Rodolfo Volk
di Roberto Cerrone
Rodolfo Volk, nato il 14 gennaio 1906 a Fiume la città che si affaccia sull’Adriatico, in quel tempo sotto l’amministrazione dell’Impero Austro Ungarico. Nel 1918, dopo la caduta dell’Impero, Volk si ritrovò ad essere italiano non solo come definito da Dante Alighieri che poneva i confini dell’Italianità al golfo del Quarnaro ma anche come cittadino.
Volk ha un gran fisico, alto, potente, dal tiro forte e dal coraggio indomito, tutto per essere un grande centravanti. Su di Lui esiste un libro che ne esplicita l’incredibile storia, “Sciabbolone” di Giorgio Di Giuseppe che non è solo la storia di Volk ma di tutto il calcio (e sport) Fiumano che ha dato tanti campioni.
A Fiume c’erano due squadre che andavano per la maggiore, il Gloria Fiume e l’Olympia. Poi, nella politica del regime fascista, si volle che le diversità si unissero per creare compagini più competitive. Successe a Roma a Napoli a Firenze a Verona, un po’ ovunque e accadde anche a Fiume, dove si dette vita alla Fiumana. Intanto il nostro Volk va a fare il servizio militare a Firenze e trova posto nella nascente Fiorentina, sotto falso nome. Finito il servizio, Rodolfo torna a Fiume e di diritto comincia a giocare e segnare nella Fiumana dove fa coppia con Mihalic.
Le sue gesta arrivano alle orecchie di Vincenzo Biancone che va a Fiume per prendere entrambi ma si deve accontentare del solo Volk, ma va benissimo.
Volk arriva alla Roma insieme a Fulvio Bernardini, è la stagione 1928-29, seconda del campionato di divisione nazionale, quello in due gironi e Volk segna subito 25 reti.
Subito i tifosi lo chiamano Sciabbolone o anche Sigfrido, per la sua forza d’urto.
Inizia la serie A, come la conosciamo fino ad oggi e Volk realizza un insieme di pietre miliari della nostra storia.
Segna il primo gol Romanista in serie A (Alessandria-Roma 3 a 1), segna la prima tripletta (Roma-Cremonese 9 a 0), segna il primo gol a Testaccio (Roma-Brescia 2 a 1), segna il primo gol in un derby Lazio Roma 0 a 1 e lo farà, record dei record, anche esteri, per 7 derby (6 di campionato e 1 amichevole) consecutivi con 5 vittorie e 2 pareggi. Alla fine, saranno 7 in campionato e 2 in amichevole i gol segnati ai cugini, considerate che Piola arrivò, in più anni, a 6 più 1.
Una nota a margine, il primo gol di un laziale in un derby lo farà un certo Pastore, che poi giocherà anche con noi e avrà una certa carriera da attore cinematografico (tra i suoi film Vacanze Romane, Barabba e signori si nasce con Totò).
Volk sarà anche il nostro primo vincitore della classifica marcatori della serie A, dopo di Lui Guaita, Da Costa, Manfredini, Pruzzo 3 volte, Totti e Dzeko.
La Roma fa 5 a 0 alla Juventus a Testaccio, e Volk fa il secondo gol meritandosi la strofa…” Vorche è un mago pe’ segnà”. Il 7 luglio 1931 la Roma conosce la sua prima gara ufficiale in Europa per la coppa dell’Europa Centrale. Si gioca a Praga, si pareggia 1 a 1 e il gol è di Sciabbolone.
La stagione 1932-33, sarà la sua meno brillante in maglia giallorossa, pur segnando 12 volte. La sua ultima gara sarà Roma Ambrosiana 0 a 1 che, per uno scherzo del destino lo vede giocare con il cognome italianizzato, Folchi, contro una squadra che da Internazionale era diventata Ambrosiana.
Nell’estate 1933 arriva Guaita e Rodolfo scende in serie C nel Pisa insieme ad altri ex compagni di Testaccio come D’Aquino, Fasanelli e Lombardo. Con così tanta abbondanza il Pisa conquista la B, Volk fa 16 gol, saluta tutti e a soli 28 anni torna nella sua natia Fiume, prima passando per la Triestina, ultima e seconda sua squadra in A con un solo gol, qui giocherà con un giovane Nereo Rocco ma mai contro la Roma.
La sua ultima stagione con la Fiumana sarà quella 1941-42 in serie B, smette a 36 anni.
Volk a fine carriera Romanista ha giocato 157 gare con 103 gol tra serie A e campionato divisione nazionale, 4 presenze e 3 gol in coppa Europa Centrale per un totale di 161 gare e 106 gol con una media di 0,658 gol a partita, la più alta tra tutti i goleador Romanisti.
Smette come calciatore e qui entra il suo rapporto con l’Agip e con l’Eni. Infatti, si impiega nella raffineria Fiumana della Romsa di proprietà dell’Agip e naturalmente gioca nella squadra aziendale nei tornei di pari livello. Una sua maglia è gelosamente custodita presso il museo Giuliano Dalmata di Roma.
La fine della guerra comporta un esodo di massa e, benché il suo cognome e la sua fama lo tutelassero, anche Volk conobbe l’esodo, i campi profughi e la mancanza di lavoro. La storia, riportata con grande supporto di documenti del tempo dal libro di Giorgio Di Giuseppe, fanno sì che Volk abbia un piccolo aiuto economico dall’Eni e con questo possa tornare a Roma, insieme alla moglie, dove, siamo nel 1956, trova lavoro al Coni, nella sede attaccata allo stadio Olimpico e starà lì, fino alla pensione, ai primi anni 60’.
Una malattia invalidante fa sì che viene ricoverato in un centro a Nemi dove ebbe la visita di Dino Viola, morirà il 2 ottobre 1983 da campione d’Italia anche Lui, la sua storia nella Roma lo pone in alto.