Dicembre 14, 2024

Angelo Benedicto Sormani, nato il 3 luglio 1939 a Jau, una cittadina collinare non vicina al mare, dello stato di San Paolo in Brasile, è un Paulista, diverso da essere Carioca che sono i nativi dalle parti di Rio de Janeiro. È anche di chiare origini Italiane, e questo gli permetterà di avere il nostro passaporto e di giocare nella nostra nazionale.
Cresce e gioca nel Santos di Pelè, tanto da meritarsi il nome di Pelè bianco, sicuramente esagerato ma a quei tempi fare marketing era più semplice, era per sentito dire oppure attraverso esibizioni in Europa, dove lo vedono i dirigenti del Mantova che lo portano in Italia nella stagione 1961-62. Il Mantova, appena promosso per la sua prima volta in serie A, era allenato da Fabbri (quello che poi sarà il mister azzurro di Italia Corea).
Sormani fa due stagioni molto buone con un’alta media di realizzazione, conquista la nazionale e fa anche gol al suo Brasile in una gara amichevole, ponendosi all’attenzione dei club più rinomati, tra questi la Roma di Marini Dettina che l’acquista per una cifra considerata esagerata 500 milioni. Da qui il soprannome di mister mezzo miliardo. Allora la Roma, come le altre, non era una società spa, né tantomeno quotata in borsa, come si raggiunse quella cifra è difficile da sapersi, molti dicono che il presidente cacciò soldi di tasca sua, altri parlarono di scambi e prestiti, oppure di calciatori parcheggiati come Schnellinger. Fatto sta che l’anno dopo ci fu il Sistina e non inteso come teatro.
Sormani iniziò bene la stagione, esordì in coppa Italia nella vittoriosa trasferta di Potenza, una coppa che alla fine vinceremo giocando la finale nella stagione successiva e che appartiene anche a lui, con le 3 presenze e nessun gol nella competizione. In campionato fa subito gol nella vittoriosa trasferta di Bari. Per rivederlo in gol ci vuole la festa dell’Immacolata dell’8 dicembre, 2-0 al Modena, dopo tre mesi. Alla fine, farà solo 6 gol in serie A, l’ultimo nel 4-4 della gara finale stagionale contro il Catania, allora di Ciccio Cordova. Gli altri gol sono una doppietta alla Sampdoria e un gol alla Juventus. Per un totale di 25 gare e 6 gol in serie A, 3 presenze senza reti in coppa Italia, 3 gettoni e 1 gol (al Colonia) in coppa delle Fiere. Da Romanista ha indossato una volta la maglia della nazionale, sconfitta per 2-0 in Unione Sovietica. L’anno dopo fa le valige per Genova, sponda Sampdoria, a quelli a cui aveva fatto una doppietta in campionato, a proposito di marketing di quei tempi. Poca fortuna a Genova ma poi tanta nella sponda Milanista di Milano dove trova Nereo Rocco che lo affianca a Pierino Prati e a Gianni Rivera. Qui vince tutto quello che è possibile per un calciatore, la coppa dei campioni con un suo gol in aggiunta alla tripletta di Pierino Prati nella finale di Madrid contro l’Ajax e poi segna una doppietta nella partita di andata della Intercontinentale con l’Estudiantes de la Plata. Ha vinto anche la Coppa delle coppe e un campionato italiano, oltre a 2 coppe Italia. Finirà la carriera di calciatore nel Lanerossi Vicenza dopo un passaggio a Firenze e al Napoli, realizzando 101 gol in serie A. 
Per lui, inizia subito la carriera da allenatore e lo ritroveremo come secondo o, se preferite, allenatore ed Eriksson DT ma il manico è comunque lo Svedese. Stagione bellissima quella 1985-86 infrantasi sul Lecce e che portò la vittoria della coppa Italia, meno buona la successiva dove il tecnico scandinavo viene esonerato e Sormani rimane da solo al timone, portando la squadra in porto con 2 sconfitte. In seguito, tornerà affiancando Nils Liedholm quando il Barone viene richiamato al capezzale della malata Roma.
Roma città, gli rimane dentro e, ancora adesso, ci vive, dalle parti del palazzo Eni, al laghetto dell’Eur lo si può incontrare facilmente.

Auguri mister mezzo miliardo

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