Novembre 21, 2024

di Roberto Cerrone

Certo non è da tutti festeggiare il proprio compleanno il giorno dopo aver vinto lo scudetto. Succede a Vincenzo Montella, nato a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli il 18 giugno 1974, il papà è operaio nell’Alfa Sud, allora fiore all’occhiello dell’industria italiana, ora da quelle parti si fanno le Jeep.
Campione d’Italia, membro della nostra Hall of Fame, Vincenzo Montella, il nostro aeroplanino o Top Gun così ribattezzato da chi ha studiato le lingue, è rimasto nel cuore dei Romanisti nella sua lunga parentesi da giocatore ma anche in quella, breve di allenatore. Solo Lui, Bruno Conti, Guido Masetti, Luigi Brunella, Naim Krieziu ed Eusebio Di Francesco, possono fregiarsi del titolo di Campione d’Italia con la Roma e poi esserne stati anche allenatori.
Recordman di realizzazioni in un solo derby, ben 4 in Lazio Roma 1-5, con il ricovero di Nesta per mal di testa (fa pure rima…). Poi ha fatto anche una doppietta in un derby e anche un “single” e mettiamoci pure uno in coppa Italia per un totale di 8, quanti ne ha fatti Amadei. Insieme sono solo quinti nella classifica di migliori realizzatori in un derby, c’è infatti chi ha fatto meglio come Da Costa, Totti, Delvecchio e Volk. Vincenzo si forma calcisticamente nella laboriosa Empoli dove fa tutte le trafila dalle giovanili sino alla serie C, suo mentore è Luciano Spalletti prima come compagno di squadra e poi come allenatore.
Sta fermo oltre un anno per problemi fisici ma quando rientra è più forte di prima, lo vede e lo prende in prestito il Genoa con il quale esplode in serie B e si afferma anche in A la stagione successiva, questa volta con la maglia blucerchiata della Sampdoria. Il nostro mister Zeman lo adocchia e la Roma lo porta sotto al Cupolone nella stagione 1999-2000. Sulla panchina giallorossa, trova Fabio Capello, chiamato da Sensi per vincere. Se Montella era buono per il gioco di Zeman, lo diventa anche con quello di Capello, assai diverso. Con Capello ci saranno piccoli contrasti nell’anno dello scudetto per un impiego un po’ avaro da parte del tecnico friulano, che aveva in attacco anche Batistuta, Totti e Delvecchio e pure un Balbo a cornice. E pensare, che sia Vincenzo che Fabio Capello sono nati nello stesso giorno, con 28 anni di differenza, il 18 giugno, e chi aveva la maglia n° 18 l’anno magico? Batistuta, forse il motivo del parziale ostracismo di Don Fabio.
Il matrimonio, con noi come calciatore, finirà solo nel 2009, salva una parentesi londinese/genovese gennaio 2007 giugno 2008.
Con la nostra maglia sarà campione d’Italia, vincerà una super coppa italiana, gioca ma non la parte finale della Coppa Italia vinta nel 2007, parteciperà a 5 edizioni della CL e 4 della UL.
Nell’anno 2001 come dimenticare il suo gol al Milan o quello a Torino contro la Juventus che ci portò il pareggio del “quasi scudetto”.
Alla fine, i numeri sono: 192 gare e 83 gol in serie A, 19 e 8 in coppa Italia, 25 e 2 in CL, 21 e 7 in UL, 1 e 1 in super coppa italiana, per un totale di 258 presenze e 101 gol che lo relegano al ventiquattresimo posto tra i romanisti più presenti e al sesto tra i goleador. In campionato è al 5° posto nelle realizzazioni.
Possiamo aggiungere che, come tesserato As Roma, gioca 19 gare con 3 gol in maglia azzurra, laureandosi vicecampione d’Europa nel 2000, nella finale persa al golden gol.
Come abbiamo detto, nella stagione 2008-2009 torna a Roma e qui finisce, a 35 anni, la sua carriera da calciatore. Inizia subito quella di allenatore, che fa proprio con le giovanili della nostra “Cantera” vincendo subito qualcosa.
Il 21 febbraio 2011, dopo una disfatta a Genova (legame forte tra questa città e Montella), Claudio Ranieri, gran signore sempre, si dimette e al suo posto, un po’ a sorpresa, la Roma chiama Montella per chiudere al meglio la stagione. E qui inizia la sua carriera da allenatore professionista, subito da una grande squadra, come noi siamo. Da allenatore ci guida 13 volte in campionato con 7 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte che ci porteranno al 6° posto finale ma con la perla della vittoria nel derby per 2-0. Due le gare giocate in coppa Italia con un pareggio e una sconfitta, e una sconfitta nell’unica gara giocata in CL.
Al termine della stagione, chi si aspettava un rinnovo che sembrava quasi scontato, rimase deluso. Arrivò il già opzionato Luis Enrique, il primo scelto dalla proprietà statunitense.

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