Raffaele D’Aquino
Raffaele D’Aquino nato a Trani il 23 novembre 1903, è giocatore della mediana, la parte cardine di ogni squadra, quello che deve fare da cerniera difensiva ma anche impostare il gioco per l’attacco, ricordiamo che stiamo parlando del calcio anni 1920-30.
D’Aquino si mette in luce nel Novara, dove già nel 1924, comincia a competere con gli squadroni del nord. Nel primo campionato di divisione nazionale, 1927-28 il Novara è nel girone con la nostra Roma. Renato Sacerdoti, che ha già preso il posto di Italo Foschi, chiamato ad altro incarico, vede l’importanza tecnica tattica di Raffaele e lo convince a trasferirsi alla Roma.
La stagione 1928-29, secondo campionato di divisione nazionale, vede importanti arrivi con la nostra maglia, tra tutti Volk e Bernardini. È una bella Roma, allenata da Garbutt e D’Aquino è titolarissimo, ora accanto a Degni e Ferraris, ora accanto a Bernardini. Esordisce alla prima giornata al Motovelodromo Appio, nella vittoria per 4 a 1 con il Legnano e segnerà il suo unico gol nella trasferta persa 4 a 3 a Busto Arsizio (Pro Patria).
Comincia la serie A, la prima storica partita è una sconfitta ad Alessandria per 3 a 1 (il nostro primo gol in A lo segna Volk), D’Aquino è presente.
Non ci sarà invece, nella prima storica partita a Testaccio, quella vinta per 2 a 1 sul Brescia con il primo gol segnato da Volk (sempre lui). Baccani e Burgess, i due allenatori che si sono alternati in questa stagione, lo vedono un po’ meno titolare ma il suo spazio è notevole, considerando che i cambi ancora non esistevano. Meglio l’anno dopo, le gioca praticamente tutte meno una e fa parte della formazione che batte per 5 a 0 la Juventus, entrando nella leggenda della “canzona di Testaccio” Poi c’è stà Ferraris er mediano, grande nazionale e capitano; Chini, Fasanelli e Costantino, co’ Lombardi e co’ D’Aquino; Vorche è ‘n mago pe’ segnà! In quella Roma c’era un altro Raffaele proveniente dalle parti di D’Aquino, Costantino.
Il campionato 1931-32 inizia con mister Burgess e finisce con Baar, entrambi gli allenatori non riescono a far da meno del nostro Raffaele che fa parte della formazione della prima partita ufficiale della Roma, a Praga in casa dello Slavia, è il 7 luglio 1931 e la Roma pareggia per 1 a 1, il nostro è il primo gol e lo segna Volk. Incredibile quanti primi gol ha fatto il Fiumano con la nostra maglia (serie A, derby, Testaccio, Europa…).
L’ultima stagione da Romanista di D’Aquino è la meno nobile, gioca solo 7 gare, il mister Kovacs subentrato a Baar alla settima giornata, non lo vede come titolare. Unica nota statistica, per lui, è che fa parte della squadra scesa in campo a Bari con gara sospesa per invasione di campo e conseguente vittoria a tavolino per 2 a 0. È la prima volta che ci accade in serie A.
A fine stagione, Raffaele ci lascia per andare a giocare nel Pisa in serie C.
Alla fine, per lui, registriamo 29 presenze con 1 gol nel campionato nazionale, 86 in serie A, 4 nella coppa d’Europa Centrale, per un totale di 119 gare ufficiali.
Finito di giocare, diventa allenatore del Grosseto (allenatore-giocatore), poi del Siracusa ed infine del Cagliari nel 1948. Le sue ultime tracce, le troviamo nel libro di Massimo Izzi (L’As Roma dalla A alla Z) quando si parla di lui in occsione di una trasferta della Roma a Pisa (viveva da quelle parti) per il campionato di serie B 1951-52, per l’esattezza era il 17 febbraio 1952, la Roma perse per 2 a 0 e, curiosità, in porta pisana c’era Bob Lovati. Raffaele, riconosciuto dal massaggiatore Angelino Cerretti si fece una foto in mezzo al campo con lo stesso Cerretti e il capitano di allora Tre Re. L’amore per la maglia e lo spirito di Testaccio accompagnarono per sempre la vita di D’Aquino.