I nostri Campioni: Jair da Costa

“Capoccetta”
Nato a Santo André il 9 luglio 1940, inizia a giocare a pallone nel campionato professionistico brasiliano con la Potuguesa: le sue gesta, accompagnate da una grande velocità non passano inosservate e su di lui, iniziano a mettere gli occhi i dirigenti delle più importanti squadre europee.
Tra queste, ci sono anche due italiane, l’Inter e il Milan. Sono i nerazzurri, nell’estate del 1962 a raggiungere l’accordo con il campione brasiliano ma il suo arrivo in Italia, è ritardato di qualche mese perché il regolamento dell’epoca, prevede che le società possono tesserare due soli calciatori stranieri e in rosa ci sono già, lo spagnolo Luis Suárez e l’inglese Hitchens.
In autunno, la squadra di Helenio Herrera, detto il “Mago” cede il calciatore britannico e Jair diventa a tutti gli effetti un calciatore nerazzurro.
Le sue prime cinque stagioni con la maglia dell’Inter, sono impressionanti sia a livello individuale che di squadra: vince 3 Scudetti (1962-1963, 1964-1965, 1965-1966), 2 Coppa dei Campioni (1963-1964, 1964-1965) e 2 Coppa Intercontinentale (1964, 1965).
Gioca 156 partite e segna 50 gol.
Nell’estate del 1967 la Roma con una grande intuizione di mercato, riesce ad assicurarsi, in prestito secco per una stagione le prestazioni sportive di Jair da Costa.
Il soprannome che gli è stato assegnato nei suoi anni nerazzurri è quello di “Freccia Nera” in virtù della sua incredibile velocità ma quando arriva a Roma, si imbatte nella goliardia della gente giallorossa.
La forma della sua testa è piccolina e per tutti diventa “Capoccetta”.
Come allenatore, sulla panchina della Roma, trova Oronzo Pugliese. L’esordio in maglia giallorossa, avviene il 3 settembre 1967 allo stadio Comunale di Firenze. Si gioca alle 21:00 Fiorentina-Roma, partita valida per il primo turno di Coppa Italia. Vince la squadra viola per 4-1.
La formazione è la seguente: Ginulfi, Carpenetti, Cappelli, Cordova, Ferrari, Losi, Scaratti, Pelagalli, Jair, Capello, Peirò.
La prima ufficiale in serie A di Jair con la Roma, coincide anche con il suo primo gol in maglia giallorossa: domenica 15 ottobre 1967 alle ore 15:00 si gioca allo stadio Olimpico Roma-Fiorentina, partita valida per la quarta giornata del massimo campionato. Per uno strano scherzo del destino quindi, in entrambe le gare, l’avversaria è sempre la Fiorentina.
Oronzo Pugliese, schiera la seguente formazione: Pizzaballa, Robotti, Cappelli, Carpenetti, Losi, Scaratti, Jair, Pelagalli, Taccola, Capello, Peirò.
Dopo 9’ la Fiorentina passa in vantaggio con il gol dell’ex Giancarlo De Sisti ma nella ripresa la Roma riesce a ribaltare la partita. Al 60’ il pallone ristagna all’interno dell’area di rigore, su un pallone che sembra ormai innocuo, si avventa il brasiliano che realizza così il gol del pareggio 1-1. La Roma, sospinta dai suoi tifosi, prende in mano la sfida e al 69’ mette a segno con Peirò il gol del 2-1 che vale la vittoria.
Una partita importante che non possiamo tralasciare è quella che si gioca il 5 novembre 1967 a Torino allo stadio Comunale alle ore 14:30 contro la Juventus.
La Roma è inaspettatamente la capolista del campionato e affronta la squadra bianconera tra l’entusiasmo di una città che inizia a sognare. Per crescere in maniera definitiva però, c’è bisogna di una bella prestazione ma soprattutto, se possibile, anche di una vittoria.
Oronzo Pugliese schiera la seguente formazione:
Ginulfi, Cappelli, Robotti, Carpenetti, Ferrari, Losi, Jair, Pelagalli, Taccola, Capello, Peirò.
La Roma gioca una partita attenta, si difende ma con la grandissima rapidità di Jair spesso mette in seria difficoltà la Juventus. Abbiamo già parlato delle grandi capacità di corsa del brasiliano ma quello che fa in occasione di questa partita è davvero impressionante. Nella ripresa, al 77’ neanche a farlo apposta è proprio Jair che mette Taccola nelle condizioni di offrire a Capello il pallone del vantaggio 1-0 che vale la vittoria della Roma.
Tanti sono i tifosi giallorossi che festeggiano a Torino ma ancora di più, sono quelli che aspettano la squadra alla stazione Termini per festeggiare insieme ai propri idoli una domenica da ricordare a lungo.
Domenica 18 febbraio 1968 la Roma affronta allo stadio Olimpico alle ore 15:00 la Sampdoria per la ventesima giornata di campionato.
La partita termina 1-1 ma per una volta, purtroppo non parliamo di tecnica ma di cronaca. Il terzino Dordoni, ha provocato per tutta la partita il campione brasiliano e all’ultimo minuto, dopo l’ennesimo fallo, che finalmente gli è costato il giallo, è andato a muso duro a urlare una bruttissima frase razzista a Djair che ha letteralmente perso la testa e ha reagito scagliandosi contro l’avversario. Entrambi i giocatori sono stati espulsi dal direttore di gara ma per due o tre minuti, il campo di calcio si è trasformato in far-west. Compagni di squadra, staff, e anche qualche avversario, hanno tentato di calmare “Capoccetta” che in realtà ha sempre avuto atteggiamenti corretti e propositivi, come dichiarato al termine della partita dal suo allenatore Oronzo Pugliese:
“Jair è stato insultato con parole dure, è un ragazzo sensibile e non è più riuscito a trattenersi… non sono questi, episodi simpatici. Jair in campo è sempre tra gli atleti maggiormente perseguitati dagli avversari”
Tornando al rettangolo verde, raccontiamo anche il secondo e ultimo gol in campionato il 24 marzo 1968 allo stadio Amsicora nella partita che si gioca alle 15:00 contro il Cagliari di Gigi Riva.
Il mister Oronzo Pugliese schiera la seguente formazione: Pizzaballa, Robotti, Cappelli, Scaratti Carpenetti, Losi, Jair, Pelagalli, Taccola, Cordova, Enzo.
La Roma, in vantaggio al 12’ grazie al gol di Taccola, viene raggiunta al 75’ da Boninsegna e tutto lascia pensare, ad una partita che possa chiudersi sul risultato di parità. Non è così perché proprio all’ultimo minuto di gioco, Cordova vede Jair e lo serve con un lungo ma preciso lancio, il campione brasiliano è spalle alla porta, ma si inventa, da posizione impossibile, una spettacolare conclusione volante che regala la vittoria 2-1 alla Roma.
Prima di terminare la sua avventura con la squadra giallorossa, Jair mette a segno un’altra rete che viene considerata “ufficiale” in occasione della partita di Coppa delle Alpi che si gioca il 18 giugno alle ore 21:00 allo Jakob Stadion contro il Basilea.
È questa, anche l’ultima partita con la maglia della Roma: in panchina, non c’è più Oronzo Pugliese, al suo posto per questa trasferta siede Maserati: si gioca davanti a 8.000 tifosi svizzeri.
Il primo tempo è dominato dalla squadra di casa che segna due gol e sembra lanciata verso una facile vittoria ma fortunatamente non è così perché nella Roma c’è chi come il Capitano Giacomo Losi e “Capoccetta” Jair suonano la carica e non si arrendono.
Il brasiliano è scatenato, entra in tutte le azioni sia quelle offensive che difensive, non molla un pallone e vuole chiudere la sua avventura della Roma con una prestazione davvero importante.
Al 49’ Taccola riceve il pallone su lancio di Cordova, supera in dribbling un paio di avversari, realizza il gol dell’1-2 e riaccende le speranze giallorosse.
All’86’ è sempre Cordova che serve Jair, il calciatore brasiliano è scatenato, controlla il pallone, poi lo calcia in porta e realizza il gol del definitivo 2-2.
Un giornale dell’epoca, commenta così la sua ultima partita con la Roma: “Jair è stato uno spettacolo. Il più bravo di tutti. Cercava la palla, se la conquistava, arretrava, scattava in avanti, stangava a rete. Senza Jair questa sera la Roma non avrebbe pareggiato”
La “Freccia Nera” chiude la sua avventura giallorossa con 28 partite e 3 gol (23 in serie A, 2 gol; 1 in coppa Italia; 2 in Motorola Cup; 2 in coppa delle Alpi, 1 gol).
Torna all’Inter e anche se non incide più come negli anni passati, gioca comunque altre quattro stagioni in cui colleziona 112 partite, 20 gol e vince un altro Scudetto nella stagione 1970-1971.
Terminata l’avventura italiana, Jair torna in patria, gioca insieme a Pelè nel Santos e incrementa il suo incredibile palmares, con la vittoria del Campionato Paulista. Successivamente, gioca altre due stagioni in Canada con i Windsor City Star e poi appende definitivamente gli scarpini al chiodo.
Con la nazionale brasiliana, vince il Mondiale in Chile nel 1962 ma non gioca neanche un minuto, perché nel suo ruolo, è chiuso dal grande Garrincha. La sua avventura in maglia verde-oro è racchiusa in una sola gara amichevole, vinta dal Brasile per 3-1 sul Galles.