Settembre 16, 2024

di Fabrizio Grassetti

Elvio BANCHERO è nato ad Alessandria il 28 aprile del 1904. L’attaccante-mezzala offensiva, proveniente dal Genova 1893, ha giocato nella Roma nelle stagioni 1932-33 e 1933-34, collezionando in totale 20 presenze e 3 gol in campionato. Negli anni 60-70 ha giocato nella Roma un altro calciatore con il nome di battesimo Elvio: Salvori nato nel 1944.

La Roma, accogliendo l’invito degli organizzatori, iniziò la stagione 1932-33 con un viaggio in Svizzera per l’inaugurazione del nuovo campo a Martigny, ridente cittadina del Vallese. In questo nuovo stadio, il 28.8.1932, incontrò in amichevole il Losanna-Sport, campione elvetico. Fu il primo match della stagione in vista del campionato. La squadra schierò i nuovi acquisti Pasolini, Dugoni, BANCHERO e Scaramelli. I giallorossi furono cavallereschi nei confronti degli ospitanti e si accontentarono di pareggiare 1-1. Questa trasferta segnò un momento importante nella storia della Società Capitolina. Per accompagnare la squadra, infatti, venne scelto Vincenzo Biancone, Consigliere e componente della Commissione Tecnica fin dalla fondazione dell’Associazione Sportiva Roma, per essere nato a Ginevra (il 12.1.1896) ed avere vissuto a lungo in Svizzera. Biancone, a distanza di molti anni, ha detto: “Accettando l’incarico, che doveva durare una quindicina di giorni, al massimo, ero ben lontano dall’immaginare che esso avrebbe deciso della mia vita”. Il Cavalier Vincenzo Biancone mantenne il ruolo di Direttore Sportivo-Direttore Generale per 45 anni, con brevi intervalli trascorsi nella Federazione Italiana Gioco Calcio. Secondo Sandro Ciotti “è stato forse l’uomo che più ha amato la Roma”.

Dopo la partita in Svizzera. la Roma proseguì il programma di preparazione disputando delle gare amichevoli contro il Como, a Genova contro l’Andrea Doria ed a Testaccio contro il Forlì. L’allenatore giallorosso Janos Baar Baar lo impiegò in tutte le tre partite. Il neo acquisto era ben conosciuto a livello nazionale, avendo messo in mostra notevoli doti nelle precedenti esperienze nell’Alessandria, dal 1921 al 1924 (44 presenze e 17 gol), nella Spal nella stagione 1924-25 (21 presenze e 5 gol), di nuovo nell’Alessandria dal 1925 al 1927 (103 presenze e 59 gol), vincendo la Coppa Coni 1927, nel Genova 1893 dal 1929 al 1932 (81 presenze e 42 gol. Per questi risultati recentemente è stato inserito nella Hall Of Fame rosso-blu). Ma l’innesto di Banchero, indicato come Banchero I per distinguerlo dal fratello più giovane Ettore anche lui calciatore, nell’attacco giallorosso mise in evidenza che il gioco del nuovo attaccante non si accordava con quello di Volk. Scrive il Saini che “Banchero aveva classe, era stato cinque volte nazionale; preferiva il posto centro-avanti, ma non era uno stoccatore. Giocava tenendo la palla a terra; gli piaceva non di servire gli altri, bensì di essere servito: Volk aveva bisogno di passaggi volanti ed era abituato a risolvere con le sue castagne le azioni preparata dai compagni. Non tardarono a crearsi tra i tifosi e fra gli stessi dirigenti, due partiti: uno favorevole a Banchero centro-attacco, l’altro favorevole a Volk. Chi avesse ragione lo disse, alla fine del campionato, la statistica dei cannonieri: risultò che Volk aveva segnato 13 gol, Banchero 2”. L’alessandrino, forte fisicamente soprannominato “L’uomo del fango” per il suo perfetto adattamento ai terreni pesanti, debuttò in giallorosso il 18.9.1932 alla prima giornata del campionato 1932-33, in Roma-Casale conclusa con la vittoria dei Lupi per 

2-0. A segnare la prima rete fu Banchero al 16° minuto del primo tempo, superando con una cannonata il portiere avversario Provera. Il secondo gol lo mise a segno il compagno di reparto Volk, con lui già in competizione per il ruolo che oggi si direbbe di prima punta. Per la cronaca i giallorossi scesero in campo con la seguente formazione Masetti, Mattei, Pasolini, Ferraris IV, Bernardini, Dugoni, Costantino, BANCHERO, Volk, Scaramelli, Chini. Dopo questa gara venne utilizzato altre 5 volte dal tecnico Baar: il 2.10.1932 in Roma-Triestina 4-0, con reti di Costantino, BANCHERO, Chini e Fasanelli, l’alessandrino segnò la sua seconda ed ultima rete stagionale. In altre 6 gare venne impiegato dall’ungherese Lajos Kovacs, subentrato alla guida della squadra dalla settima giornata. In totale le sue presenze in gare ufficiali furono 12 e le reti 2. 

La Roma concluse il campionato al 5° posto con 39 punti: Disputò 34 partite, di cui 14 vinte (da ricordare quella corsara contro il Napoli per 1-2, al termine di una partita combattuta e drammatica che vide Ferraris IV espulso nel I° tempo, e Bernardini seriamente infortunato, quella del derby di ritorno per 3-1 e quella a Testaccio per 7-1 contro il Torino), 11 pareggiate e 9 perse. Masetti fu presente in tutte le gare di campionato. Il capocannoniere giallorosso fu Costantino con 15 reti.

Oltre alle 34 gare di campionato i giallorossi giocarono 12 amichevoli, delle quali 4 all’estero (Banchero giocò a Martigny in Svizzera ed a Monaco di Baviera in Germania) per un totale di 50 partite.

Il dualismo con Volk si risolse nell’estate del 1933. “Sciabolone” passò al Pisa e Banchero restò alla Roma. Per quest’ultimo, nonostante l’arrivo alla guida dei Lupi del corregionale Luigi Barbesino, nato a Casale Monferrato in Provincia di Alessandria, non fu però un’annata positiva. Chiuso dagli italo-argentini Guaita e Scopelli, indiscutibili campioni come l’altro attaccante Costantino e dal bravo Tomasi, ebbe poco spazio e concluse il campionato con solo 8 presenze ed una rete. Scese in campo in Roma-Triestina 0-0, Padova-Roma 1-0, Roma-Alessandria 5-1 (dopo le reti di Costantino, Tomasi, Scopelli ed ancora Costantino, al 31° minuto del secondo tempo segnò la sua terza rete stagionale: l’ultima da romanista), Palermo-Roma 0-0, Roma-Torino 4-0, Roma-Brescia 2-1 Triestina-Roma 1-1 e Roma-Casale 1-0, con uno score di 5 vittorie, 3 pareggi e 1sconfitta. 

La Roma si classificò al 5° posto con 40 punti. Disputò 34 partite di campionato, di cui 16 vinte, 8 pareggiate e 10 perse. Segnò 56 gol (terzo attacco) e ne subì 32 (quarta difesa). Scopelli e Masetti furono i sempre presenti. Capocannoniere della squadra fu Guaita con 16 gol. Durante la stagione 19343-34 i giallorossi disputarono, oltre alle 34 gare di campionato, 5 amichevoli e 10 partite all’estero per un totale di 49 gare.

La stagione venne impreziosita dal “TRIONFALE VIAGGIO IN EUROPA. Dalla Jugoslava all’Olanda, dalla Germania alla Svizzera, i giallorossi diedero nel 1934 prove della loro classe, mentre gli Azzurri vincevano in bellezza i Campionati del Mondo. – Una vittoria fece epoca: Roma batte Olanda 5-1 ad Amsterdam”.

Elvio Banchero scese in campo il 9.5.1934 a Belgrado in S.K Jugoslavia-Roma 1-2 segnando il secondo gol giallorosso, il 13.5.1934 di nuovo a Belgrado in Beogradsky (campione jugoslavo)Roma 1-2 con reti di Scopelli e ancora BANCHERO, il 30.6.1934 a Kreuzligenin Germania in Kreuzlingen-Roma 0-2 con reti di Costantino e per la terza volta di BANCHERO ed il 2.7.1934 a Berna in Young Boys-Roma 0-3 con reti di Guaita, Scopelli ed autore di un difensore svizzero., subentrando nel secondo tempo a Scaramelli. Finalmente un rendimento in linea con il suo passato.

Banchero, ormai trentenne, al termine del biennio trascorso nella Roma, passò al Bari (dal 1934 al 1936, prima in serie B e poi in serie A 31 presenze e 9 gol), per indossare poi le maglie dell’Alessandria (in serie A nel 1936-37 13 presenze e 3 gol), del Parma (in serie C nel 1937-38 12 presenze e 2 gol) e del Savoia Marchetti (in serie C nel 1938-39 3 presenze senza gol). Con quest’ultima squadra ha terminato l’attività agonistica, che l’ha visto disputare 3 partite nella Nazionale Italiana maggiore e 2 in quella B. Ha poi intrapreso la carriera di allenatore. 

In tale veste ad agosto 1948 tornò a Roma per allenare le squadre giovanili giallorosse. Riferisce lo storico romanista Massimo Izzi che Elvio Banchero “Rimase sempre un appassionato romanista e il 17 giugno 1951 le cronache lo segnalarono sugli spalti dell’attuale Flaminio a sostenere la Roma nella drammatica sfida contro il Milan di Liedholm, nella quale i giallorossi si giocavano salvezza”.

I Lupi superarono il Milan, poi campione d’Italia per 2-1, ma nonostante la vittoria non evitarono la retrocessione, vincendo l’anno successivo il campionato di serie B.

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