Dicembre 14, 2024

Stig Sundqvist, nato a Vittjarv in Svezia il 19 luglio 1922, arriva alla Roma nel periodo forse più buio della nostra storia calcistica, nell’estate del 1950. Eppure, Stig è reduce dal terzo posto ai mondiali in Brasile, quelli vinti dall’Uruguay di Ghiggia e Schiaffino e approda nella città eterna insieme ai compagni di nazionale Andersson e Nordahl Knut (il fratello difensore del più celebre attaccante Gunnar). Gli altri due erano stati campioni Olimpici nel 1948 a fianco di Green, Liedholm e appunto Gunnar Nordahl, insomma il meglio che il calcio dell’epoca, appena uscito dalla guerra, potesse offrire. Alcuni di questi vanno al Milan che con loro rivince lo scudetto dopo quasi mezzo secolo, gli altri invece vengono a Roma, ma tutti già con una certa età, infatti le leggi svedesi del tempo, un po’ come quelle dei paesi Socialisti, non prevedevano l’uscita dal paese degli sportivi di un certo livello prima dei 27-28 anni. Sundqvist è un’ala mancina come si intendeva un tempo e giocava largo a sinistra. Suoi compagni di squadra, oltre agli svedesi, erano Maestrelli, Cardarelli, Venturi, Tre Re, Risorti, una discreta squadra al cui comando, inizialmente, c’era Balonceri. Poi la stagione diventa drammatica, si susseguono i cambi di panchina, prima Serantoni, poi Masetti ma non c’è nulla da fare, si retrocede nonostante la differenza reti sia quasi a pari e il fatto di essere gli unici che battono il Milan lontano da San Siro. Il nostro Sundqvist è il miglior marcatore stagionale con 9 gol. La stessa società ebbe sbandamenti e, alle dimissioni del presidente Restagno si rispose con Renato Sacerdoti come commissario. Il nostro Stig, riesce lo stesso ad entrare nel cuore dei tifosi che, naturalmente, lo chiamano pagnottella visto il suo cognome che ricorda il sandwich. L’anno dopo, tutti gli Svedesi sono pronti ad affrontare la serie B, nessuna fuga e con la parola d’ordine “Tutta Roma è con la Roma”, si affronta la serie B con Gipo Viani al timone. La nostra ala svedese ci mette del suo in positivo, altri 9 gol che sommati agli altri danno alla Roma la promozione diretta, una sola era possibile e fu nostra, giustamente. Nel terzo anno, Stig è rimasto l’ultimo svedese e, forse anche per questo, il suo rendimento scese e a fine stagione tornerà in patria per iniziare la carriera di allenatore,. Dopo di lui, Roma sarà molto frequentata dagli Svedesi e meno male. Ci ha lasciato il 3 agosto 2011

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