Walter Sabatini: Ranieri ha ridato autostima ai suoi calciatori

Il direttore sportivo, Walter Sabatini è intervenuto in esclusiva all’interno della trasmissione sportiva Amore Giallorosso su T9 (canale 17).
Tanti sono stati gli argomenti trattati…
Claudio Ranieri, al momento della lettura della formazione, ha ricevuto un’ovazione bellissima da parte di tutto lo stadio. Quello che sta facendo il mister è qualcosa di straordinario, di unico…
“L’ovazione è doverosa anche perché pensare fino a qualche mese fa ad una Roma così bella, sarebbe stata una boutade… invece Ranieri, ha fatto un lavoro che ha portato ad una serie di risultati pazzeschi e anche al miglioramento della qualità sia del gioco che di alcuni giocatori. Sono veramente molto contento”
C’è chi parla di miracolo-Ranieri, ma forse bisognerebbe parlare più di capolavoro, perché quello che sta facendo questa Roma è frutto di lavoro, sudore e sacrificio.
“Il capolavoro prima di tutto lo ha fatto da un punto di vista psichico. Claudio Ranieri ha ridato immediatamente autostima, forza e coesione al gruppo: è un lavoro che vale su due fronti, quello tecnico-tattico e quello psicologico.
Aggiungo però, che quando un club ottiene tutti questi risultati in maniera così continuativa, non c’è solo il merito dell’allenatore che qui è indubbio, ed ha un nome e cognome Claudio Ranieri ma un merito, va anche al lavoro della società. Evidentemente, quando si vincono tutte queste partite, c’è sicuramente chi sta facendo bene il proprio lavoro e mi riferisco a Ghisolfi, un ragazzo che all’inizio è stato tenuto un pò ai margini, è stato oscurato, mentre adesso vedo che si concede interviste in lingua italiana e direi, che dimostra di aver capito molte cose di Roma”
Il lavoro di Ranieri è talmente straordinario che a questo punto, per sostituirlo bisognerebbe trovare un un clone. Ma penso sia impossibile…
“Ecco questo è quello che non va fatto. Andare a cercare un clone di Ranieri, sarebbe un errore strategico imperdonabile perché ognuno ha la sua vita e la sua storia; ognuno ha la propria psiche e i propri metodi.
Non si clonano le persone, mi sento di dire che Ranieri è unico, sia nel controllare il gruppo che nel mantenere alta la tensione, nonostante non sia un allenatore che stressa i suoi giocatori. Io non credo che la Roma debba andare su qualcuno che gli somigli perché sarebbe sbagliato”.
Questa è una squadra probabilmente sottostimata all’inizio anno, anche per alcune scelte che sono state fatte…
“Assolutamente si, perché le partite non si vincono se non hai i giocatori. Le partite le vinci solo se hai giocatori bravi”.
Probabilmente in questa rosa non ci sono tanti fuoriclasse, forse l’unico è Dybala ma ci sono dei giocatori bravi ed affidabili. Lei crede che questa Roma, sia da affidare per una potenziale crescita, più ad un allenatore giovane intorno al quale si possa costruire un progetto magari di due o tre anni, oppure ad un allenatore di esperienza?
“Io credo che se il tecnico di esperienza si chiama Claudio Ranieri, siamo tutti d’accordo nell’affidargli questa squadra, o almeno io sono d’accordo… per qualsiasi altro tecnico di esperienza direi che è un esperimento da non fare.
La Roma ha una bella rosa, anche discretamente profonda con dei giocatori che sono migliorati moltissimo nei mesi e sono andati anche oltre le più ottimistiche previsioni.
C’è gente che si sta risvegliando da un inizio un po’ tardivo come Soulé che è un talento e che come tale, la Roma lo deve coccolare, corteggiare, perché questi ragazzi vanno trattati in maniera un po’ diversa.
Sono fiducioso, anche il centrocampo è molto forte, Pisilli crescerà ancora ma già così è un giocatore importante. Koné è un altro calciatore sempre competitivo, quindi io da tifoso della Roma sono tranquillo e non mi preoccupo. Certamente però la scelta dell’allenatore, peserà su questo non ci sono dubbi”
Da una parte abbiamo l’incognita allenatore ma dall’altra abbiamo trovato la sicurezza di un portiere come Svilar.
“Svilar è un campione e lo dico senza reticenza. Lui para tutto quello che un portiere deve parare; ha una personalità fortissima, è davvero un giocatore splendido. Ecco tra i meriti dell’allenatore c’è anche questo. È vero che lui l’ha trovato che era già titolare, ma Claudio gli ha dato un ulteriore fiducia e così la Roma si ritrova oggi, ad avere il miglior portiere del campionato italiano. È un campione in campo e anche nei comportamenti, è carismatico, sereno e questo lo trasmette alla squadra”.
La piazza freme per il rinnovo di Svilar, nonostante ci sia un contratto ancora lungo che scade soltanto nel 2027. Ranieri cerca di frenare questo continuo parlare, per far lavorare sempre con serenità il ragazzo.
“E ha ragione Ranieri anche perchè Svilar ha un contratto ancora per l’anno prossimo e quindi non vedo dove siano i problemi. Del resto una volta, i contratti scadevano ogni anno, sempre il 30 giugno… è chiaro che questo non può essere il caso di Svilar perché è un patrimonio rilevante e non bisogna arrivare alla scadenza ma c’è ancora tempo.
Poi la Roma, a tempo debito dovrà intervenire, allungando il contratto e probabilmente anche adeguandolo perché è un giocatore che vale soldi e nessuno si può permettere di buttarli dalla finestra”.
Direttore, una curiosità, ma lei ha giocato mai contro Ranieri da avversario diretto?
“Sì mi sembra una volta a Catanzaro. Era un marcatore infernale, spietato; sempre molto attento e determinato. Non era un poeta del calcio ma un difensore vero!”
Il poeta del calcio era lei… a distanza di anni, ad oggi come si definirebbe da calciatore?
“Io ero un giocatore che faceva finte e contro finte, mi piaceva ubriacare gli avversari ma molto spesso, succedeva che mi ubriacavo da solo. Mi definirei un grande giocatore che non capiva il calcio!”
Volevo conoscere un suo giudizio su Dovbyk.
“Dovbyk è un giocatore che senza ombra di dubbio ha delle risorse sia fisiche che tecniche ma deve rilassarsi un pò nei sedici metri, arrivare un po’ più sereno sui palloni e trovare con un pò più di continuità la porta. Però è un ragazzo che la pagnotta la porta sempre a casa, combatte, lavora; deve affinarsi un pò, perché il primo controllo spesso non è quello giusto, però arriva su tanti palloni, combatte ed è un giocatore che migliorerà. Ha bisogno però di un po’ di tregua, non deve sentirsi ogni domenica il fiato sul collo da parte di tutti perché comunque ridendo e scherzando, Dovbyk ha fatto gli stessi gol di tanti calciatori che oggi vengono celebrati in Italia. C’è chi ha segnato 12 gol e in passato è stato celebrato come capocannoniere ma anche Dovbyk ne ha segnati altrettanti e non mi sembra una brutta media”.
Una curiosità su modo di lavorare che viene usato oggi dagli operatori di meracto. Si va sempre più verso un mondo virtuale, i calciatori si vedono attraverso Internet mentre prima si andava in giro per i vari campi, si vedevano correre sul prato.
“Prima di tutto, i giocatori vanno visti; poi, puoi vederli dal campo o anche in televisione, va bene lo stesso. Certo cambia qualcosa, però ti dico che anche vederli in televisione ti può dare la possibilità di vederne cento o centocinquanta a settimana mentre sul campo ne vedi tre. E se devi andare in fretta come ho sempre fatto io, devi attivare anche i canali internet, gli scout e tutto quello che serve”
E a volte quando si fa mercato, bisogna anche andare a prendere calciatori per lanciare un messaggio. Proprio come era accaduto con Iturbe quando bisognava battere la concorrenza della Juventus e far capire che la società più forte sul mercato era proprio la Roma.
“Iturbe era l’unico che non andava scoperto, aveva fatto 15 gol nel Verona ed era arrivato a furor di popolo. Era un giocatore forte che purtroppo è stato condizionato da un infortunio maturato in fretta nella partita di Torino contro la Juventus dove tra l’altro, fece un grandissimo gol. Poi purtoppo, non ha ritrovato più quella condizione che ci serviva. Però non sono per niente pentito dall’aver preso Iturbe, perché era un ragazzo generoso, forte che non ha fatto bene nella Roma ma può capitare”
Facciamo un gioco. Senza fare nomi di calciatori, se lei dovesse intervenire a fine stagione sulla rosa della Roma dove andrebbe a mettere mano per migliorare la squadra, in quale reparto?
“Io ho sempre pensato, avendoci ragione tra l’altro, che le grandi squadre passano per un centrocampo forte. Quindi un’integrazione la farei lì ma non tanto per bocciare qualcuno, quanto per incrementare qualitativamente il numero nella rosa del centrocampo.
In difesa ci sono Mancini che mi piace molto, lo considero un giocatore decisamente affidabile e Ndicka che credo sia il calciatore più utilizzato della serie A e aggiungo che non ha sbagliato nemmeno una partita.
In porta c’è Svilar del quale abbiamo già parlato, quindi credo che la Roma debba ripartire da loro e ci aggiungo anche Soulé. Insomma vedo per la Roma un grande futuro; poi molto dipenderà anche da come si sistemeranno le cose per quanto riguarda l’allenatore, chi arriverà, con quali motivazioni e quali saranno le caratteristiche della nuova squadra”