Novembre 12, 2024

3 maggio 1953

di Roberto Cerrone

Emanuele Curcio nato il 3 maggio 1953 a Sant’Angelo di Brolo, alle porte di Messina. Calcisticamente cresce nel Messina come un’ala tipica di quei tempi, di poca altezza, 1,68 metri (un centimetro meno di me) e di poco peso, 66 kg. (anche qui sono in vantaggio ma non di poco, ahimè).

La maglia del Messina ha i nostri stessi colori e Lui, nel 1974, vince il campionato di serie D riportando i peloritani nella serie C.

Viene segnalato a Liedholm nella stagione che sarà celebrata in un libro, l’anno d’oro della Roma, con meravigliose foto di Roberto Tedeschi e Alfredo Marchegiani.

Emanuele esordisce in un pirotecnico Roma Pescara 4 a 3 di coppa Italia giocato all’Olimpico il 28 agosto 1974 ed è in campo anche alla prima giornata di campionato quando subentra a Spadoni nella trasferta di Torino, sponda granata, persa 1 a 0. L’inizio del campionato 1974-75 non è dei migliori ma il vento cambia dopo la vittoria nel derby del primo dicembre vinto con un gol di Picchio De Sisti. In questo periodo Emanuele si ritaglia alcuni spezzoni di partita e quando è titolare per tutti i 90 minuti eccolo segnare una doppietta nella trasferta di Vicenza vinta per 2 a 0, è la nostra quinta vittoria consecutiva. La fortuna non l’accompagna perché quel giorno c’è uno sciopero Rai e le immagini dei suoi gol, narrati come belli, non arrivano sul piccolo schermo togliendo quella gioia alla nostra memoria. Non so se in tempi recenti si sia recuperato qualcosa, se ne siete a conoscenza fatemelo sapere.

In quella stagione la Roma non segnerà molto, anche se Pierino Prati ne fa 14, ma è la migliore difesa e il Barone alterna uomini e moduli di gioco tutti atti a far funzionare la sua ragnatela, gioca con 3 punte come con una sola (Prati c’è sempre), Negrisolo spesso è tornante di fascia, altre volte terzino al posto di Peccenini. Cordova, Morini e De Sisti sono i titolari in mezzo a campo ma si affaccia spesso, a giocare, Di Bartolomei. Ecco, se non c’era quella maledetta lenta partenza, chissà alla fine dove arrivavamo visto che la vetta, alla fine fu solo distante di 4 punti.

Curcio non gioca molto neanche nelle 10 partite disputate in Coppa Italia, ne fa solo 3 e senza gol. In pratica viene a ripetere le esperienze poco fortunate di giocatori dalle sue stesse caratteristiche che negli anni precedenti hanno indossato la nostra maglia e mi riferiscono a Sanseverino, Pellizzaro e La Rosa.

L’ultima sua partita da Romanista la gioca nel pareggio interno 2 a 2 con la Fiorentina in Coppa Italia il 22 giugno, mentre la sua ultima partita in serie A, questa in assoluto, la gioca proprio contro il Lanerossi Vicenza nella nostra vittoriosa gara per 1 a 0 all’Olimpico del 27 aprile 1975.

A fine stagione la Roma lo cede all’Alessandria e da qui subito, nell’allora sessione autunnale di compra vendita, al Cosenza in C e poi in altre squadre Siciliane ma sempre nella terza serie.

Nel 1981 gioca la sua ultima gara con il Trapani a soli 28 anni e diventa un istruttore di ginnastica artistica. 

Auguri sinceri, ha giocato e segnato nella massima serie e lo ha fatto con solo la nostra maglia in una stagione per molti versi celebrata in una squadra di giocatori forti allenati da un grande come Liedholm.

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