Tanti auguri Abel Balbo

Primo calciatore, voluto con forza dal Presidente Sensi
Abel Balbo nasce a Empalme Villa Costitucion in Argentina il 1 giugno 1966.
Inizia a giocare da professionista nel campionato argentino, con la maglia del Newell’s Old Boys nella stagione 1987-1988: è una squadra interamente composta da giocatori provenienti dal vivaio che stupisce tutti e vince il titolo argentino.
Abel, nonostante sia giovanissimo, è tra i protagonisti di quella stagione, gioca 23 partite e segna 9 gol.
Nella stagione successiva 1988-1989 su di lui ci sono gli occhi di diverse squadre europee compreso l’Hellas Verona che vuole portarlo in Italia: Osvaldo Bagnoli però non lo ritiene ancora pronto per il nostro calcio e all’ultimo minuto il trasferimento non si concretizza.
Abel ha tantissimi estimatori e le sue prestazioni sportive, vengono acquisite dal River Plate, una delle società più importanti della Primera División.
Abel Balbo con la maglia dei leoni d’Argentina gioca 38 partite e segna 12 gol.
Il passaggio nel nostro campionato, solamente assaporato dodici mesi prima, avviene nell’estate del 1989 quando l’Udinese, il club della famiglia Pozzo, decide di tesserarlo.
L’esordio in serie A per uno strano incrocio, o se volete chiamarlo, scherzo del destino, di Abel Eduardo Balbo, è il 27 agosto 1989 e l’avversaria dei friulani, è la Roma di Gigi Radice.
La partita termina 1-1 con i gol al 32’ di Tempestilli e il pareggio al 45’ di Simonini.
Il primo gol ufficiale nel campionato di serie A, il centravanti argentino lo realizza il 10 settembre 1989 in uno degli stadi più importanti d’Italia, alla Scala del calcio.
Il Milan vince 3-1 con i gol di Ancelotti, Massaro e Rijjaard ma Abel ha il merito di segnare la rete che a fine primo tempo, vale il momentaneo pareggio dei friulani.
La sua prima stagione italiana, si conclude con un bottino personale decisamente positivo, sono 28 le partite giocate in serie A e 11 i gol: negativo è invece il risultato raggiunto dall’Udinese che retrocede in serie B.
La società della famiglia Pozzo, fallisce la promozione nella stagione 1990-1991 (arriva solamente ottava) ma Abel Balbo continua a far parlare di sé e in 37 partite di campionato realizza 22 gol (gioca anche 3 partite di coppa Italia e segna altri 2 gol).
La stagione 1991-1992 dell’Udinese è più tribolata del previsto, il tecnico Franco Scoglio a febbraio viene sollevato dal suo incarico e al suo posto, arriva Adriano Fedele. Si soffre ma alla fine, l’Udinese ottiene il quarto posto della classifica, utile a tornare in serie A.
Abel Balbo neanche a dirlo è tra i protagonisti assoluti di questa promozione con 37 partite giocate e 11 gol, tutti decisivi e importanti (gioca anche 4 partite di coppa Italia e realizza 1 rete).
La stagione successiva in serie A (1992-1993), è quella della definitiva esplosione per il centravanti argentino che gioca 33 partite e segna 22 gol, salva praticamente da solo l’Udinese dalla retrocessione e gli regala una nuova stagione nella massima serie.
La sua avventura in maglia friulana si esaurisce con 144 partite e 69 gol.
Arriva il momento del grande salto perché Abel ha dimostrato di valere una big del nostro campionato e cosi, si fa sotto l’Inter.
Quando Pellegrini lo invita nella sua villa, il passaggio in nerazzurro sembra cosa fatta, ma alla fine di una piacevole serata, arriva dalla signora Ivana, la moglie del presidente, una strana richiesta: “Balbo, vorrei un autografo per un tifoso”.
La signora, non tutti lo sanno, è una grande appassionata di grafologia e nella firma di Abel, nota qualcosa che non la convince, lo dice al marito e per questo motivo, il trasferimento che tanti davano pejr fatto di Balbo all’Inter, salta.
Intanto, Franco Sensi acquista la Roma e vista la situazione di stallo che si è creata tra Balbo e l’Inter, affonda personalmente il colpo e in poche ore regala alla Roma il suo nuovo centravanti: Abel Balbo.
L’argentino, è ufficialmente il primo acquisto della nuova Roma di Franco Sensi: in città si scatena l’entusiasmo della gente che inizia a intravedere nuovamente un futuro importante.
L’esordio ufficiale di Abel in campionato coincide con una sconfitta: il 29 agosto 1993 allo stadio Marassi, il Genoa supera la Roma per 2-0 con i gol di Lorenzini e Nappi.
Da ricordare in eterno e da segnare con il famoso cerchietto rosso, è invece la data del 5 settembre 1993.
In occasione della seconda giornata di campionato, la Roma ospita all’Olimpico la Juventus di Trapattoni: un’avversaria molto forte e come sempre, quando si affronta la Vecchia Signora, l’attesa è sempre massima.
Lo stadio è colorato di giallorosso, la scenografia della Curva Sud è bellissima e i decibel dei cori della gente, si alzano fortissimo nel cielo della città eterna.
Durante la settimana, Carlo Mazzone ha parlato molto con il suo centravanti e tanta attenzione, è stata riservata ai calci piazzati, perché una partita del genere, magari può essere indirizzata proprio da un’azione da fermo.
Al 34’ la Roma guadagna un calcio d’angolo dalla bandierina di destra, sotto la tribuna monte Mario: Abel Balbo si fa trovare pronto sul secondo palo, conosce il modo di calciare di Sinisa Mihajlovic, e con un preciso inserimento realizza il gol del vantaggio 1-0 proprio sotto la curva Sud che esplode di gioia.
È una partita dalle mille emozioni, il direttore di gara Beschin nella ripresa, assegna due calci di rigore alla Juventus ma prima Baggio e poi Vialli falliscono le conclusioni.
Gianluca Vialli tra l’altro, nel calciare il rigore si fa male ed è costretto a chiedere il cambio.
Quando al 78’ Möeller realizza il gol del pareggio 1-1 la magia che ha allietato la giornata dei tifosi della Roma sembra finire ma non è così… si riprende a giocare e all’81’ Roberto Muzzi realizza il gol del definitivo 2-1.
La Roma batte la Juventus e l’esordio di Abel Balbo allo stadio Olimpico diventa unico e straordinariamente magico!
Questa prima stagione (1993-1994) in maglia giallorossa si conclude con 30 partite di campionato e 12 gol (gioca anche 2 partite in coppa Italia e segna 1 gol).
Nell’estate del 1994, i tifosi della Roma sognano sempre più in grande perché la società, affianca ad Abel Balbo, un altro grande centravanti come Daniel Fonseca.
Si forma un attacco tutto sudamericano: la gente è entusiasta e c’è chi parla di “Balbo-Fonseca, gemelli del gol” e chi di
“Balbo-Fonseca, la coppia più bella del mondo”.
Il 27 novembre 1994 allo stadio Olimpico alle ore 14:30 si gioca il derby Lazio-Roma, partita valida per l’undicesima giornata di campionato.
Durante la settimana che precede la sfida non si parla d’altro che della forza della Lazio di Zeman che secondo molti, farà un sol boccone della Roma di Mazzone.
Il Corriere dello Sport giorno per giorno mette a confronto i calciatori della Lazio: finisce 11-0 per loro, praticamente si preannuncia una sfida impari, senza storia…
Il mister, Carletto Mazzone ogni giorno, a Trigoria, attacca sui muri dello spogliatoio le pagine del giornale e dice ai suoi ragazzi:
“lì fuori, tranne la nostra gente, tutti pensano che loro sò fenomeni e noi pippe… famoje vedè chi siamo…”
Carica a pennello tutti i suoi giocatori che quel giorno, sospinti da un tifo incessante della Curva Sud, regalano alla città di Roma una partita veramente incredibile.
La formazione: Cervone, Aldair, Lanna, Piacentini, Petruzzi, Carboni, Moriero, Cappioli, Balbo, Giannini, Fonseca.
Entrano al 66’ Annoni al posto di Moriero e all’82’ Benedetti al posto di Aldair.
Al 2’ cross di Fonseca con il sinistro e colpo di testa di Abel Balbo che spedisce il pallone in rete e corre a prendersi l’abbraccio della Curva Sud.
Prova a farsi vedere la Lazio ma anche Boksic capisce che non è aria quando prova a protestare ma si vede arrivare addosso le manone di Giovanni Cervone, maestoso custode della porta giallorossa. Molto meglio, dopo 10’ chiedere il cambio…
Al 23’ slalom di Moriero che passa tra Winter e Favalli, poi scambia con Balbo ed effettua un preciso cross sul primo palo per Cappioli che attacca il pallone e lo calcia in rete per il 2-0 della Roma. È l’apoteosi allo stadio Olimpico, la Lazio è in ginocchio al cospetto di una Roma letteralmente dominante.
Nella ripresa al 50’ è sempre Abel Balbo il protagonista principale: allarga il pallone sulla sinistra per Giannini che pennella in maniera perfetta il pallone sul secondo palo verso Fonseca che stacca di testa e realizza il gol del 3-0.
È il tracollo della Lazio: la festa per i tifosi della Roma, si completa poco dopo, con l’espulsione di Negro che perde la testa e commette da dietro, un’entrata assolutamente senza senso su Carboni.
Finisce 3-0 con la corsa di Carlo Mazzone e di tutta la squadra sotto la Curva Sud, è festa grande per i romanisti e notte fonda per i dirimpettai.
La stagione 1994-1995 di Abel Balbo con la maglia della Roma, si chiude con 32 partite giocate e 22 gol (gioca anche 4 partite in coppa Italia).
Il 23 dicembre 1995 allo stadio Delle Alpi alle ore 14:30 si gioca Juventus-Roma, partita valida per la quindicesima giornata di campionato.
Carlo Mazzone schiera la seguente formazione: Cervone, Statuto, Carboni, Aldair, Lanna, Petruzzi, Di Biagio, Thern, Balbo, Cappioli, Fonseca.
Dopo un primo tempo equilibrato, al 45’ arriva un tiro forte e preciso di Di Biagio, sulla respinta di Peruzzi il pallone arriva a Balbo che a pochi passi dalla linea di porta, come un rapace, realizza il gol del vantaggio 1-0.
Nella ripresa, Collina prova a dare una mano alla Juventus e al 54’ espelle Lanna per un fallo su Vialli (rivedendo l’azione è il centravanti bianconero che sgomita e che andrebbe sanzionato).
Nonostante l’inferiorità numerica, la Roma continua a giocare la sua partita e al 67’ su cross di Cappioli, il difensore Ferrara nel tentativo di anticipare lo scatenato Balbo, tocca il pallone e lo spedisce alle spalle di Peruzzi. È il gol del definitivo 2-0 per la Roma che in dieci uomini contro undici, vince a Torino e supera meritatamente la Juventus.
Anche questa stagione (1995-1996) di Balbo si chiude in doppia cifra: l’attaccante argentino gioca 26 partite di campionato e segna 13 gol (gioca anche 7 partite in coppa UEFA e segna 4 gol).
Il 12 ottobre 1996 allo stadio Olimpico alle ore 20:30 si gioca Roma-Milan, partita valida per la quinta giornata di campionato.
Carlos Bianchi, allenatore argentino, schiera la seguente formazione: Sterchele, Annoni, Trotta, Aldair, Lanna, Tommasi, Di Biagio, Bernardini, Cappioli, Totti, Balbo.
La Roma affronta i campioni d’Italia in carica e ha problemi di formazione con Fonseca in panchina, al suo posto a fare coppia con Balbo c’è il giovane Francesco Totti.
Al 13’ lancio lungo verso Totti che rincorre il pallone, il portiere Rossi sembra in vantaggio ma il calciatore giallorosso è bravissimo, lo salta con un preciso tocco e poi con l’esterno del piede destro realizza un gol bellissimo 1-0 per la Roma.
La squadra rossonera è in bambola e al 19’ Abel Balbo riceve il pallone da Totti e lo offre al centro dell’area verso Cappioli che a porta vuota, realizza il raddoppio 2-0 per la squadra di Bianchi.
Nella ripresa proprio al 90’ Delvecchio ha la meglio in un contrasto con Baresi, effettua un preciso cross sul primo palo per Balbo che attacca il pallone e con un magico sinistro incrocia sul palo lontano e supera per la terza volta il portiere Rossi.
È un gol che sembra facile, facile ma che invece è di una difficoltà mostruosa e il campione argentino lo ha reso indimenticabile correndo poi, sotto la curva Sud.
La stagione 1996-1997 di Abel Balbo si chiude con 30 partite giocate in serie A e 17 gol (4 in coppa UEFA e 2 gol).
Il 5 ottobre 1997 allo stadio Olimpico alle ore 15:30 si gioca Roma-Napoli, partita valida per la quinta giornata di campionato.
Mister Zeman schiera la seguente formazione: Konsel, Cafù, Petruzzi, Aldair, Candela, Di Francesco, Di Biagio, Tommasi, Gautieri, Balbo, Totti.
Al 15’ Candela fa tutto da solo, super Longo, si presenta davanti a Taglialatela e realizza il gol del vantaggio 1-0 per la Roma.
La Roma è padrona del campo e va vicina al raddoppio in diverse occasioni: al 33’ Di Francesco protegge il pallone, lo serve a Gautieri che dal limite dell’area, lo calcola di potenza e precisione in rete per il 2-0.
Prima della fine del primo tempo, viene annullato un gol, che ai più sembra regolare ad Abel Balbo.
L’argentino, colpito nell’orgoglio, si scatena e nel secondo tempo diventa immarcabile: al 51’ riceve da Candela, attacca il diretto avversario e con un preciso diagonale spedisce il pallone sotto le gambe del portiere Taglialatela per il gol del 3-0.
Due minuti dopo, da azione di calcio d’angolo il pallone arriva a Di Francesco che dal limite dell’area lo calcia in rete per il 4-0 della Roma che annichilisce il Napoli.
Al 61’ passaggio filtrante di Totti per Balbo, i due si trovano alla perfezione e per l’argentino è un gioco da ragazzi mettere a segno il gol del 5-0.
Il Napoli prova a reagire e trova due gol che rendono meno amara la distanza tra le squadre: al 72’ segna Altomare e poi all’88’ su calcio di rigore il marcatore è Bellucci.
Abel Balbo però quest’oggi ha qualcosa in più di tutti e proprio al 90’ quando il direttore di gara Trentalange assegna il rigore per un fallo di Ayala su Paulo Sergio si prende il pallone, lo posiziona sul discetto e poi lo calcia in rete realizzando la sua tripletta personale. La partita si chiude sul pesante risultato di 6-2 a favore della Roma di Zeman.
Anche la stagione 1997-1998 di Abel Balbo si chiude nella maniera più positiva possibile con il centravanti argentino che gioca 28 partite di serie A e segna 14 gol (3 in coppa Italia con 2 gol).
Le strade tra la Roma e Balbo si separano e nella stagione 1998-1999 il calciatore argentino passa al Parma: con la maglia gialloblù gioca 25 partite in serie A e realizza 4 gol (8 in coppa Italia con 4 gol, 11 in coppa Uefa con 4 gol).
Vince i primi due trofei da quando è in Italia:
La Coppa Italia (in finale per differenza reti contro la Fiorentina al termine di due partite molto equilibrate, 1-1 nell’andata a Parma e 2-2 nel ritorno a Firenze del 5 maggio 1999);
La Coppa Uefa (il 12 maggio a Mosca, 3-0 in finale contro il Marsiglia).
Alla fine dell’anno, le sue presenze con la maglia del Parma sono in totale 44 e i gol 12.
Nella stagione 1999-2000 passa alla Fiorentina e trova come compagno di squadra, l’amico Gabriel Omar Batistuta.
In serie A gioca 19 partite e segna 3 gol (gioca anche 10 partite di Champions League e segna 4 gol). Chiude la stagione con 31 presenze totali in tutte le competizioni e 7 gol.
Nella stagione 2000-2001 Franco Sensi vuole regalare lo scudetto alla sua Roma e decide che non si deve più aspettare.
Contatta Abel Balbo e insieme trovano la strada per portare nella capitale il centravanti più forte al mondo: Gabriel Omar Batistuta.
Insieme a lui torna anche Abel Balbo che gioca poco, due solo presenze in campionato (Roma-Reggina 2-1, Roma-Lecce 1-0) ma con la sua grandissima esperienza è utilissimo alla causa. Lo scudetto conquistato dalla Roma è il coronamento di un percorso iniziato insieme al presidente Sensi: Abel Balbo è l’unico calciatore che c’è da sempre e merita ampiamente di essere annoverato tra i calciatori campioni d’Italia (gioca anche 2 partite di coppa Italia e 3 di coppa UEFA).
Con lo Scudetto sul petto, conquista anche la Supercoppa Italiana, la prima della storia della Roma, il 19 agosto allo stadio Olimpico alle 20:45 contro la Fiorentina.
La stagione 2001-2002 è l’ultima di Balbo come calciatore della Roma, gioca 1 partita in serie A (Bologna-Roma 1-3), 4 in coppa Italia, 2 in Uefa Champions League e 1 in Supercoppa.
Chiude la sua avventura in maglia giallorossa con 182 partite totali e 87 gol (149 in serie A con 78 gol; 16 in coppa Italia con 3 gol; 14 in coppa Uefa con 6 gol; 2 in Uefa Champions League; 1 Supercoppa).
Nella stagione 2002-2003 torna in Argentina e chiude la sua carriera agonistica nel Boca Juniors dove gioca 4 partite.
Con la maglia della nazionale argentina gioca 2 edizioni della Coppa America (1989 e 1995) e 3 campionati del mondo (1990-1994-1998).