Dicembre 3, 2024

Marcos Aoás Corrêa, noto come Marquinhos, nato a San Paolo del Brasile il 14 maggio 1994 per il suoi ventisette anni!

Mi verrebbe, dico davvero, di riportare solo titoli e numeri di questo straordinario ragazzo, di questo meraviglioso campione.

Un po’ perché la sua è una carriera già lunga ma ancora tutta scrivere, gravida di un futuro che può portarlo ai livelli più alti della storia del calcio.

Molto perché già la sua carriera è così fulgida e la sua esplosione in Europa con la maglia giallorossa a soli diciotto anni fu tanto fragorosa da richiamare dopo un solo anno un’offerta del Paris Saint Germain destinata a un top player affermato: un’offerta purtroppo accettata dalla società.

Un distacco innaturale, doloroso, contro natura; nessun tifoso, o nessun presidente tifoso avrebbe mai ceduto Marquinhos dopo un solo anno.

Quindi vorrei andare rapido, allontanarmi da quella scelta che ha concesso poco al sentimento, forse poco anche alla ragione, se sentimento e ragione posso abbracciare l’ambizione a una visione più ampia e lungimirante rispetto delle ristrettezze di conti economici lì per lì in sofferenza.

Partiamo allora dai dati, dai numeri: con il Corinthians un campionato vinto a 17 anni e una Libertadores vinta nel 2012, prima di venire alla Roma, in sette anni al Paris Saint-Germain sei campionati, cinque Coppe di Francia, sei Supercoppe e sei coppe di Lega vinti, una finale e una semifinale (quest’anno) di Champions-League (allenato da Blanc, Emery, Tuchel e ora da Mauricio Pochettino).

Al Paris Saint-Germain, a oggi, 202 gare in Ligue 1 (sedici gol), 52 partite nelle coppe nazionali (5 gol), 65 partite in Champions League (9 gol).

Un oro olimpico nel 2016 e una Coppa America con la maglia verde oro della nazionale brasiliana, nel 2019, maglia che ad oggi ha vestito per 51 volte, realizzando due reti (14 presenze nell’Under-17, cinque nell’Under-20, sei nell’Olimpica con una rete segnata).

Ma Marquinhos è molto altro. E’ quel sorriso meraviglioso che ci si è svelato appena diciottenne, quando venne lanciato da Zeman, e solo un Maestro come Zeman, o come Liedholm, avrebbe avuto il coraggio di lanciarlo prima del non appena possibile, quando in rosa c’erano Burdisso e Castan, validissimi difensori centrali.

Marquinhos ci è apparso allora nel suo naturale entusiasmo nel gioco, vissuto con la serietà e concentrazione su tutti i palloni, già giovanissimo espressione di freddezza e maturità, immagine di divertimento e passione, esempio per impegno e abnegazione.

Da difensore centrale era dappertutto, senza apparire esuberante di chili muscoli e potenza sprigionava già a diciotto anni scatto, precisione, applicazione nella marcatura.

La tecnica, poi, era già di sicuro livello.

Walter Sabatini lo aveva proposto, tra tanti, a Zeman, che dopo un video si fermò e non si mosse più da quella scelta: voleva Marquinhos.

Chissà se il boemo aveva pensato che con Marquinhos si poteva veramente attaccare costantemente in nove; chissà se gli piaceva come impostava, anche.

Ora tutto questo ci si balena quando, per fortuna non sempre (di sicuro non me le vado a cercare le sue partite, per me doveva stare continuativamente sempre alla Roma!!), lo abbiamo visto anche da difensore esterno, da centrocampista, giocare sempre magnificamente, con grande sostanza per la sua squadra, con grande impatto in qualsiasi partita.

Una stella, a cui auguriamo ogni bene, e che ha molto ancora da brillare.

Marquinhos è il bello del calcio, anche per come si comporta in campo, nelle dichiarazioni, per ciò che esprime.

Poteva starci, nella nostra storia, accanto a Pluto Aldair e Toninho Cerezo, a Paulo Roberto Falcao e a Pendolino Cafu: almeno quattro, cinque anni, ma direi che quindici ci stavano tutti.

Invece lo abbiamo visto solo in 26 partite in serie A, e in 4 partite di Coppa Italia; e l’ultima fu proprio quella finale persa di Coppa Italia con la Lazio, dove avrebbe evitato il gol, se non fosse stata per l’uscita improvvida di Lobont, perché lui era lì, come sempre.

Ora è capitano del Paris Saint Germain, forse la squadra con più talento al mondo; capitano, lo è stato anche della nazionale verde oro, perché Marquinhos è il prototipo del giocatore che rispetta tutti, umile, di esempio per tutti e sempre pronto al sorriso.

“Un mio ritorno a Roma? Un giorno, magari”, “credo che la Roma andrà bene, io sono tifoso della Roma e mi auguro che sia così”, queste alcune dichiarazioni di Marquinhos degli anni scorsi.

Ti aspettiamo, allora, chissà mai, Marquinhos: buon compleanno e tanti auguri giallorossi!!

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