Ottobre 9, 2024

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di Roberto “Ghost” Finocchiaro

L’unione fa la forza e non dimentica.

Questo è ciò che ci resta dopo Roma – Sassuolo, questo è ciò che deve riecheggiare nelle nostre menti per tutta la stagione.

Ma partiamo dal principio: è un sabato mattina, l’aria è fresca ma la temperatura si alza costantemente e velocemente. 

Davanti al cancello dello Stadio Tre Fontane si sono formati già alcuni piccoli gruppi di tifosi, mentre le campionesse d’Italia sono arrivate con largo anticipo rispetto al solito, segno che vogliono concentrarsi al meglio per la partita ed evitare distrazioni.

Gli spalti sono già gremiti, ma questa ormai non è più una novità, il pubblico giallorosso è sempre pronto ad abbracciare e sostenere le sue beniamine, mentre il Roma Women Fan Club inizierà a breve a farsi sentire tra tamburo, megafono e cori ormai rodati.

Ai margini del campo, una ragazza in stampelle assiste al riscaldamento, ricevendo di tanto in tanto l’abbraccio di qualche compagna o intrattenendosi a parlare con qualche dirigente. Si tratta di Olivie Lukasova, estremo difensore prelevata in estate dallo Slavia Praga.

È di poche ore prima, infatti, la notizia del suo infortunio che purtroppo la terrà ferma per tutta la stagione o quasi e che si aggiunge a quello, altrettanto grave, di Oihane Valdezate, calciatrice Basca in rosa già dallo scorso anno, che nonostante lo scarso impiego della passata stagione era rimasta a Roma con l’obiettivo di dimostrare tutto il suo valore.

Ed è qui che viene fuori il gruppo e l’unione di cui si parlava. 

La partita non è stata un bel vedere: si è faticato tanto, in campo e sugli spalti e il risultato finale di 1-1 non soddisfa né le calciatrici, né i tifosi. A tratti, sia le une che gli altri hanno manifestato la loro frustrazione per non aver portato a casa il risultato sperato.

Nel mezzo di questa metaforica nebbia, un lampo di luce illumina il campo e scalda il cuore di ogni singola persona presente allo stadio: è il quarto d’ora del primo tempo e la Roma sta per battere un calcio di punizione poco distante dal limite dell’area. Manuela Giugliano è sul pallone, osserva compagne e avversarie che si marcano a vicenda davanti al portiere neroverde: breve rincorsa e la numero 10 giallorossa disegna una traiettoria perfetta, sembra la pennellata di un quadro di Joan Miró che, morbida e imprevedibile, si infila sotto la traversa come fosse la più semplice delle reti da realizzare.

Appena il tempo di festeggiare con la sua consueta “maschera”, che Manuela corre verso la sua panchina. Non per abbracciare il suo allenatore, non per festeggiare insieme alle altre sue compagne, ma per mostrare alle telecamere, non prima che a entrambe le tribune, due maglie e i nomi su di esse.

Giugliano dedica la sua perla di rara bellezza a Olivie “Oli” Lukasova e Oihane “Valde” Valdezate, come a dire: questo è per voi, di voi non ci dimentichiamo!

La scena si ripete a fine partita con tutte le giocatrici in campo che scattano una foto tenendo in mano e in bella mostra le due maglie, per ricordare ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che il gruppo è unito, è forte, che ognuna di loro è pronta a sacrificarsi per tutte le altre e a dare il massimo anche per chi non può scendere in campo.

Questa è Roma, questa è la Roma. Lo è sempre stata e chi arriva da fuori lo impara in fretta.

E allora forza Oli! Forza Valde! Siamo e saremo sempre qui anche per voi. Noi a tifare, le vostre compagne a giocare per vincere e tutti insieme per dimostrarvi sempre e comunque il nostro calore.

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