Dicembre 14, 2024

di Fabrizio Grassetti del Centro Studi UTR sulla Storia della Roma

Giampaolo Menichelli, nato a Roma il 29.6.1938. 
Dopo avere iniziato a giocare nella Parrocchia San Giuseppe, al quartiere Trionfale e con i ragazzi del Clodia e del Flaminio, venne tesserato dalla Roma ed inserito nel settore giovanile, affidato alle abili cure del grande Guido Masetti. Nella Roma A (la prima squadra ragazzi), con Bolognesi, che lo aveva allenato nella squadretta del Flaminio, e Masetti, vinse prima il campionato romano e poi il titolo regionale. All’inizio del 1957 cominciò a disputare qualche gara nel campionato riserve e a gennaio del 1958 giocò con la prima squadra in una partita amichevole contro la Nazionale militare in procinto di partire per i mondiali militari in Egitto.  
Fece poi il suo esordio in serie A con i giallorossi, non ancora ventenne, il 9.2.1958 all’Appiani di Padova, schierato nella formazione romana nel suo ruolo naturale di ala sinistra in un attacco composto da Secchi, Cavazzuti, Da Costa, Lojodice e MENICHELLI. A lanciarlo nella mischia fu l’allenatore Gunnar Nordahl che, alla dodicesima giornata di campionato, aveva sostituito il tecnico inglese Alec Stock. Il Mister, come carrista, aveva servito in guerra l’Inghilterra, rimanendo ferito in Normandia.
Menichelli venne confermato anche nella successiva partita che vide la Roma allo Stadio Olimpico superare il Torino per 2-0 grazie ad una doppietta dI Dino Da Costa. Ghiggia ed Orlando presero il posto di Secchi e Cavazzuti; con tutto il rispetto per questi ultimi, la differenza fu notevole.
Dopo queste prime esperienze “Menico” – così era chiamato dai tifosi- venne dato in prestito, come si diceva allora per farsi le ossa, prima alla Sambenedettese (27 presenze e 6 reti in serie B e poi al Parma (37 presenze e 8 reti in serie B ).
Tornato a Roma nella stagione 1960-1961 vinse la Coppa delle Fiere, unico trionfo di una squadra italiana nella storia della competizione, disputando anche entrambe le partite di finale contro il Birmingham, che si svolsero il 27 settembre e l’11 ottobre del 1961. Nella prestigiosa competizione internazionale, seconda per importanza solo alla Coppa dei Campioni, il nostro Giampaolo scese in campo in 8 partite su 10, segnando 2 gol: uno ai belgi dell’Union Saint Gilloise e l’altro agli scozzesi dell’Hibernian.
In campionato la sua prima rete giallorossa la realizzò ad Udine. Le altre due le mise a segno contro il Torino e contro la Fiorentina. Con quest’ultimo gol la Roma vinse a Firenze dopo diversi anni.
Per completare il quadro statistico ricordiamo che nella stagione in esame, oltre alle partite in Coppa delle Fiere, Menichelli giocò 19 partite in campionato e 2 in Coppa Italia, segnando in questa ultima competizione ancora una volta una rete ai viola.  
Curriculum del tutto soddisfacente considerato che gli attaccanti della Roma erano di statura internazionale: Ghiggia, Lojacono, Manfredini, Orlando, Schiaffino (indicato come attaccante ma in verità centrocampista) e Selmosson. 
La Roma, finita quinta per una serie di disavventure di diversi generi, poteva schierare una prima linea davvero “mostruosa “.
Menichelli era dotato di uno scatto irresistibile, di una corsa lunga e costante, spesso conclusa con invitanti cross per i compagni o con forti tiri in porta, e di una resistenza fisica eccezionale. Con la sua velocità, accompagnata dalle grida “vai Menico” gridato dai tifosi sugli spalti, ed i suoi secchi dribbling superava con facilità anche i più arcigni difensori. Le caratteristiche illustrate erano dovute, oltre alle sue doti naturali, anche dall’avere praticato atletica leggera, La sua, peraltro, era una famiglia di sportivi ed il fratello Franco, dopo avere vinto alle Olimpiadi di Roma del 1960 la medaglia di bronzo al corpo libero, conquistò l’oro olimpico nel 1964 a Tokio.
Nella stagione 1961-1962 Giampaolo, chiamato dagli amici Giampiero Menichelli, nella Roma che si classificò al quinto posto con il secondo migliore attacco della serie A (61 reti), si affermò definitivamente giocando tutte le 34 partite di campionato, segnando 5 reti, e tutte le 2 della Coppa delle Fiere. Nella Coppa dell’Amicizia scese in campo solo nella semifinale, dopo essere tornato dai mondiali cileni.
Il 5.5.1962 esordì nella Nazionale maggiore a Firenze in Italia-Francia 2-1. Questa la formazione italiana: Buffon, Losi, Radice, Salvadore, Maldini, Marchesi, Mora, Maschio, Altafini Sivori, MENICHELLI. Il romanista venne riconfermato nella gara successiva, svoltasi al poi tristemente noto stadio Heisel, in Belgio-Italia finita con la vittoria corsara degli azzurri per 3-1. Menico siglò la prima rete italiana ed Altafini, dopo il pareggio del campione belga Van Himst, realizzò una doppietta.
Negli sfortunati mondiali in Cile, falsati dallo scandaloso arbitraggio dell’inglese Aston, che permise ai calciatori del Cile, padroni di casa, di macchiarsi di ogni scorrettezza nei confronti degli italiani, colpiti proditoriamente con violenza anche non in azioni di gioco, Menichelli disputò 2 gare su 3. La sua carriera azzurra si concluse con 9 partite, delle quali 7 da tesserato della Roma.
Nella stagione 1962-1963 la Roma si piazzò in campionato ancora al quinto posto. Realizzò 57 gol, uno in più dell’Inter campione d’Italia. Menichelli ne mise a segno 6, uno in Roma-Napoli 3-0, due in Roma-Mantova 7-1, ancora uno in Roma-Catania 5-1, Roma-Palermo 2-0, Roma-Inter 3-0 e Venezia-Roma 1-1.
In Coppa delle Fiere le reti da lui segnate furono due nelle 5 partite giocate. In Coppa Italia una nell’unica partita giocata.
A causa della crisi economica nella quale versava, la Roma fu costretta a cedere il calciatore alla Juventus, che versò nelle esangui casse giallorosse lo somma di 160 milioni, che fu vitale per il proseguimento dell’attività del Club, e così i tifosi romanisti vennero privati delle entusiasmanti volate di Menico.  
La carriera romanista di Menichelli, sintetizzata nei numeri recita: presenze complessive nelle competizioni ufficiali 101, reti segnate 20. Passaggi decisivi innumerevoli.
Menichelli rimase nella Juventus per 6 anni, per giocare poi 1 anno nel Brescia ed 1 nel Cagliari.
In carriera ha totalizzato 261 presenze e 60 reti in serie A e 64 presenze e 14 reti in serie B.
Freddo all’apparenza Menichelli, dal carattere che lo portava spesso ad andare controcorrente, ha conservato sempre nel cuore l’amore per Roma e per la sua squadra.
Il racconto riportato dagli storici della Roma Massimo Germani e Massimo Izzi, in un bell’articolo pubblicato da Il Romanista il giorno 8.2.2018, è emblematico della sua personalità e dei suoi sentimenti. “…era la fine degli anni sessanta, e il sodalizio bianconero assomigliava a una caserma, tutti quanti coperti ed allineati, e sempre con il fiato di Umberto e Gianni Agnelli sul collo. Beh, in questo clima la Roma, il 5 novembre 1967, venne a vincere a Torino contro i bianconeri e prese la testa della classifica. Menichelli era in campo con la maglia a strisce bianco-nere, ma alla fine della partita, quando gli venne chiesto che cosa pensava della Roma, rispose con una spontaneità disarmante. È L’ANNATA SUA, ERA ORA.

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