosso regge l’urto e quando l’arbitro fischia la fine della partita, i ragazzi in campo, la panchina, i tifosi sugli spalti e tutti quelli sono a casa, ma che hanno a cuore la Roma, si uniscono in un lungo abbraccio. 

La Roma, con questa rimonta sul Norimberga, ha appena scritto una delle pagine più belle della sua storia europea. 

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