Novembre 21, 2024

Federico Viviani, nato il 24 marzo 1992 a Lecco.

Il sottoscritto ha un autografo di Federico, firmato con il pennarello su una piccola, mini-palla, ufficiale As Roma.

Giusto nove anni fa, sabato 17 marzo 2012, era stata organizzata a Trigoria la giornata del papà giallorosso, e avevo portato i miei piccoli di 11, 6 e 5 anni al campo Di Bartolomei, giocava la squadra Primavera, che superò in extremis l’Ascoli per 2-1.

In tribuna, vicino a noi, durante la partita vennero a sedersi Federico e Giammario Piscitella, ormai nell’orbita della prima squadra.

Federico Viviani era solare, semplice, disponibile con tutti i bambini, e accompagnava con il numero 92 (quello della maglia giallorossa, il suo anno di nascita) la sua firma, su quelle piccole palle che la Roma aveva donato a ogni bambino, quel giorno a Trigoria.

Quella, così promettente, è stata la sua unica stagione da professionista nella Roma, dopo sei nelle giovanili per figlio d’arte (ma il papà Mauro, nativo di Grotte di Castro, aveva giocato nella Lazio, da attaccante, in Serie B, come ti sbagli, nel 1981-82, solo 2 presenze).

Era la prima Roma americana, con Luis Enrique in panchina.

Quell’anno, in premessa alla stagione 2011-2012, il cambio di proprietà, il closing, era arrivato solo a pochi giorni dalla fine della sessione estiva di calcio mercato.

Si parlava molto, in quel periodo, del modello Barcellona, squadra di provenienza di Luis che aveva guidato la seconda formazione dei blaugrana (allenerà poi la prima squadra nel triennio 2014 – 2017 vincendo Liga e Champions in finale contro la Juventus): un modello che aveva visto fiorire la cantera, i giocatori cresciuti nel vivaio.

Nessuna sorpresa, quindi, se, nelle more degli acquisti dell’ultimo momento, Luis Enrique valorizzasse in estate la nidiata di giovani giocatori.

Quell’estate Federico Viviani riceve subito elogi pubblici da parte del nuovo Mister, e gioca proprio a fine agosto in entrambe le partite di spareggio per entrare in Europa League, contro lo Slovan Bratislava, insieme a Verre, Rosi, Okaka, Caprari, cresciuti nella cantera giallorossa: la Roma, in entrambe le gare, subisce una rete nel finale, e viene purtroppo eliminata.

Per il campionato, la rosa si completa. A centrocampo, nel ruolo di centrocampista centrale che Stramaccioni gli aveva ritagliato negli Allievi (in precedenza, Federico era un trequartista, una seconda punta), ci sono Pizarro (a gennaio andrà al City a vincere con Dzeko la Premier), Gago, Daniele De Rossi, Fabio Simplicio, Greco, lo stesso Perrotta.

Un’agguerrita concorrenza…ma il giorno dell’esordio in campionato, in un momento delicato della squadra reduce da due sconfitte consecutive, complici alcune assenze, arriva.

Arriva poco prima di Natale, e non in una gara qualsiasi: all’Olimpico contro la Juventus di Conte che vincerà il titolo di campione di Italia a fine anno.

La Roma gioca una partita gagliarda, Federico esce sostituito da Simplicio dopo sessanta minuti con la Roma in vantaggio (gol di De Rossi, schierato in difesa), pareggerà Chiellini e Buffon riuscirà a parare un rigore a Francesco Totti.

Viviani gioca una bellissima gara e comincia a marcare alcune presenze. Luis Enrique ne blocca la cessione a gennaio: lo trattiene perché crede in lui.

Alla fine dell’anno, è però Luis Enrique a lasciare, dopo una stagione dove non si realizza la progressione sperata, anzi alcune debacle nel girone di ritorno impediscono la qualificazione europea.

Sei le presenze in serie A, una in Coppa Italia negli ottavi contro la Fiorentina (3-0), due in Europa League, nel preliminare, per Federico con la maglia giallorossa.

Il ragazzo di Grotte di Castro (in provincia di Viterbo: a Lecco Federico è solo nato…), ha un ottimo contrasto, un tiro eccellente (tantissime le esecuzioni vincenti su calcio piazzato) e buona visione di gioco: ha bisogno di giocare e va in prestito per fare esperienza, mentre alla Roma arriva Zeman e altri centrocampisti, tra cui, come interno di fascia, il suo compagno di giovanili, un anno più grande, Alessandro Florenzi reduce da una brillante stagione al Crotone.

Nel 2012-2013, dopo aver rinnovato per cinque anni il contratto con la Roma, Viviani va al Padova chiamato da Mister Pea, in serie B, iniziando alla grande (bellissima la sua doppietta all’Empoli, primi gol da professionista), per poi subire un lungo infortunio al ginocchio, che non gli consentirà di riprendere la condizione giusta nel prosieguo della stagione (22 partite e due reti, con la maglia padovana per Federico).

L’estate successiva è il Pescara a volerlo in serie B. Federico debutta a Varese segnando.

A gennaio la Roma, cedendo Caprari al Pescara, riprende Federico Viviani (6 presenze e due reti al Pescara in serie B e lo gira al Latina, sempre in serie B.

Bellissimo il finale di stagione dei nerazzurri, che sfiorano la serie A, con Viviani protagonista (21 presenze e 3 reti): il prestito al Latina viene rinnovato per un’altra stagione, mentre il centrocampo della Roma, ora di Garcia, annovera De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Keita, e aspetta il ritorno di Strootman.

Un centrocampo formidabile, che impedisce a Federico Viviani di tornare a Roma dopo la seconda stagione, bellissima, al Latina (31 presenze e 8 reti in serie 😎.

La Roma, come sappiamo, in quelle stagioni cerca di realizzare plusvalenze per poter acquisire calciatori che possano compensare le partenze e migliorare alcuni ruoli; Federico Viviani è ceduto, nel 2015, a titolo definitivo al Verona, in serie A, per quattro milioni di euro.

Buona la stagione al Verona (19 partite e tre gol), ma caratterizzata tanti problemi fisici (pubalgia, intervento alla caviglia che lo tiene fuori dal campo per due mesi).

È il Bologna a ingaggiarlo in prestito nell’estate 2016. Con il Bologna, diciassette presenze, e due reti in serie A.

Nel 2017-2018 la Spal è tornata in serie A. Federico fa pochi chilometri, passando da Bologna a Ferrara, e contribuendo alla storica salvezza della Spal, con Semplici allenatore: ventinove presenze e tre reti in campionato, e la Spal riscatta il giocatore a fine anno.

L’anno successivo, però, dopo lo sforzo finanziario della società per riscattarlo, dopo un lungo infortunio al polpaccio, che lo bloccherà a inizio anno per un mese e mezzo, il tecnico punta su Valdifiori e Schiattarella come registi.

Viviani viene ceduto al Frosinone nel mercato di gennaio, dopo essere stato escluso dalla formazione titolare: al Frosinone, già in zona retrocessione, Viviani è fermato nuovamente, prima da problemi al ginocchio, poi da fastidi muscolari (5 sole gare con la maglia del Frosinone per Viviani).

La Spal lo gira al Livorno, in serie B, nella scorsa stagione fermata dall’epidemia Covid-19 (il 30 giugno, il Livorno, in fondo alla classifica, non prolunga gli impegni per la prosecuzione del torneo): Viviani arriva ancora alle prese con problemi di recupero, non riuscendo a incidere e a recuperare la sua condizione, totalizzando 10 partite.

Problemi fisici che, tuttora, a soli 29 anni, Federico, di nuovo alla Spal, ora in serie B, dove ha ritrovato Pasquale Marino, suo tecnico al Pescara, ne hanno condizionato la ripresa, limitata a partite con la squadra Primavera.

Oggi, quindi, l’auspicio è di ritrovarlo presto in campo da titolare, e rivedere questo prodotto del vivaio della Roma esibire le doti che lo hanno reso protagonista fin da piccolo, a partire dalle punizioni imparate a tirare osservando Beckham e Mihajlovic.

Quelle doti che lo hanno portato a vestire tutte le maglie delle nazionali giovanili (7 gare e due gol con l’Under-19, 6 partite e un gol con l’Under-20 di cui è capitano con allenatore Gigi Di Biagio, ben 18 partite e due gol con l’Under-21).

Buon compleanno, quindi al Campione d’Italia Primavera nel 2010-2011 e vincitore della Coppa Italia Primavera nel 2011-2012 con la Roma: auguri Federico!

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